Nelle ultime settimane il mondo delle app e della messaggistica istantanea è stato sconvolto dallo scandalo dei gruppi Telegram di revenge porn, fenomeno segnalato lo scorso anno da Wired.
Grazie alle coraggiose denunce e testimonianze di ragazze vittime di questa pratica infame ed ignobile, Telegram ha finalmente chiuso, su pressione delle autorità, alcuni dei peggiori gruppi segreti in cui circolavano migliaia di contenuti pedopornografici non autorizzati.
Non stiamo parlando di foto di calendari hot o simili, ma di veri e propri scatti rubati o privati, fatti in un momento d’intimità con il proprio partner, resi pubblici dallo stesso partner, ormai ex, che ha deciso di rovinare la vita ad una persona con un click.
Del fenomeno ne hanno parlato praticamente tutti, in tv, sul web e sui social, come è giusto che sia. Ciò che sorprende, invece, è perché siano state necessarie pressioni importanti per chiudere gruppi che violano in tutti i termini la legge sul revenge porn approvata nel 2019. Perché Telegram non ha preso provvedimenti da subito?
Per mettere al loro posto subito i giustificazionisti diciamo: no ragazzi, non può esserci il beneficio del dubbio, perché? Partendo dal nome di alcuni gruppi chiusi come “Stupro tua sorella 2.0”, come fa ad esserci il dubbio? Devi essere un mezz’uomo per ideare, anche solo per scherzo, nomi del genere.
Superando il nome, basta leggere i messaggi scambiati dagli utenti insieme alle immonde immagini: ”ecco il numero di telefono di questa troia, voglio rovinarle la vita“ o “scambio foto fidanzata, no perditempo”, di cosa si sta parlando per voi? Dell’ultima pornostar di tendenza? Della ricetta della nonna? Toglietevi i paraocchi e tornate sulla Terra.
Telegram & revenge porn: denunce e gruppi di riserva
Tuttavia, proviamo a vedere il lato positivo della vicenda, affidandoci alla minima azione fatta da Telegram dopo la denuncia del segreto di Pulcinella. Sì, perchè purtroppo sono minime.
Come spiegato da luceschgg in un video su Instagram, dopo la chiusura del gruppo citato precedentemente, è venuta subito a conoscenza dell’apertura di un nuovo gruppo, sostitutivo e di numerosi gruppi di riserva.
Il branco, insomma, ha ripreso a muoversi come se nulla fosse, senza pietà, arrivando a schernire e sbeffeggiare chi li aveva denunciati, ottenendo la loro vittoria. La domanda è sempre la stessa: dov’è Telegram in tutto questo? Dove la celerità d’intervento delle autorità?
Ricordiamoci però di pensare positivo e per questo è doveroso citare la nobile azione di Anonymous Italia. Il collettivo di hacker, infatti, pochi giorni fa ha ufficialmente lanciato l’operazione “OpRevengeGram”.
Diamo inizio alla fase uno, ci trovate su https://t.co/8ix59fjVx6 Massima condivisione comunicato ITA: https://t.co/i71xt0HGPR ENG: https://t.co/F4Jr471kUC Unitevi a noi, e insieme saremo inarrestabili. #antipedo #antirevengeporn #Anonymous #OpRevengeGram pic.twitter.com/IfX0cZeZqb
— Anonymous Italia (@Anon_ITA) April 9, 2020
OpRevengeGram ha l’obiettivo di individuare gli utenti che ogni giorno scambiano materiale pedopornografico senza consenso sui gruppi Telegram. Con l’operazione, Anonymous Italia ha dichiarato ufficialmente guerra ai gruppi della vergogna, chiedendo aiuto a tutti quelli che possano fornire informazioni utili a stanarli.
Insomma, Anonymous proverà a fare (e siamo certi che ci riuscirà) quello che Telegram non riesce ad ottenere (o non vuole, chi lo sa), provando a portare un briciolo di giustizia nel mondo virtuale, lasciato sempre più all’anarchia totale.