Mantello dell’invisibilità: da Harry Potter alla scienza

L’Inghilterra è la patria della magia: è la terra che ha dato i natali alla scrittrice dalla cui penna è nato Harry Potter, ed è sempre l’isola dell’English Breakfast a darci oggi il mantello dell’invisibilità. Avete capito bene, quel meraviglioso pezzo di stoffa che rendeva invisibile il maghetto più famoso del mondo, è stato quasi riprodotto dall’Università Queen Mary. Si tratta di un materiale in sette strati costituito da nano particelle che, come per magia, rende invisibili alle onde elettromagnetiche l’oggetto che gli si nasconde sotto.

L’esperimento, pubblicato recentemente sulla rivista Scientific Reports, ha visto come protagonista un oggetto sferico della grandezza di una pallina da tennis, che è stata raggirata dalle onde elettromagnetiche senza determinarne la dispersione. Infatti, normalmente, quando le onde elettromagnetiche colpiscono un oggetto curvo come appunto una pallina da tennis, queste si disperdono. Il ricercatore italiano Luigi La Spada, membro del team londinese, ha dichiarato che questi materiali hanno specifiche proprietà elettromagnetiche, che non si riscontrano normalmente in natura ed hanno proprietà che consentono all’onda elettromagnetica di poter aggirare l’ostacolo.

Questo ci fa capire che in realtà la realizzazione del mantello dell’invisibilità di Harry Potter è ancora lontana, ma i ricercatori affermano che gli studi compiuti saranno comunque utili in altri campi, come quello delle micro antenne o quello aerospaziale. E′ stato anche specificato che, nonostante l’esperimento sia stato fatto su una combinazione specifica di frequenze, esso è applicabile a tutti i fenomeni che obbediscono alla legge della equazione delle onde. Quindi, con le dovute modifiche, sarà possibile sperimentare “sparizioni” a livello acustico. Scienza o magia? Forse entrambe: l’una ci dà la speranza di poter usare questa meraviglia in un futuro prossimo, l’altra ci incanta e ci fa sognare.

Nausicaa Borsetti