MFW: La sfilata di Gucci è un teatro di maschere, borchie e lattice

Ci aveva lasciato di stucco l’anno scorso con la sua sfilata in sala operatoria, tra teste mozzate e riproduzioni di piccoli draghetti. Ma che le sfilate di Gucci siano un complesso di fusione teatrale e artistico è ormai chiaro. Alessandro Michele, direttore creativo del brand Gucci dal Gennaio 2015, anche quest’anno non si è risparmiato.  Per la collezione Autunno\Inverno 19\20 appena lanciata in passerella propone, come sempre, il suo profilo eclettico. Ecco allora donne e uomini eccentrici, caratterizzati da un mix&match evidente e da un accostamento di tessuti e colori piuttosto contrastante. Alle calze borgogna in pizzo si sovrappongono spalline rigonfie ed imbottite. Collari, ginocchiere e calzettoni. Rouches e paillettes in contrasto con accessori borchiati ed in lattice.

Ma ciò che ci colpisce di più della sfilata è il dubbio amletico che vi è alla base della collezione, esternato ed evidenziato dalla presenza di maschere. Maschere parziali, intere, colorate o dorate.  Ma per celare le identità o rivelarle? Questo interrogativo non ci lascia per tutto il corso della sfilata. Anche la location suggerisce un effetto dirompente: oltre 120 Led pronte ad illuminare la lunga passerella specchiata per oltre 100 metri. Giochi di luce, di suoni e di melodie. Un’immersione straordinaria in quella che è effettivamente una moda irrisolta, caotica ma allo stesso tempo d’effetto: una ricerca interiore dell’eclettismo e unicità di cui Alessandro Michele si fa portavoce.

Valentina Brini