L’anima spregiudicata di Parigi tra le mura del Moulin Rouge

Camminare all’imbrunire per le vie di una città magica, alzare lo sguardo e ritrovarsi a guardare l’immenso mulino rosso che appare come una visione circondato da palazzi e dalla gente che passa di fretta. La storia sulle origini del Moulin Rouge ha da sempre avuto un alone di mistero, poco si sa degli anni d’oro e la sua conseguente ascesa a livello planetario; un segreto che affascina da anni il mondo intero al punto tale da farci credere che la sua storia inaccessibile sia la chiave del suo successo, facendone un mito capace di attraversare epoche e continenti.

Questo teatro- cabaret nasce dalla volontà di due mestieranti dell’intrattenimento dell’epoca, Joseph Oller e Charles Zidler, impresari del mondo dello spettacolo già proprietari dell’Olympia. Inaugurata nel 1889, nel quartiere parigino di Pigalle, il Moulin Rouge deve probabilmente il suo grande successo a diversi fattori, tra tutti la trovata scenografica dell’installazione della celebre torretta rossa, un’attrazione così forte che permetteva al locale ogni sera ad avere il tutto esaurito pur non cambiando quasi mai format.

Piste da ballo gigantesche e tende ovunque, bandiere colorate, specchi dappertutto e perfino un elefante, piccoli trucchi che oggi ci fanno sorridere ma che più di 100 anni fa rappresentavano una vera innovazione nell’immaginario collettivo dei frequentatori del mondo del varietà. Ballerine con costumi provocanti dai mille colori; bustini attillati che non lasciavano spazio all’immaginazione; tulle, ricami e merletti ornavano le gonne che si alzavano in modo malizioso mostrando le gambe con le vistose giarrettiere sulle note del Frenc Can Can. Quelle stanze divennero la casa dell’esuberanza e spregiudicatezza delle giovani parigine, uno spettacolo tra acrobazie e sensualità, tra il raffinato e il provocatorio.

Dal 1889 al 1952, presso il locale notturno parigino, vi lavorava un’orchestra stabile, con quasi settanta elementi, e con un direttore musicale fisso. L’orchestra suonava tutte le sere come apertura, il celebre can-can di Offenbach e altre musiche da ballo. La mattina, invece, quando il locale era chiuso, le ballerine si esercitavano in sala prove, accompagnate da un pianista. Il pittore Toulouse-Lautrec ritrasse spesso i frequentatori del locale e disegnò anche quelle che oggi si possono considerare delle vere e proprie locandine, come quella che ritrae “La Goulue”. Molte delle ballerine degli spettacoli divennero famose, come per esempio Mistinguett, che disse di aver assicurato le sue gambe per 500mila franchi.

L’intera Parigi amava il Moulin Rouge, i rappresentanti della borghesia, che pure avrebbe dovuto essere abituato a una certa ostentazione di ricchezza, ne rimasero stregati; il popolo per la prima volta cominciò lentamente ad avvicinarsi a quel mondo, grazie ad una campagna di prezzi studiata appositamente per permettere a tutti di poter assistere ad uno spettacolo.

Ed ecco quindi spiegato il segreto inconfessabile di questa istituzione parigina. Che ancora oggi conserva un fascino tutto particolare. Se di giorno questo luogo simbolo perde il suo fascino, ecco che ogni sera si accende di colori e seduzione proprio come il primo giorno.

Claudia Ruiz