Di Sergio Campisi per Social Up!
L’11 Febbraio 2012 moriva, dopo una vita sofferta e travagliata, una delle più belle voci della storia della musica internazionale, Whitney Houston. A 5 anni di distanza il suo mito non è stato dimenticato in tutto il mondo e neanche l’Italia, nonostante il silenzio del Festival di Sanremo, evento di cui “The Voice” fece la storia nella sua unica apparizione nel 1986 diventando la prima artista straniera a cui il pubblico chiese tra gli applausi un bis dopo la sua incredibile performance di “All at Once”, l’ha dimenticata. Infatti, dopo il clamoroso successo in tutto il mondo, dal 23 febbraio al 7 maggio al teatro Nazionale di Milano e successivamente in tournée nei teatri delle principali città, per la prima volta in Italia è in scena la versione italiana del Musical “The Bodyguard“.
Nato in Inghilterra, prodotto al West End of London da Micheal Harrison Entertainment e dalla David Ian Production sulla base della sceneggiatura originaria di Lawrence Kasdan, lo spettacolo è stato portato in Italia dalla Wizard Production ed è diretto da Federico Bellone con le coreografie di Bill Goodson e rappresenta “ un omaggio a una grande popstar che ha lasciato un vuoto incolmabile” come ci racconta Karima, protagonista femminile dello spettacolo dove interpreta il ruolo della cantante Rachel Marron. Un film di culto grazie anche ad una canzone che è entrata di diritto nella storia della musica. Al di là dei meriti cinematografici, “Guardia del corpo” è nel cuore di milioni di persone per l’interpretazione di Whitney di “I Will Always Love You“. Ma se quella è la canzone simbolo, non è certo l’unica a impreziosire una colonna sonora che con le sue 45 milioni di copie è ancora, a oggi, la più venduta di sempre. Ora quella storia arriva a teatro anche in Italia, dove il personaggio di Rachel Marron passa a colei che è stata definita più volte la “Whitney Houston italiana” mentre la sua guardia del corpo Frank Farmer, originariamente interpretato da Kevin Kostner, rivive grazie all’interpretazione di Ettore Bassi .
E per la stessa Karima, che nel 2010 giovanissima fu scelta per l’apertura italiana di quelli che sarebbero stati gli ultimi concerti Italiani della star americana, cimentarsi nel ruolo che fu del suo mito giovanile è un grande onere: “Ero molto piccola quando sentii Whitney Houston cantare alla radio. Andai da mia mamma e le dissi “io voglio cantare come lei”. È sempre stata fonte di ispirazione per me e probabilmente, dopo aver cantato in mille contesti le sue canzoni, questa opportunità è un po’ come chiudere un cerchio. Interpretare proprio lei potrebbe essere il punto di svolta che mi permette di non essere più la “Whitney Houston italiana”, come spesso, immeritatamente, sono stata definita, ma semplicemente Karima. Preparandomi ho cercato di essere più vicina possibile al personaggio, che poi penso rispecchiasse molto Whitney stessa, affidandomi alle indicazioni del regista. Questo soprattutto nella parte recitata, nelle scene dove sostanzialmente si racconta la storia. Ovviamente però c’è molto anche di me, delle mie emozioni, in particolar modo quando canto”.
Lo spettacolo rimane molto fedele alla versione cinematografica, ma va anche oltre, diventando un vero e proprio tributo a Whitney: “Le variazioni rispetto alla versione cinematografica non sono molte, il Musical è piuttosto fedele al film e tutti, Ettore ed io prima di tutto, cerchiamo di far rivivere al pubblico le stesse emozioni. Ovviamente nello spettacolo viene dato più spazio alla musica rispetto alla versione cinematografica. Ma è anche senza ombra di dubbio un omaggio a lei ed è un omaggio alla musica, come lo sono tutti i musical. E lo è sicuramente per me, è il motivo principale per il quale ho accettato di fare questa esperienza, totalmente nuova per me. E’ il modo migliore che potessi trovare per rendere omaggio ad una grande artista che ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo della musica ma anche nel mio cuore e in quello di tante persone che hanno sognato grazie alla sua meravigliosa voce”.
Nel musical infatti oltre alle canzoni della star americana che hanno fatto diventare leggendaria la sua interpretazione come , oltre alla già citata “I will always love you”, “ Run to you”, “I have nothing”, “Queen of the night” e “ I’m every woman”, sono state inserite anche alcune dei più grandi successi mondiali come “So Emotional”, “One Moment in Time”, “Saving all my love”, “How Will I Know”, “All the Man That I Need”, “All at Once” e “I Wanna Dance with Somebody”, che hanno contribuito a farla diventare indiscutibilmente un punto di riferimento e di ispirazione per tutte le interpreti femminili che l’hanno seguita da Lady Gaga a Jennifer Hudson, da Celine Dion a Katy Perry, per nominarne solo alcune, oltre a farla diventare con oltre 170 milioni di album, una delle cantanti più vendute e con più riconoscimenti ( tra cui 7 Grammy Awards ) nella storia della musica.
A contribuire a questo clamoroso successo che candida questo musical a pieno titolo a diventare uno dei più grandi successi della stagione, oltre ad una performance straordinaria, sia come attrice ma soprattutto nell’interpretazione unica e molto personale dei brani che hanno fatto la storia di questo film, di Karima, che, nonostante la diffidenza e la prevenzione che l’hanno accompagnata per anni dovuta ai suoi inizi legati al talent “Amici di Maria De Filippi”, dimostra di essere una delle voci migliori dell’intero panorama musicale italiano, e all’interpretazione di alto spessore del sempre bravo Ettore Bassi, perfettamente calato nel ruolo che fu del premio Oscar Kevin Kostner, vanno elogiate le performance di Helen Tesfazghi, Loredana Fadda, Piero di Blasio, Russell Russell, Daniele e balconi, oltre che dei giovanissimi Kilian Bellay, Luca Fabbri e Damian Samb e dei ragazzi dell’ensemble tra cui spiccano Mirko Ranù, Felice Lungo, Alessia Losavio, Yamara Gomez Febre e Renato Tognocchi.