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Trump e Social Media: nel 2021 l’obiettivo è prevenire, facendolo bene

Le aspettative a fine 2020 non erano altissime per l’anno venturo, ma di una cosa si era certi: “non potrà andare peggio di così”. Beh, probabilmente dovremmo rivedere anche questa sporadica certezza, visto l’inizio spumeggiante (citando un tizio dalla faccia verde) del 2021, caratterizzato dall’assalto al Campidoglio statunitense da parte di alcuni supporter di Trump.

Un atto che ha avuto pesanti ripercussioni politiche, con condanne unanimi da tutto il mondo, ma anche sociali, imponendo a tutti di valutare la reale portata di ciò che viene detto da un politico, insomma di pesare davvero l’infinità di parole dette ogni giorno nello scontro politico ed in particolare sui social media.

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Come è noto, infatti, Trump è stato accusato di aver fomentato la rivolta e di non averla condannata del tutto attraverso alcuni tweet e video equivoci. I cinguettii ed il video, inoltre, sono stati successivamente rimossi da Twitter e Facebook poiché ritenuti contrari alle politiche dei social media e considerati fake news nocive.

Trump: un ban non troppo inaspettato

Il giorno successivo, infine, è arrivato il ban definitivo da tutti i social media dei profili di Donald J. Trump, con l’intento di evitare che potessero esserci nuove occasioni di “aizzamento della folla”. La decisione ha causato ovviamente una valanga di polemiche, spostando l’attenzione sul ruolo di chi governa il mezzo di comunicazione più innovativo quali i social media.

La domanda vera da porsi è la seguente: un livello altissimo di censura come questo, sia chiaro di fake news, potrà davvero essere la risposta più adatta in questo momento? Non sarà stato troppo tardi per intervenire, dato che Trump per quattro anni ha avuto la libertà di dire quello che voleva quando lo voleva, senza che nulla fosse verificato?

Mark

Non c’è un’unica risposta-verità ovviamente, ma è necessario riflettere sull’intricato schema social media-vita reale (Cambridge Analytica docet). I social sono sicuramente una delle più grandi forme d’informazione del mondo moderno, di conseguenza non stanno in piedi le tesi di chi grida alla Gestapo nazista, ma allo stesso tempo non sono del tutto condivisibili i salti di gioia fatti per il ban del tycoon statunitense.

Social media e vita reale: quali misure prevedere

Potrà risultare banale, ma ciò che è necessario fare è sorvegliare il controllore, a maggior ragione se il potere è detenuto da una multinazionale, di conseguenza un soggetto privato, che può influenzare la vita pubblica tramite il proprio prodotto. Insomma, un intreccio che va assolutamente risolto.

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Tuttavia, però, anche lo stesso Legislatore del singolo Paese sovrano dovrebbe già muoversi per mettere ordine nella galassia social, punendo chi diffonde impunemente materiale discriminatorio, razzista e violento, mettendo tali post sullo stesso piano dell’infima carta stampata sanzionata dalle autorità di riferimento.

Dal 2020 abbiamo imparato che la prevenzione è l’arma più grande che l’uomo moderno possiede. È il momento di prevenire anche le malattie sociali, impedendo che il virus dell’odio sovverta il mondo, dando un senso al 2021.

Paride Rossi