Oltre al successo da parte dei social, tanto da essere stata in tendenza su Twitter dopo due ore dalla sua uscita; anche sulla piattaforma Netflix, “strappare lungo i bordi” di Michele Rech, alias Zerocalcare è al primo posto in classifica tra le serie più viste.
Il protagonista è Zero, giovane trentenne che vive in periferia. Lui trascorre le sue giornate insieme ai suoi amici Sarah, ragazza schietta e onesta, e Secco, indifferente dalle ansie, l’unica frase che si sente dire da parte sua è «annamo a pija un gelato?».
Una delle tante particolarità della serie di Zerocalcare, oltre ad essere in versione cartone animato, incuriosisce il sentire i protagonisti parlare, conversare e fare delle riflessioni sentendo il dolce e allo stesso tempo rumoroso, dialetto romano.
Le sei puntate si concentrano su un viaggio, e il motivo ovviamente viene svelato alla fine.
Ora non vogliamo spoilerare tutta la storia! Ma per riflettere sulla storia riflettiamo solo su alcune scene; trasmettendo uno spirito di comicità cupa e tagliente.
I temi che ha deciso di affrontare Zerocalcare ci sono tutti: amore, amicizia, difficoltà lavorative, il gender debate, fino la questione più importante le scelte della nostra vita.
«Pensiamo che basti strappare lungo i bordi, e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere».
Cercare di recuperare l’approvazione di qualcuno:
in una scena Zero, ha 11 anni, interrogato alla lavagna, si rende conto di non riuscire a capire un argomento.
La maestra rimane stupita del fatto che lui abbia, “forse” smesso di studiare, in realtà Zero non riesce a parlare delle sue difficoltà, e di sentirsi stupido, ma frenato da questo timore, appare la sua coscienza, un armadillo (doppiato da Valerio Mastrandrea), il quale trasmette il lato triste, e a volte anche pigro di Zero.
In questo episodio aver deluso la sua insegnante lo angoscia, ma talmente tanto da essere impaurito e frustato, e in un certo senso fa riflettere il fatto che già in un’età così giovane un bambino possa sentire il peso di aver deluso qualcuno, provando anche un forte senso di colpa.
I social nella nostra società:
negli ultimi anni si è parlato molto dell’utilizzo quotidiano dei social, e anche in questa serie l’argomento non è stato messo da parte.
In una scena Zero evita di rispondere ad un’amica, ma in quell’istante vuole anche pubblicare un tweet, ed è li che i complessi riaffiorano, il non poter postare, perché altrimenti la sua amica potrebbe vedere che in realtà è attivo.
I social, attualmente, sono un modo diretto per rimanere in contatto con le persone che incontriamo.
È incredibile come dal vivo parliamo così poco, ma quando chattiamo passiamo le ore. Le nostre vite sono mediate dai social ammettiamolo, ma sembra che possano essere un salvagente, un modo di interagire con gli altri, o addirittura attirare attenzione, invece Zero preferisce lamentarsi, ogni scelta è soggettiva.
Si ride e si riflette:
anticipiamo che il finale è amaro, un ultimo colpo di scena, in cui si scopre il motivo del viaggio dei tre protagonisti.
L’ultima scena è accompagnata da una narrazione profonda, coinvolge lo spettatore ad ascoltare ogni singola parola della riflessione di Zero, e Alice una sua grande amica.
Durante tutte le puntate si ride e si riflette in maniera intelligente, ma l’ultima puntata, in particolare porta a riflettere sulla propria vita e sulle scelte che copiamo ogni giorno, che non sono condizionate da gli altri, bensì da noi stessi, cercando di affrontare i rimpianti, anche se a volte sono tristi.
L’ultima frase è quella che resta indelebile più di qualsiasi altro discorso, «una cicatrice è come una medaglia che nessuno ti può portare via. Si cade e ci si rialza. Il segno che rimane fa paura, ma è una cosa bella perché non cancella quel ricordo, è la vita».
L’incertezza per il lavoro che non si trova, la strada della propria vita che non si riesce a imboccare come si sognerebbe, le difficoltà a comunicare, a stabilire rapporti interpersonali autentici, a individuare i propri reali desideri.
Questa serie deve essere vista, per prendere un momento di distrazione e di riflessione con ciò che l’autore vuole trasmettere al pubblico, i personaggi, lo stile, i contenuti: tutto è nel perfetto mood di Zerocalcare.
Il fumettista ha realizzato una serie in cui animazione e le scelte sulla vita si fondessero per realizzare un ottimo effetto tra di loro coinvolgendo il pubblico e portandolo a riflettere, mostrare la società in cui viviamo e che cerchiamo di capire.