L’house italiana conquista il mondo: intervista al dj Simone Liberali

Simone Liberali è uno di quelli che potremmo chiamare “giovani promesse della musica”. Ma più che di promesse, qui si parla di fatti.

Liberali inizia la carriera di dj da giovanissimo. Nato nel ’94, a soli 18 anni i suoi pezzi colpiscono la scena house e diversi dj stranieri vogliono suonare le sue tracce. Si conferma artista regolare nelle principali discoteche d’Italia quali il Cocorico, il Tenax e i Magazzini Generali. Nel 2017, a soli 23 anni, raggiunge definitivamente il successo con il brano “Can’t you see“, composto insieme al dj Leon. Il brano svetta in cima alle classifiche europee e mondiali del genere House e diventa la traccia più suonata del BPM Festival, evento dance nel quale suonano gli artisti più quotati di tutto il mondo. Attualmente Simone Liberali continua la sua carriera e suona in varie parti del mondo, come Ecuador, Argentina, Brasile, USA, Australia. Noi lo abbiamo intervistato per voi.

Hai iniziato la tua carriera a soli 16 anni, ma come è cominciata questa avventura? C’è stato un evento in particolare che ha segnato la svolta?

Sono sempre stato un grande appassionato di musica e già da molto giovane, per il mio compleanno, mi feci regalare una console composta da 2 lettori cdj 100 e un mixer 2 canali della Pioneer. Per la prima volta a 16 anni suonai al di fuori di casa mia, ovvero ad una festa privata di un’amico qui nella città dove sono nato: Pavia. Avevo di fronte circa 200 persone e ricordo che ero davvero molto emozionato, essendo per me la prima esibizione in una discoteca. Preparai tutto alla perfezione e a fine serata ricevetti moltissimi complimenti ed incitamenti a seguire questa strada del dj. Da quel momento cominciai a crederci sempre di più , iniziai a produrre brani miei e da quella prima festa privata, andata alla grande, cominciarono a diventare una al mese, con sempre più gente!

Cosa vuol dire essere un dj nel 2018 e, soprattutto, cosa vuol dire per te?

Per me il dj resta sempre in primis una passione , un divertimento. La cosa più importante è metterci tutto te stesso quando lo fai, dev’essere una cosa che senti dentro , nessuno ti può dire di farlo. Io ho iniziato a farlo perché frequentavo spesso le discoteche e mi soffermavo sempre su chi stava suonando , volevo essere io al suo posto un giorno e far ballare con la mia musica tutte quelle persone. Non dev’essere una cosa che ti senti di fare solo perché può essere una moda o perché vuoi essere qualcuno. Comincia a farlo perché davvero ti piace e senti di poter dare qualcosa, se poi il risultato è valido le soddisfazioni arrivano , sono una conseguenza! Io sono felice di ciò che faccio , ma voglio sempre di più, sempre! Ora fare il dj è anche più facile con la tecnologia che abbiamo, ormai i lettori cdj sono dei computer e possono permetterti di mixare in automatico sincronizzandoti le tracce. Consiglio sempre di imparare a suonare con i cdj 100 o ancora meglio i giradischi.

Il mondo della musica elettronica/house è spesso oggetto di critica da parte di chi la ritiene un genere di basso livello, una musica fatta “senza veri strumenti musicali”, relegata alle discoteche. Cosa risponderesti a chi ha questa visione superficiale della tua musica?

Che è fatta senza veri strumenti musicali non è 100% vero, ci sono tantissimi produttori che campionano i suoni direttamente da strumenti reali. Ora, tutte queste “macchine elettroniche” utilizzate per la produzione di brani, la maggior parte, emulano lo stesso suono di uno strumento. Io, per esempio, in studio ho una drum machine che emette perfettamente suoni di percussioni come bonghi, congas, piatti, ed una tastiera muta che può suonare ciò che vuoi in base al suono che gli mandi tramite il software. Può suonare esattamente lo stesso suono di un pianoforte classico. Non sto suonando lo strumento reale ma il risultato é lo stesso o, per lo meno, si avvicina moltissimo.

Da quando hai iniziato ad oggi, com’è cambiato il mondo della musica elettronica/house?

É cambiato tanto, soprattutto a livello tecnologico! Come ho detto prima, io ho iniziato a suonare quando ancora si usavano i cdj 100 massimo 400. Oggi si utilizzano i cdj 2000, che assomigliano a dei computer, e allora erano ancora in fase di uscita. Ora con questi lettori diventa piú facile per le persone imparare a mixare. Essendo abbastanza giovane e non avendo chissá quale esperienza alle spalle, non posso dirti che é cambiato esageratamente per me. Tuttavia chi ha iniziato molto prima di me ha visto un cambio radicale:  a livello di dj set (da vinile a lettori cdj ultra moderni e pc), a livello di strumentazione in studio, infine a livello promozionale, siccome ora i socials sono molto importanti (oltre alla musica) per farsi pubblicità.
Sono aumentati anche i dj/producer , c’é sempre piú gente che vuole cimentarsi in questo campo ed essendo tanti ognuno deve cercare di differenziarsi dalla massa e crearsi il proprio stile!

I tuoi brani si caratterizzano per le percussioni decise, i bassi profondi e le numerosi parti vocali. Quali artisti e/o quali ambienti ti ispirano nelle tue scelte stilistiche?

A dirti la verità non ho un produttore preferito al momento, ce ne sono tanti bravi che mi piacciono! Uno che mi ha spesso ispirato é Luciano, l’energia e lo stile che propone lui sono unici e cerco di avvicinarmi a quel tipo di sound, ma con una mia impronta.

Quali sono i tuoi progetti per questo 2018? Hai in cantiere qualche collaborazione?

Ho in cantiere diverse cose, diverse produzioni nuove che sto testando per i locali ora. Ho un altro progetto con l’etichetta “Saved” di Nic Fanciulli e qualche giorno fa ho chiuso un accordo con la società di eventi più importante della Grecia. Sono soddisfatto del percorso che sto facendo ma sto anche lavorando sempre di piú per fare sempre meglio. Preparatevi a diverse news che verranno rivelate pian piano, in cantiere ci sono molte cose.

Monica Valentini