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Libera lo streamer di successo che c’è in te!

Da passione a professione, e pure ben retribuita, se si sa come fare: è la storia recente di tanti ragazzi e ragazze, ma non mancano le persone meno giovani, che sono diventati streamer. Vale a dire coloro che trasmettono dei contenuti live su una piattaforma online e che sono seguiti da altre persone, spesso disposte anche a pagare per sostenere le attività dei loro beniamini. Altri lauti guadagni arrivano da sponsor, tornei e attività collaterali. I contenuti trasmessi possono riguardare mondi molto distanti tra di loro: dai videogames alla cucina, dal poker live all’attività fisica. L’importante, infatti, per diventare uno streamer non è tanto il “cosa” quanto il “come”: la propria attività va messa online in diretta e bisogna avere una community di utenti interessati ad assistere, discutere e interagire.

Videogamer per passione – Il mondo degli streamer offre tante possibilità, ma la strada più battuta è quella degli amanti di videogame, dove è possibile imbattersi in personaggi da milioni di followers. Ninja, uno dei più famosi streamer di Fortnite, ha recentemente dichiarato di avere 16 milioni di persone nella propria community e di averne ricavato, fino a ora, qualcosa come dieci milioni di dollari (circa nove milioni di euro). Non solo, la sua fama lo ha portato anche a entrare dentro il mondo di Fortnite che proprio pochi giorni fa ha rilasciato la “skin” di Ninja nel videogioco.

Dagli USA all’Italia – Non bisogna pensare che il fenomeno degli streamer sia legato solo agli Stati Uniti d’America, dove è nato. L’Europa e l’Italia contano ormai diversi professionisti del settore, con numeri da capogiro. Qualche esempio? POW3Rtv, lo streamer italiano più seguito su Twitch, può contare su qualcosa come 715 mila follower, Cicciogamer89, il secondo in classifica, ne ha quasi 350 mila, mentre JustGaBBO arriva a circa 330 mila followers. Numeri importanti e in continua crescita, grazie alla sempre maggiore interattivitàdegli italiani, come mostrato dal recente rapporto Digital 2019 di We Are Social.

Da dove iniziare – Ma come si fa a diventare uno streamer? Prima di tutto bisogna crearsi una community, cioè un gruppo di persone interessate alla propria performance. I luoghi virtuali più frequentati, in questo senso, sono sicuramente il buon vecchio YouTube ma soprattutto Twitch, la piattaforma dedicata ai contenuti live per ogni tipo d’intrattenimento, nata nel 2011 e diventata così famosa da essere poi acquistata, per quasi un miliardo di dollari, dal colosso Amazon. Un segnale di come il settore sia considerato dai giganti del web uno di quelli in cui investire piene energie e risorse, viene da Microsoft che ha creato il proprio canale per streamer: Mixer.

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Quindi il settore più popolare è quello dei videogame e i giochi maggiormente seguiti sono: Fortnite, GTA V, Fifa, DOTA 2, League of Legends e via discorrendo. Per diventare uno streamer di successo ci si può buttare su questi videogame, che da soli attirano diversi milioni di persone.

Tra le tante attività di successo per uno streamer c’è sicuramente anche il poker, infatti sono tanti quelli che mostrano diverse situazioni di gioco e dispensano consigli via webcam. Per essere davvero al top bisogna però mettersi alla prova su piattaforme popolari, come quella di gioco poker 888, che offrono eventi capaci di attrarre tantissimi giocatori di alto livello.

Qualche dritta – Che si tratti di videogame, poker online o qualsiasi altra attività, per emergere dal nugolo di persone che cercano di trasformare lo streaming in una professione non ci sono regole fisse, ma qualche consiglio utile lo si può sicuramente dare:

  • La prima cosa è focalizzarsi sui propri obiettivi. Chiedersi: “Perché qualcuno, in Italia o nel mondo, mi dovrebbe seguire magari pagando anche un abbonamento?” è la regola base. Per creare una community bisogna offrire qualcosa di nuovo e di unico, perciò osservare chi ha già avuto successo può essere importante ma, bisogna trovare la propria strada, anche di nicchia, per diventare il nuovo idolo.
  • Puntare sull’interazione. Non basta trasmettere le proprie partite, o la propria musica, lasciando la community come uno spettatore passivo. Serve un po’ di oratoria, la capacità di coinvolgere e di entrare in relazione diretta con gli altri.
  • Siateregolari: meglio scegliere sempre gli stessi orari di streaming, per creare un’abitudine, allungando pian piano la propria permanenza, ma senza strafare. Gli streamer professionisti restano live anche per 7-8 ore ogni giorno. All’inizio potrebbe essere eccessivo: un buon orario di partenza non va tuttavia al di sotto delle due ore.
  • Scegliere il nome del canale giusto è fondamentale. Meglio evitare caratteri troppo strani da riprodurre: gli utenti dovranno trovarti facilmente. Fondamentale, poi, usare lo stesso nome su tutti i canali e anche per la propria mail di riferimento.
  • La strumentazione necessaria include microfono e webcam, ovviamente. Sulla qualità non si può lesinare: bisogna farsi sentire e vedere bene, altrimenti l’utente cambierà canale. Occhio quindi anche alla capacità del proprio upload: la cosa peggiore che può accadere è attrarre nuove persone e non poter interagire a dovere con loro!
  • L’ultimo consiglio, è forse il più importante, è l’empatia: provate continuamente a mettervi nei panni di chi vi dovrebbe ascoltare. Non ci sono regole precise e non è detto che quanto ha funzionato con un altro streamer sia giusto per voi. Provate, innovate, create un format che nessuno ha mai visto. In una parola divertitevi a essere voi stessi e fate divertire gli altri.

Sembra facile ma non lo è affatto e lo è ancora meno farlo in maniera costante e continuativa senza perdere la tensione e la voglia di migliorare.

Non è una garanzia di successo per diventare veri e propri streamer, ma è solo l’inizio.

redazione