Rinnova i tuoi outfit con Armadio Verde, la start-up che ricicla i tuoi vestiti

Da quando si parla dei danni del fast-fashion e dalla moda sostenibile, fa venire in mente il successo che ha il vintage e l’usato grazie ad app come Depop o alle innumerevoli fiere del vintage nelle vostre città.

Ma se non siete dei venditori nati e volete liberarvi dei vecchi abiti con qualche vantaggio, è Armadio Verde la piattaforma che potrebbe fare al caso vostro. L’azienda ha cominciato nel 2011 dalla semplice esigenza della coppia di fondatori, Eleonora Dellera e David Erba, di riciclare gli abiti ancora nuovi della loro bambina. Dopo aver aperto un proprio store a Milano, la start-up è diventata un vero e proprio fenomeno online che nel 2015 è stata capitalizzata ricevendo finanziamenti che le permetteranno di implementare questo modello in altri paesi.

La vision di Armadio Verde nasce come realtà di sharing economy che rimetta nel mercato i vestiti ancora utilizzabili. Spedendo in maniera del tutto gratuita un pacco con i propri vecchi capi, i capi vengono valutati in base al materiale e al marchio guadagnando un punteggio in “stelline”. Le stelline guadagnate con le donazioni permettono di acquistare i capi in vendita con una piccola aggiunta in denaro.

Dalla fondazione Armadio Verde si è evoluto diventando un modello per la scena europea per la sua innovazione. Il riciclo di capi in disuso permette di arginare la produzione di rifiuti tessili e consentire una scelta consapevole a una clientela sempre meno incline agli sprechi. Armadio Verde, insieme ad altre start-up dell’usato potrebbe diventare una sfida colossale per i giganti del fast-fashion, che vedono i loro metodi di produzione e vendita sempre più contestati per i danni che fanno all’ambiente.

Quel che è certo è che i vestiti nel fondo dei vostri armadi sono tutt’altro che cibo per le tarme. Armadio Verde ha chiuso il 2017 con 600.000 euro di fatturato, mentre il mercato dell’abbigliamento usato ha fruttato negli USA 24 miliardi di dollari nel 2018, con previsioni che lo vedono in crescita costante.

Valeria Aliffi