Nasce “Attenti alle Bufale” per combattere la disinformazione

Il web è pieno di disinformazione o informazione scadente, ed al pari è nota la tendenza della maggior parte degli utenti di prendere tutto per vero. In particolare quando si ha un malessere, è stata sostituita la chiamata al medico di famiglia con il più immediato contatto con Google, andando a ricercare i presunti problemi. Quello che molti utenti non sanno è che Google non è un medico e spesso i siti di rimando sono così generici che non possono provvedere alla necessità di risolvere un problema di salute.

Quindi bando alle ciance, non cercate più dei tutorial su YouTube su come ottenere dei buoni risultati con un’operazione a cuore aperto homemade. La Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), sta lavorando per creare un sito che possa aiutare gli utenti a ridurre la tendenza a cercare informazioni su siti poco adatti. L’obiettivo è infatti di informare i cittadini contro le “false cure”, mettendo in guardia da ciarlatani ed informazioni non controllate veicolate dalla rete. Il nuovo “portale”, che sarà accessibile dal sito web della Fnomceo, dovrebbe partire entro un paio di mesi e si punta a coinvolgere esperti di fama nazionale che possano dare risposte chiare ai cittadini.

Una mossa sana, ma anche necessaria, come sottolinea la presidente del Fnomceo Roberta Chersevani che afferma: «Oggi la Rete rappresenta per un numero crescente di persone uno strumento fondamentale per informarsi, ma anche un luogo dove cercare “cure” e “terapie”. Purtroppo, però, in rete si pesca di tutto e spesso si corre il rischio di rimanere “impigliati” in informazioni false, poiché sul web non vi è alcun controllo a garanzia della validità scientifica dell’enorme mole di informazioni veicolate». E poi continua «l’ obiettivo è dunque potenziare l’informazione ai cittadini, tenendo sempre presente che il Codice Deontologico Medico ha regole ben precise: il medico non può allontanarsi da posizioni validate scientificamente, pena la radiazione».

redazione