Siria, riapre il museo di Idlib

A distanza di cinque anni, riapre il museo in uno Stato ancora in guerra

Il 13 Agosto si è rianimato il museo della città di Idleb, nella Siria nord-occidentale a confine con la Turchia. Il museo era rimasto chiuso dal 2013, mentre imperversava la guerra contro lo stato di Daesh, oggi più noto con il nome di Isis (o Isil).

La città siriana è ancora al centro del conflitto e, anzi si trova ad essere il prossimo obiettivo dell’esercito di Damasco. Eppure, nonostante tutto, ancora sopravvive la voglia di rivalsa e il desiderio di ricominciare tutto da capo. E quale modo migliore di farlo se non con l’arte?

Gran parte del patrimonio artistico è andato perduto, per questo sarà esposto un numero limitato di reperti: anfore, statue, mosaici, lampade a olio e recipienti in argilla in due sale accessibili ai visitatori.

È il responsabile del sito di Idlib, Ayman al-Nabo a darci un resoconto del progetto: “Abbiamo effettuato lavori di restauro e di manutenzione nel museo di Idlib per riportarlo in vita. Vogliamo creare un centro di ricerca e studi archeologici. Ma è molto importante per noi organizzare visite per quella generazione di studenti che a causa della guerra della distruzione e della paura non possono visitare un sito archeologico”.

Un chiaro messaggio al mondo e all’Unesco perché intervengano e tutelino non solo il patrimonio artistico, ma anche un Paese ormai lacerato dalla guerra.

Un altro passo in avanti nella riconquista di uno stato se non di tranquillità, almeno di cessazione  temporanea delle ostilità: il 16 luglio gli archeologi hanno iniziato il restauro del sito archeologico di Palmira, vittima delle violenze dell’esercito di Daesh.

Otto studiosi stanno ancora lavorando nel ricostruire sculture, grazie all’aiuto degli specialisti del museo Pushkin di Mosca.

“Il lavoro è molto complicato, i terroristi hanno rotto le sculture in molti pezzi; abbiamo raccolto tutto in alcune scatole e catalogato le parti. Il mio team sta lavorando per incollarle insieme con una soluzione speciale” così Maher al-Jubari, direttore del laboratorio dei musei nazionali in Siria.

Sara Di Renzo