Trova un ragno ed incendia la casa

Reazioni (s)composte.

  • Una donna ha dato fuoco alla sua casa
  • Interrogata dalla Polizia ha affermato di essere aracnofobica
  • Avrebbe quindi appiccato l’incendio per uccidere un ragno
  • Secondo un vicino i realtà la donna ha tentato di nascondere un traffico di droga
  • Però l’ipotesi del ragno è comunque probabile
  • Chi teme i ragni può avere reazioni inconsulte

Una paura immotivata può trasformarsi in fobia acuta, facendo del ragno, per quanto minuscolo in confronto ad un essere umano, il simbolo di una forma di orrore smisurato. Il ragno è simbolo di ambivalenza, del male, di una creatura imprevedibile e tutto questo crea quel disagio di cui soffrono gli aracnofobici. Spesso le reazioni alla vista di un ragno sono incontrollate: urla, lancio di oggetti, fughe repentine. Ma c’è chi ha superato tutti.

Alexcia Berry, una 34 enne che abita a Kansas City nel Missouri, ha dato fuoco alla sua abitazione. Il gesto assurdo ha una motivazione semplice: non è che detestasse la propria dimora, ma l’ha fatto perché nella dimora c’era un ragno. Dopo il gesto la donna è stata arrestata, anche se la questione risulta poco chiara e sono in corso le indagini. La casa, infatti sembra essere una delle più mal frequentate della zona.

La dinamica

La donna, ha spiegato di aver preso un pezzo di carta e un accendino, quindi ha appiccato il fuoco ed è scappata. Sotto interrogatorio, ha ammesso le sue colpe e si è presa la responsabilità dell’incendio a causa del ragno. Tuttavia un vicino ha reso disponibili filmati di sorveglianza alle autorità poiché poco convinto dai movimenti che vedeva di continuo intorno all’abitazione.

Secondo il vicino di casa della donna, quello non sarebbe stato il primo incendio a cui aveva assistito. Così le indagini della polizia hanno cercato di accertare se l’incendio fosse dovuto davvero ad una reazione esageratadella donna e non ad un tentativo di nascondere qualche traccia di narcotraffico. Lei ha rimediato un’accusa per incendio doloso di secondo grado.

Stefano Zampieri