La vera storia dell’Uomo Nero? Ecco chi sono gli “Shadow People”

Da bambini si temeva l’Uomo Nero, il cosiddetto Boogeyman per gli americani o, come lo chiamano in Portogallo, El Coco. In Italia è chiamato il Babau. I film sul tema non si sprecano, basti pensare alla saga di Boogeyman fra il 2005 e il 2011, Intruders del 2011 e Babadook del 2014, giusto per citarne alcuni. L’Uomo Nero, nell’immaginario collettivo, non ha specifiche connotazioni: è oscuro e amorfo, cattivo e nottambulo. Al cinema esistono però altri film che s’ispirano a figure leggendarie capaci di farsi venire un brivido sulla schiena: le inquietanti Shadow People, il popolo ombra.

Prova a immaginarti mentre sei seduto/a comodamente sul divano davanti alla tv, nel tuo salotto scarsamente illuminato. All’improvviso noti un movimento con la coda dell’occhio, un’ombra che attraversa la stanza. Sai che in casa non c’è nessuno a parte te. Dai una seconda occhiata, ma niente: forse è stato semplicemente un effetto ottico. Menomale… che paura eh? Aver verificato che non c’è nulla ti fa scrollare di dosso quella strana sensazione di disagio che rimaneva sospesa sullo stomaco… Quindi ritorni a guardare la TV. Pochi istanti dopo però… eccolo di nuovo! Questa volta hai alzato lo sguardo rapidamente e l’hai vista: un’ombra fugace umanoide che si spostava in fondo alla stanza. Cerchi di riordinare le idee e mantenere il controllo, così provi a mettere a fuoco meglio e poi accendi la luce. Fortunatamente non c’è nulla. Che cos’era quindi quell’ombra che hai visto passare? Frutto della tua immaginazione? Un’ombra naturale che per un effetto ottico sembrava muoversi? Un fantasma? Un alieno? Oppure è quel fenomeno di cui avevo letto qualcosa di sfuggita su internet noto come Shadow People?

Cosa sono le Shadow People?

Come sempre cercherò di raccontare prima la leggenda e in seguito di dare una possibile spiegazione al fenomeno, il cosiddetto fondo di verità.

Nel corso della storia, molte persone hanno affermato di essere state visitate da ombre in movimento. Per semplificare manterrò il termine inglese Shadow People, ovvero Popolo Ombra.

Si tratterebbe di entità che sono percepite come un’ombra dalle fattezze umanoidi, interpretate dai credenti nel paranormale come spiriti o altre entità ultraterrene. I racconti di queste ombre simili a sagome umane, provengono da diverse parti del mondo. La maggior parte di queste creature ombra apparirebbe attraverso la nostra visione periferica, e le persone che le vedono, spesso non sono in grado di descrivere in dettaglio le caratteristiche di queste entità mistiche, a parte le loro forme umanoidi senza connotati e, occasionalmente, con occhi rosso fuoco. Esistono alcune varianti nelle descrizioni: figure che avrebbero la sagoma di umanoidi con una tunica e un cappuccio (in Campania direbbero che è lo spirito del Munaciello), altri raccontano di un’ombra con un cappello a tesa larga stile Fedora o Borsalino, chiamato Hat-Man (l’uomo col cappello). Fra i vari racconti ci sono anche ombre dalla testa calva o dalle lunghe braccia.

Sebbene si credesse generalmente che le persone vedessero queste ombre solo con la visione periferica dell’occhio, sempre più persone sostengono di vederle direttamente e per periodi più lunghi. Alcune testimonianze raccontano di averle viste attraversare le stanze di casa, altre affermano di averle viste seminascoste dietro le porte, e così via. C’è chi dice che abbiano un’aria minacciosa e malevola, chi afferma che si nutrano delle nostre paure e stati d’animo negativi, e chi è convinto che si tratti di larve energetiche; altri ancora sono convinti che siano semplicemente “spettatori”, forse viaggiatori del tempo che passano attraverso la nostra dimensione.

La credenza popolare più diffusa è convinta che queste entità abbiano cattive intenzioni: probabilmente associano lo scuro dell’ombra con le tenebre. Le varie testimonianze raccontano però diversi comportamenti e personalità. Una delle testimonianze più comuni affermano di aver visto queste sagome oscure accanto al proprio letto, spesso associate alle paralisi del sonno. La maggior parte delle persone racconta di averle viste nascondersi nell’oscurità, dietro ad angoli o porte, immobili come se stessero curiosando. Dai racconti sembrerebbe che queste entità non siano legate a ostacoli fisici, anche se altri assicurano di averle viste aggirare gli ostacoli. Qualche coraggioso ha affermato di aver provato a illuminare la zona nella quale aveva visto l’uomo ombra, ma parrebbe che la luce non riesca a penetrare la loro consistenza e che forse, per paura, preferiscano scomparire.

