Nessuno vuole più lavorare come cameriere? Nasce una startup che mira a riqualificare le professioni della ristorazione e ospitalità

Con una community di 40mila utenti tra ristoratori e persone alla ricerca di lavoro nel settore Ho.re.ca, Restworld ha già ottenuto la fiducia non solo di piccoli locali ma anche di grandi catene come Burger King

Secondo il più recente report della Fipe, negli ultimi due anni nella ristorazione sono 45 mila le imprese scomparse e circa 300 mila i lavoratori che hanno perduto il proprio impiego. Grazie alla ripartenza degli ultimi mesi la ricerca di professionisti e neofiti del lavoro della ristorazione che vogliono imparare è cominciata ma il mondo è cambiato e il match non è più così semplice.

Lavorare nella ristorazione è sempre stato considerato da molti un lavoro di passaggio e che non garantisce una crescita professionale, anche per via della scelta di assumere e lavorare in nero: le attività, pur di sopravvivere, si accontentano di lavoratori poco formati e disponibili nell’immediato e i lavoratori, pur di guadagnare, accettano condizioni lavorative piuttosto precarie. Un effetto a catena che col tempo ha lesionato irreversibilmente l’intero settore: se un lavoratore vuole fare carriera, quello della ristorazione è uno degli ultimi settori che prende in considerazione.

Dal 2020 però Restworld, la startup che mira a diventare il punto d’incontro per chi lavora nella ristorazione, nel turismo e nell’ospitalità, vuole cambiare la situazione e aiutare chi lavora in questi ambiti a riqualificare le proprie professioni, garantendo contratti equi e soluzioni ottimali per entrambe le parti al fine di garantire il benessere di tutti gli attori coinvolti in questo settore.

Etica, sostenibilità e innovazione: ecco come migliorare l’incontro tra domanda e offerta

Restworld è un progetto che, fondandosi su 3 principi chiave come etica, sostenibilità e innovazione, desidera rendere meno complesso l’incontro funzionale tra domanda e offerta di lavoro. Tramite la piattaforma, chi cerca lavoro può trovare il giusto locale nel quale lavorare a contratto e i ristoratori possono selezionare le persone più giuste da aggiungere al loro team.

Il nostro obiettivo è quello di modificare il paradigma secondo cui la ristorazione è un’attività logorante basata su turnazioni esagerate, lavoro in nero e bassa qualità di manodopera mista a una bassa qualità ed etica imprenditoriale caratteristica del “ristoratore medio”. Vogliamo dare risalto a tutti gli imprenditori e imprenditrici che già valorizzano il proprio personale e fare in modo che si veda la ristorazione come un vero e proprio settore in cui investire e puntare a crescere.” spiega Luca Lotterio, fondatore di Restworld.

Grazie a una community di più di 40mila utenti, Restworld desidera mettere a disposizione di associazioni, ministeri e PA la grande mole di dati raccolti, così che possano essere utilizzati per guidare le scelte che verranno prese in futuro riguardo i CCNL del settore, migliorando il rapporto tra i due attori coinvolti. L’obiettivo è far riconsiderare il lavoro nella ristorazione non come una parentesi lavorativa ma come una carriera vera e propria.

Dalle grandi catene all’Europa: i piani di Restworld

Ad oggi, i ristoranti che si sono affidati a Restworld e che ne condividono i valori sono circa 640 e i profili di lavoratori supportati sono più di 47mila. Le posizioni lavorative a cui Restworld ha fatto da tramite sono circa 1500 e le persone che la startup ha aiutato ad essere assunte sono più di 500

Oltre a piccoli ristoranti e attività ricettive, Restworld è stata scelta da aziende multinazionali come  Burger King, Nima e Lavazza ed entro il 2023 punta ad scalare e portare il proprio servizio in Europa. Il team di Restworld, che nel 2020 contava 4 persone, oggi ha raggiunto quota 20, ma l’obiettivo è arrivare a un team di 50 persone entro la fine del 2023. 

Grazie al successo del lavoro che abbiamo fatto con i piccoli ristoranti, anche le grandi catene si sono affidate a noi per selezionare i propri collaboratori, riducendo così le tempistiche per la ricerca di persone qualificate. Oltre a rinforzare la base clienti in Italia, il prossimo passo sarà arrivare anche in Europa e dare la possibilità di scoprire che c’è un altro modo di gestire i rapporti di lavoro tra ristoratori e dipendenti, un modo che porta benefici a entrambi.”  aggiunge Lotterio.

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