2003/06/04 CATANIA : MORTO IL FOTOREPORTER TURI RAGONESE - Un'immagine scattata da Ragonese in occasione dell'omicidio di Sergio Lo Giudice avvenuto l'11/08/1992 (foto Salvatore Ragonese)

Questa è la mafia – La mostra di Domenico Calabrò

In occasione della ricorrenza che ricorda le Vittime della mafia, Social Up ha deciso di onorarli attraverso gli spezzoni contenuti nella mostra di Domenico CalabròQuesta è la Mafia: o arrestato, o morto ammazzato o reso povero. Conviene essere mafioso?“.

I volti dei morti ammazzati della mafia; i polsi stretti dalle manette che stringono in una morsa la legalità; i beni confiscati alla criminalità organizzata.
E’ quel che rimane di una vita rotta dal pianto eterno di vittime imbonenti; dal dolore di una società che scivola nel degrado; dalla violenza di chi non ha mai conosciuto la parola “amore”, declinata in tutti i suoi più profondi significati. E’ quel che si vuole mostrare a chi, di mafia, ne ha solo sentito parlare attraverso talk show, servizi dei tg che in un minuto e mezzo non possono raccontare sentimenti e sgomenti che si celano dietro il sangue versato attraverso piccole parentesi di riflessioni dove la gente – quella che vive per strada quella che non conosce la politica – non vuole né può intervenire.

[…]La mostra ci fa conoscere invece un volto del fenomeno: quello reale. Crudo. Duro come un pugno sullo stomaco, come un calcio in bocca, come una pallottola in testa. Volutamente. Perché tutti sanno, ma in pochi riescono davvero a guardare oltre. Perché tutti conoscono, ma in pochi hanno visto come si può ridurre un corpo riverso a terra, dopo aver rotolato in mezzo al fango. 

Lo scopo è educativo e vuole scuotere – in maniera trasversale – le conoscenze di tutti: giovani e meno giovani. Solo “guardando in faccia la realtà” si può comprendere la portata di un fenomeno. Solo fissando in mente le conseguenze di una scelta si può scegliere di non cadere nella trappola della mafia. Solo osservando qual è la direzione in chi porta questa strada, si può scegliere di virare. Anche quando si è al bivio.

Il messaggio che si vuole mandare attraverso questa mostra è quello di una forte denuncia nei confronti di questa “strada marcia” che è la mafia, una strada che non ha sbocchi se non quello della morte o del carcere. Come diceva Peppino Impastato: “la mafia è una montagna di merda” e giornalmente deve essere ribadito a chiunque. Non è possibile che ancora nel nostro secolo ci siano lotte tra clan che sterminano famiglie per la contesa del territorio. Come animali. Perché questo sono, ma non a voler offendere gli animali, bensì nell’accezione che questi esseri non hanno razionalità, che sono dotati solo di irruenza e malvagità che nuoce alla Nostra Terra. Abbiamo sofferto molto ed è arrivato il momento che tutti sappiano veramente quanto la mafia faccia schifo.

Non è autorizzata alcuna riproduzione delle fotografie o del testo di proprietà della famiglia Calabrò.

Andrea Calabrò