Tutto quello che avresti dovuto sapere su Il Buio Oltre la Siepe di Harper Lee

Ogni tanto ti capita di leggere un libro talmente delizioso che fin dalle prime pagine capisci di aver fatto centro. Che è quello giusto. Che davvero, meglio di così, sarebbe stato difficile beccarlo. Forse è semplicemente la piacevole scoperta che al di là del carattere minuscolo scelto per l’edizione che stai leggendo, il contenuto è talmente scorrevole e sintatticamente scivoloso da essere una meraviglia. O forse il modo da colpo di fulmine letterario in cui ti prende per mano e ti racconta una storia che tocca tutte le sfumature del tuo essere, e lo fa nel modo più giusto possibile.
Il Buio oltre la siepe è stato uno di quei libri. Quando ho iniziato a leggerlo, dopo una sessione vorace di lettura, non ho potuto far altro che pensare: questo diventerà uno dei miei libri preferiti. Così è stato. […]
La storia è molto semplice: siamo negli anni 30, in una cittadina di provincia del sud degli States. Jean Louise, detta Scout, e Jeremy, che tutti chiamano Jem, sono fratello e sorella, figli di Atticus Finch, persona deliziosa nonché avvocato molto rispettato dai concittadini di Maycomb. I due crescono in un ambiente rurale e sano proprio grazie agli insegnamenti umani del padre, ma devono convivere con il fantasma del razzismo che ammorba la cittadina. Se ne accorgono quando a loro padre viene affidata la difesa di Tom Robinson, un uomo di colore accusato ingiustamente di violenza carnale ai danni di una ragazza bianca di Maycomb.
La forza del romanzo sta nel trattare questa storia di razzismo (e un mucchio di altre vicende, raccontate con una capacità unica di lasciare che il lettore entri a far parte di quel rapporto fraterno che esiste tra Jem e Scout) in modo sorprendentemente genuino. Vi si assiste con lo stesso entusiasmo e con la stessa speranza suggerita dal puro buonsenso che muovono i due bambini. Quasi come se non conoscessimo quanto ignobile può diventare l’essere umano di fronte al diverso e, sopratutto, senza la forza di credere che una comunità piacevole come quella di Maycomb possa in realtà covare un odio così nero.
La storia scorre, deliziosamente, per quasi trecento pagine. La prima parte si concentra sui giochi estivi dei protagonisti, sulla loro amicizia con Dill, un ragazzino che trascorre le vacanze a Maycomb dalla zia (e del quale Scout è incredibilmente attratta), e su Boo Radley, eccentrico vicino di casa dei Finch che i due bambini considerano quasi come un fantasma personale.
Quando poi inizia il processo ai danni di Robinson, e quando Scout comincia a frequentare la scuola elementare, il romanzo cambia bersaglio e, pur rimanendo estremamente leggero (nella forma) assume i toni più cupi e disperati di una lotta senza senso. Le pagine del processo godono di una forza magnetica quasi sovrannaturale: è praticamente impossibile smettere la lettura quando ci si siede in aula per assistere alla difesa di Atticus.
Se non lo avete letto, fatevi un regalo: fiondatevi in libreria, acquistate Il Buio oltre la siepe (lo trovate in una bella edizione della Universale Economica Feltrinelli, con un passerotto in copertina che ricorda il titolo originale: To Kill a Mockbird, a richiamare una delle metafore più evocative e belle del romanzo) e innamoratevi delle sue pagine.
“Volevo che tu imparassi cos’è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta succede.”
redazione