Tipologie di Shadow People

Come spesso accade, è difficile fare una statistica precisa sulle testimonianze di fenomeni paranormali, giacché le descrizioni, come abbiamo visto, sono sempre molto diverse. La descrizione più comune è quella di ombra amorfa, come una sorta di nebbia oscura. Si dice che quello sia uno stadio, il primo, al quale poi succederanno altri stadi in cui l’entità prenderebbe forma umanoide. Difatti, man mano che l’entità è ulteriormente vista, la massa nera sembra iniziare ad assumere la forma di una persona o di una forma animale, ma sempre senza connotati. Qualche più rara testimonianza le ha viste divenire col tempo semi-trasparenti. Anche la loro altezza varia fra le testimonianze. La maggior parte le descrive con fattezze simili a bambini, alte 1,20 mt o poco più, che sembrano muoversi o nascondersi in casa con il solo scopo di curiosare.

Durante la lettura del libro che ha acceso la mia passione per la ricerca di questi fenomeni, Spettri di Mary Roach, sono venuto a conoscenza dei coniugi Oester: David (chiamato Dave) e Sharon. Durante il periodo di ghost hunter, ho avuto la possibilità di mettermi in contatto con loro per ricevere maggiori informazioni sulle loro ricerche. Dave era noto per aver fondato una delle prime comunità online dedicate al paranormale, la IGHS (International Ghost Hunters Society) ed è stato l’autore di The Orb Theory, ma di Orbs ne parlerò in seguito. Il Dottor Oester, laureato in psicologia e radioamatore, ha fotografato una possibile Shadow People. Nell’immagine qui a fianco potete scorgerla dietro una struttura in legno. Purtroppo Dave è scomparso nell’autunno del 2015 dopo numerose tristi vicissitudini personali, quindi non ho avuto più modo di approfondire questo particolare scatto.

Hat-Man, L’uomo col cappello

Un’altra delle figure più note fra le Shadow People è senz’altro l’uomo col cappello, in inglese Hat-Man. Sulle Shadow People ho cercato quante più informazioni possibili, da Jason Offutt fino a Heidi Hollis, attraverso i suoi interventi in una radio americana (ascoltati attraverso la pubblicazione su un cloud e YouTube) e leggendo alcuni suoi libri dedicati. Negli interventi radio e video della Hollis, ho potuto approfondire meglio la figura di quest’uomo ombra con il cappello. In una puntata del programma radiofonico Coast to Coast AM condotto da Art Bell, recentemente scomparso, si sente per la prima volta il nome Shadow People. Oltre alla Hollis c’era un altro ospite, la medium Amy Allen, che pubblicamente ha affermato che le Shadow People siano entità inter-dimensionali che finiscono nella nostra dimensione quasi accidentalmente. Sembrerebbe che all’apparizione di Hat-Man, alcuni testimoni non fossero in grado di descrivere la parte inferiore del corpo di questa entità, come se fluttuasse silenziosamente. Anche Hat-Man senza connotati in volto, quest’uomo-ombra, sembra prediligere camere e talvolta luoghi angusti come scantinati. Come le altre Shadow People, anche Hat-Man apparirebbe in situazioni d’intensa negatività in famiglia. Si dice, infatti, che il Popolo Ombra si nutra delle nostre negatività. Qualche testimonianza afferma di averlo visto con una borsa in mano. Personalmente ho conosciuto persone che mi hanno raccontato alcuni episodi vissuti da bambini. Inizialmente erano convinti si trattasse di ospiti in casa, amici dei propri genitori, ma dopo vari accertamenti, avevano capito che doveva trattarsi di qualche fenomeno insolito. Heidi Hollis però afferma si tratti di esseri extra-terreni, così come scrive nel suo libro The Secret War, e che l’uomo ombra sia un’altra entità se pur visto talvolta come ombra. Secondo un resoconto della Hollis, l’equipaggiamento di Hat Man consisterebbe in un completo a tre pezzi, di cui una camicia bianca con colletto e un cappello stile El Gaucho con la tesa larga e piatta. Come soprabito, un trench, ovvero un impermeabile lungo. Qualcuno le ha raccontato di aver visto addirittura un orologio a cipolla d’oro che veniva estratto da un taschino.
Perdonatemi l’ironia, ma mi ricorda molto il Bianconiglio di Alice nel paese delle meraviglie. Altre persone invece descrivono di intravedere occhi rossi, così come nelle Shadow People. Alto, magro e pallido, sembrerebbe avere un pizzetto ben curato. Qualcuno l’ha visto persino sorridere.

Probabilmente il cappello viene da un’associazione mentale (o volutamente inventata), quale simbolo universale di potere, archetipo che trasmette forte influenza e controllo. La leggenda ipotizza però che il cappello potrebbe essere una forma di travestimento per coprire una testa dalla forma insolita, e il mantello che spesso è citato nella descrizione, potrebbe anche essere una copertura per camuffare il suo corpo insolito e non umano.

Sono davvero un’antica credenza?

