La verità dietro il movimento #FreeBritney

L’hashtag #FreeBritney è diventato virale a causa della strana serie di video postata degli ultimi mesi da Britney Spears. La vicenda dietro all’apprensione globale per l’icona del pop sembra essere un groviglio intricato di vicende familiari, ricoveri psichiatrici e interessi economici. La corte emetterà il verdetto sulla liberazione di Britney il 22 luglio. Nell’attesa, capiamo cosa è successo.

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Le persone leggono nei testi di canzoni come “Overprotected”, “Piece of Me” e “Circus” un modo per comunicare il suo sentirsi in gabbia e controllata. Tutto il mondo si chiede cosa le stia succedendo, ed alcune teorie complottiste ipotizzano che non siano solo l’ennesima conferma dell’eccentricità di Britney, ma un codificato grido di aiuto. La petizione online per “liberarla” ha già raggiunto le 100 mila firme in meno di 30 giorni. In America, le petizioni così sentite solitamente ottengono sempre una risposta ufficiale.

La situazione 

Nonostante la cantante resti attiva sui social postando numerosi video di coreografie sincopate, lezioni di ginnastica e di messaggi di affetto alla comunità LGBT è chiaro che essere Britney non è facile. Al momento Britney ha 38 anni e non può uscire di casa, guidare la macchina, spendere i suoi soldi o scegliere il proprio avvocato senza il permesso di suo padre, Jamie Spears.

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Inoltre, non può pubblicare post sui social media senza approvazione, parlare con la stampa o fare interviste non scritte ed ha solo il 30% di custodia per i suoi figli Sean e Jayden. Tutto questo a causa di una serie di ricoveri in strutture psichiatriche avvenute nel 2008, dopo l’altamente pubblicizzata rottura con l’ex marito Kevin Federline, che hanno spinto il padre a richiedere temporaneamente la tutela legale di Britney.

Come funziona la “conservatorship”o custodia legale

La “conservatorship” è una disposizione legale che negli Stati Uniti consente a un tutore o “protettore” nominato dalla corte di prendere decisioni per conto di individui ritenuti incapaci di prendersi cura di se stessi. Tra queste si intendono solitamente persone che soffrono di demenza, schizofrenia o altre malattie che rendono il “tutelato” incapace di svolgere attività quotidiane. Mentre la disposizione garantisce al tutore, in questo scenario, un controllo massiccio sulla vita dell’individuo. Diciamo che il suo intero lavoro è garantire il benessere della persona e aiutarlo a prendersi cura di se stesso.

via usweekly.com

E chi meglio del creatore della hit di successo Piece of Me, il paparino Jamie Spears, potrebbe ricoprire questo ruolo? Il problema è che in 12 anni di tutela Britney ha dimostrato più volte di essere capace di badare a se stessa. Dal 2008 ha pubblicato diversi album in studio e ha fatto un tour mondiale per Circus, il sesto album in studio che ha incassato oltre $ 131,8 milioni ed è stata giudice di X Factor USA. Anche la sua presenza online, prima degli ultimi tempi era testimonianza positiva della sua salute.

 

La reazione di Britney

Nel 2019 Britney è tornata in una struttura psichiatrica, ma fonti online come TMZ vociferano che il ricovero non fosse volontario. Anche i social media fioccavano accuse secondo le quali fosse il padre ad averla trattenuta contro la sua volontà. Il suo team ha fortemente negato tutto.

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Qualche mese dopo, la cantante di Toxic ha chiesto alla corte di allentare le restrizioni a suo carico e ha ammesso di essere stata trattenuta presso la struttura di salute mentale contro la sua volontà, dopo aver rifiutato un’assunzione di farmaci forzatagli da suo padre. Il giudice non ha però acconsentito all’allentamento. Nel settembre 2019 la sua responsabile di cura di lunga data Jodi Montgomery, è stata nominata sua nuova tutrice dopo le dimissioni del padre. E’ ora in attesa di audizione almeno fino al 22 agosto 2020 un’eventuale modifica delle restrizioni.

Teorie complottiste e TikTok

Questa è la punta dell’iceberg di ciò che è noto come #FreeBritney. La madre Lynne Spears ha messo “like” a post sui social media che sostenevano la tesi del ricovero forzato, rafforzando la fiducia del pubblico nel movimento. Più recentemente, Lynne ha presentato una richiesta al tribunale della contea di Los Angeles per avere più voce in capitolo nelle finanze della pop star. Il team della Spears ha disabilitato l’hashtag #FreeBritney dopo che ha iniziato a circolare su Twitter causando curiosità sulla vicenda.

C’è anche una serie di TikToks recentemente pubblicati dal suo ex regista e fotografo Andrew Gallery in cui legge una lettera a sua detta consegnatagli dalla cantante nel 2008. La lettera afferma che in realtà Britney continua ad avere il controllo completo sulle sua finanze. Quello che è certo è che il suo patrimonio è sceso da 672 milioni di dollari a 56 milioni nel periodo della tutela. Se non è Britney a controllare la sua fortuna, dove finiscono tutti quei soldi?

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La piattaforma per #FreeBritney

Per aiutare Britney a riprendere il controllo della sua vita è ora disponibile c’è un’esclusiva piattaforma online, dove sono aperte le iscrizioni per partecipare ad un raduno #FreeBritney, per firmare la petizione diretta alla Casa Bianca, al procuratore della California Generale e Contea di Los Angeles.

 

Irene Coltrinari