Stanchezza e affaticamento estivo, i segreti del biohacking per essere più energici

Con l’arrivo della stagione estiva e il forte aumento delle temperature, il corpo raggiunge il picco annuale di spossatezza. Tra cali di pressione e problematiche legate al caldo, ecco come ritrovare e mantenere l’energia grazie al biohacking, il processo rigenerativo dei vip.

Spossatezza e cali d’energia.

Un binomio che caratterizza i mesi estivi di milioni di italiani alle prese con temperature estreme, ondate di calore e una difficoltà generale nell’affrontare giornate scandite da una sensazione di costante stanchezza fisica.

E sebbene le cause specifiche e personali non siano sempre facili da individuare, esistono delle linee guide che possono essere adottate da tutti e arrivano direttamente dal mondo del biohacking, la scienza di ottimizzare e controllare il proprio apparato biologico grazie a tecniche naturali.

Nata negli ambienti milionari della Silicon Valley, la disciplina è poi stata sdoganata su larga scala grazie agli endorsement pubblici di vip come il cofondatore e Ceo di Twitter Jack Dorsey, Jennifer Lopez e Hugh Jackman.

Il Dott. Massimo Filippi, biohacking coach e fondatore di The PerformanceLab, spiega che “gran parte della stanchezza che sperimentiamo durante l’estate nasce dalla scarsa idratazione e integrazione ma soprattutto dalla difficoltà di dormire, legata al caldo eccessivo.  Mentre nel primo caso è sufficiente bere molta acqua e assumere mix di integratori costanti e sali minerali, la problematica estiva del sonno è tra le cause più comuni e al contempo più critiche da risolvere. Tra le prime cosa da tenere a mente c’è che il nostro corpo si è adattato a vivere in un clima standard, e tendiamo pertanto a soffrire molto temperature estreme in termini di caldo o di freddo”.

Chiamata ormèsi, la capacità del corpo di reagire a stimoli avversi è una condizione che può essere allenata, con benefici straordinari per tutto l’organismo.

“Per stimolare l’ormèsi in soggetti sani e senza problematiche – prosegue il Dott. Filippi – bisognerebbe allenare il corpo al caldo. Il funzionamento è simile a quello di una sauna: maggiore è l’esposizione controllata al calore, maggiore è la capacità del corpo di adattarsi e recepirlo, con il risultato di soffrire meno il caldo nel corso del tempo”.

Anche la ricerca di tempo all’aria aperta, che in estate appare quasi scontato, può rivelarsi un grande alleato per ritrovare l’energia nonostante temperature roventi.

“Creare momenti di contatto con la natura è uno dei fattori chiave per vivere i mesi estivi con una sensazione di forza e determinazione.  È fondamentale, soprattutto durante la mattina, passare quanto più tempo possibile all’aperto e far entrare la luce del sole negli occhi. Questa semplice tecnica aiuta il riequilibrio del nostro ritmo circadiano e favorisce l’ottimizzazione ormonale, e quindi il benessere e l’energia percepita. Un’altra pratica straordinaria, da mettere in atto nella natura, è quella del grounding. Stare a contatto con la natura per 15 minuti, con i piedi nudi sull’erba a guardare il sole, consente di mantenere livelli energetici sani, stabili e in grado di influenzare positivamente tutta la giornata”.

Massimo Filippi, istruttore certificato da Wim Hof, il leggendario atleta del ghiaccio con 21 record inseriti nel Guinness dei primati, sottolinea l’importanza di introdurre l’elemento freddo come arma di recupero e di contrasto all’affaticamento estivo.

“La stanza da letto dovrebbe sempre essere ben rinfrescata e prima di andare a letto è consigliabile sottoporsi a una doccia fredda, un’usanza dalle radici antichissime e riscoperta negli ultimi anni grazie alla diffusione della crioterapia in ambienti sportivi e non, basti pensare all’ossessione di Cristiano Ronaldo.  Sono sufficienti due minuti per abbassare la temperatura corporea e dormire meglio, incrementando soprattutto il sonno profondo, deputato a rigenerarci. Per chi dorme male durante l’estate, una condizione tipica, la soluzione può essere il cosiddetto power nap, un sonnellino dai 25 ai 45 minuti di pisolino consigliatissimo dopo pranzo o tra le 17 e le 18. Contrariamente a quanto si pensa – conclude l’esperto – il sonnellino pomeridiano non compromette affatto il sonno notturno, ma al contrario ottimizza il ritmo circadiano perché il nostro corpo è assolutamente adatto al sonno polifasico. Idratazione, integratori, aria aperta, grounding, sonnellino quando necessario e freddo prima di dormire sono strumenti eccezionali che il biohacking mette a nostra disposizione per affrontare i mesi più caldi con energia e consapevolezza”.

Valentina Brini