Su Twitter impazzano i parrucchieri da quarantena, ma la realtà è disastrosa

Il decreto parla chiaro anche per i parrucchieri apertura soltanto a partire dal primo giugno, che fra l’altro cade di lunedì, per cui slitta ulteriormente ancora di un giorno, il 2, ma è festivo, per cui probabilmente l’apertura verrà posticipata. Gli italiani si sono trasformati in un popolo di capelloni, molti guardandosi allo specchio temono di rivedere i Cugini di Campagna  e se aggiungi che si canta pure dal balcone quando si vuole, solo Dio ci potrà dire chi siamo diventati, in un periodo di confusione e di alternanza di ruoli che prima ci vedeva tutti allenatori, poi virologi. 

Siamo tutti con i capelli lunghi, tagli impazziti, teste bicolore a causa della ricrescita, e tante persone che sembravano gionvincelle si sono trasformate improvvisamente in anziani dai capelli d’argento. Per noi italiani, i parrucchieri sono chiusi, ma stranamente per tutti i politici i capelli rimangono con il loro taglio perfetto, tutti con i capelli al loro giusto posto, tra i misteri della politica italiana c’è pure che a buona parte dei politici i capelli non crescono evidentemente, per buona pace di Giovanni che è stato già in precedenza ripreso da Mattarella, che oggi vedrà tra le aule del Senato e del Parlamento buona parte di presenti con un look impeccabile.

Solo un maschio poteva annunciare la riapertura dei parrucchieri il primo giugno. Cioè un lunedì” così commenta la scrittrice Nadia Terranova che si limita a una battuta ironica sull’annuncio da parte di Giuseppe Conte del primo giugno come data di riapertura dei parrucchieri.

Ma sul web monta una vera e propria rivolta.

Di fronte al proliferare di battute, foto di capelloni alla Cugini di Campagna e vignette, che hanno fatto schizzare l’hashtag #parrucchieri ai primi posti nelle tendenze Twitter in Italia, c’è chi riporta la questione su un terreno dolorosamente concreto: Voi scherzate ma i parrucchieri rischiano davvero di chiudere e molti di perdere il lavoro. Non si può tenerli chiusi ancora per un mese”.

Con i parrucchieri si schiera anche il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori: Riapre il gioco d’azzardo ma bar, ristoranti e parrucchieri restano chiusi fino all’1 giugno. Tre mesi e mezzo senza incassi: ma chi li regge?” e poi continua “si fissino criteri, distanze, capienze massime, ma si dia a questi operatori la possibilità di tornare al lavoro”.

Il 1 giugno riaprono i parrucchieri, peccato non esisteranno più perché saranno tutti falliti”, gli fa eco la giornalista di ‘Quarto Grado’ Sabrina Scampini.

“Se Wuhan è uscita dall’emergenza ce la possiamo fare anche noi. Ci arriveremo tutti spettinati e coi capelli in disordine, ma vivi”, annota lo scrittore e giornalista Paolo Roversi.

Mi spiegate la differenza di pericolo di contagio, tra uno che entra in metropolitana o sul bus e un cliente che entra su prenotazione, con le dovute precauzioni, in un salone di parrucchieri?” Mi direte, è un lavoro di contatto ravvicinato: perché in metrò entri da solo?”

Delusione ed incomprensione per questo nuovo decreto, che sembra scritto velocemente da qualcuno che voleva dire rimanete ancora a casa, che la fase 2, serve soltanto per far riaprire le aziende, per rimettere l’Italia sul mercato difronte a tutti i paesi del mondo, per evitare che l’allegra brigata tedesca, austriaca ed olandese, ci definisca come un popolo di cialtroni.

Alessandra Filippello