Parte da Reggio Emilia senza aspettare l’esito del tampone per Cagliari, 40 persone in quarantena per un atto di irresponsabilità

Durante questi giorni di passaggio dalla fase 2 alla fase 3, si discute tanto se porre dei protocolli aggiuntivi a coloro che con l’arrivo di giugno, preparano la valigia per spostarsi da una regione all’altra. Sono in tanti che aspettano di potersi muovere, dopo mesi di reclusione e di allontanamento da parenti ed amici fuori regione, verso mete al momento precluse. Ma al sogno della partenza, si interpongono i primi sbarramenti posti dai vari presidenti delle regioni, si parla di un passaporto immunitario, ovvero, colui che deve partire, occorre che si sottoponga a vari esami che certifichino di non essere infetti. Ma quali esami e dove eseguirli, se ancora tutto è incerto sulla validità degli stessi esami sierologici. Inoltre, può bastare, oppure è sufficiente utilizzare testa e buonsenso, oltre che le normali misurazioni, e tutti i protocolli di prevenzione. E’ il caso di dire che i controlli se non effettuati in tempo servono a ben poco. Un uomo di Reggio Emilio, di 64 anni, impegnato nel settore alimentare, si è recato a Cagliari per motivi di lavoro, prima di partire si è sottoposto ad un tampone. Peccato però che non abbia aspettato, come dovrebbe essere logico, l’esito. Giunto nell’isola, ha iniziato ad avvertire dei problemi respiratori, prontamente ricoverato nel reparto malattie infettive dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, è risultato positivo al coronavirus. nel frattempo è arrivato l’esito dello stesso tampone eseguito in Emilia prima di partire, anche lui positivo. Se soltanto avesse avuto il buonsenso di aspettare prima di partire, avrebbe evitato di sottoporre a quarantena almeno 40 persone che ha incontrato durante il suo viaggio. L’uomo, si è sottoposto all’esame con il tampone in Emilia, forse in merito al fatto che le sue condizioni era già precarie, aveva qualche sintomo, questo non è specificato al momento, ma si evince in ogni caso una grande irresponsabilità nell’intraprendere un viaggio quando si sospetta di poter essere positivi.

“Sta bene, ma prima di dimetterlo dovremo attendere almeno due tamponi negativi”, ha spiegato all’Agi il direttore del presidio ospedaliero Unico di Area del Santissima Trinità, Sergio Marracini.
Occorre tanto buonsenso se vogliamo non ricominciare tutto daccapo, con l’aggravante che adesso corriamo il rischio di soffocare definitivamente anche l’economia del nostro paese.
Alessandra Filippello