Michael Beitz: il design che ci riporta alle emozioni

Quante volte ci siamo sentiti incompresi, soli e incapaci di razionalizzare i nostri pensieri? L’artista Michael Beitz, deve essersi posto proprio questo quesito prima che le sue opere prendessero vita. Quest’ultime, infatti, perlopiù sculture ed installazioni, riproducono al meglio la complessità delle relazioni umane d’oggi. L’oggetto, che prima era solo di design, si trasforma così in soggetto, caricandosi di emozioni che lasciano spazio ai pensieri più intimi e trovano più che un uso funzionale: una rinnovata scoperta di ciò che lo stesso può trasmettere. Dunque l’oggetto è solo il tramite per un passaggio di sensazioni, pensieri, riflessioni: abbandonando l’uso funzionale, si riscopre un gusto tipicamente artistico che ci riporta a significati altri, all’emblematicità dei rapporti umani.

Il divano è così, ad esempio, avvolto su se stesso come ad identificare l’uomo che, proprio sul divano, si allunga cercando la comodità. Ma ancora, lo stesso divano rimanda anche ad una specie di lotta, si parla forse addirittura di quella con sé stessi. Le sensazioni che scaturiscono dalla visione di questi oggetti sono molte: amore, passione, ma anche delusione e sacrificio. Concetti tanto astratti quanto comunque radicati in ognuno, in quell’ottica empatica che contraddistingue la specie umana. L’incomunicabilità esordisce dunque nelle opere di Michael Beitz, mostrando come un tavolo che sembra innalzarsi e prendere vita, fino a schermare la visione dei due soggetti. In realtà, solo spostandosi appena dalla propria posizione seduta, gli oggetti potrebbero tornare a vedersi e perciò ritrovarsi. Il tavolo è ciò che si frappone fra i due, ma forse lo stesso tavolo riecheggia il suono della rabbia, della paura, della frustrazione.

Ed ancora, un enorme punto interrogativo campeggia in quella che pare essere una piazza, e assume le sembianze di un ulteriore tavolo al quale molti giovani siedono. Ecco che il tavolo-interrogativo, sembra dunque protrarsi verso gli stessi giovani, nell’incertezza che domina la loro generazione. Le opere di Beitz sono semplicemente la messa a nudo di una realtà quotidiana e di una società sempre più scettica, che spesso, immersa nella frenesia totale, non lascia spazio alle emozioni più profonde. L’arte si fa dunque parola, in un continuo susseguirsi di pensieri e sensazioni che sembrano prendere vita attraverso quest’ultima.