Ho spesso letto che le Shadow People abbiano origini antichissime, si dice risalgano ai primi del 600 a.e.v. (avanti era volgare). La leggenda, infatti, cita gli antichi Egizi quali credenti di queste persone ombra che chiamavano “khailbut”. Niente di più falso: innanzitutto il nome è uno storpiamento voluto per farne perdere traccia, del Khaibit.

Il Khaibit era un’ombra presente sempre in ogni persona, quindi non una persona ombra. Era sì di colore nero, ma era considerata una parte animica molto simile al Ka, ma anche opposto allo stesso. Mentre il Ka tendeva a conservare gli aspetti positivi dell’esistenza terrena, il Khabit, detto anche Sheut, invece era l’emanazione che si formava dalla presenza di aspetti negativi. Evidentemente quest’ultima caratteristica deve avere ispirato la leggenda. Il Khabit però era essenzialmente l’ombra dell’anima e non un popolo ombra. Si dice anche che anche i Greci e i Romani credessero in questo popolo ombra e che questo provenisse dagli Inferi.

Nell’antica Grecia, l’aldilà consisteva di tre distinti regni. Quando qualcuno moriva, una moneta era messa in bocca per pagare Caronte per traghettare l’anima attraverso il fiume Styx. Questa moneta non era proprio un “pagamento”, ma un simbolo come segno di rispetto tra l’anima e gli déi: più grande era il valore della moneta e migliore era il posto che l’anima avrebbe preso nella barca di Caronte.

Una volta che l’anima arrivava dall’altra parte, il passaggio successivo era quello del cane a tre teste chiamato Cerbero, messo a guardia dell’ingresso degli inferi su cui regnava il dio Ade. Questa creatura ha ispirato Fuffi (in inglese Fluffy), il cane a tre teste che protegge la Pietra Filosofale al terzo piano della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts nel primo film di Harry Potter. Infatti, Fuffi, nel film, era stato comprato da Rubeus Hagrid da un uomo greco ed era stato messo a sorvegliare l’ingresso alle camere sotterranee nelle quali era custodita la Pietra Filosofale.

Tornando alle anime traghettate, dopo essere passate dal Cerbero, finivano al cospetto di tre giudici per dare un resoconto della vita che si era vissuta.
A partire dai tempi di Omero, i morti che non avevano ricevuto degna sepoltura o quelli che erano state vittime di una morte violenta, erano condannati a vagare per il mondo come fantasmi. Restando su Omero, nell’Iliade si parla dello spettro di Patroclo, una figura importante della guerra di Troia; appare all’amico ed eroe Achille, considerato il piè veloce o piè rapido, che lo rimprovera di non avergli dato degna sepoltura. E nel seguente passo si parla delle ombre:

«Tu dormi, Achille, e ti dimentichi di me. Non ti scordavi di me quando ero vivo, ma ora che sono morto ti scordi di me. Sono disteso fuori dal portale dell’Ade e le altre ombre non mi permettono di unirmi a loro oltre il fiume. Dammi sepoltura al più presto, in modo che anch’io possa passare. Quando mi avrai onorato col fuoco, non tornerò più dall’Ade. Mi ha ghermito la morte odiosa e non staremo mai più insieme, appartandoci dai nostri compagni, a discutere piani e progetti, come quello di conquistare Troia da soli. Presto la morte afferrerà anche te, per mano di un dio e di un troiano».

Le ombre di cui parla Patroclo però non sono entità particolari, bensì altri fantasmi come lui, dato che anch’egli si considera un’ombra. Infatti, Achille, appena si sveglio, batte un colpo di mani e dice:

«Ah, esiste anche nell’Ade l’ombra e la parvenza. Ma non è vita. Tutta la notte mi è stata accanto l’ombra di Patroclo, in tutto simile a lui: piangeva e gemeva e mi ha comandato molte cose, una per una»

Delle Shadow People quindi, non c’è “ombra” neppure nella storia antica.

Possibili spiegazioni

  • Spiegazione 1: Immaginazione
    La spiegazione più semplice e più probabile per il misterioso fenomeno delle Shadow People è quella della suggestione e di molta immaginazione, a volte la mente gioca brutti scherzi e basta credere in fenomeni spiritici per avere l’illusione di aver visto un’ombra in casa.
  • Spiegazione 2: l’illusione ipnagogica
    Gli incontri più segnalati con le Shadow People possono essere spiegati dalla scienza moderna, in particolare dal funzionamento del cervello umano. Molti testimoni oculari affermano di aver visto una persona ombra proprio nel momento in cui stavano per addormentarsi o nell’attimo in cui si erano svegliate. La maggior parte delle testimonianze ha riferito di trovarsi sul letto durante questi incontri, e riferiscono sensazioni di muscoli bloccati, come se fossero trattenuti da qualche forza misteriosa, una sorta di pressione sul petto come se ci fosse una qualcuno seduto sopra, creando anche affaticamento nella respirazione. Una volta che l’ombra scompare, i testimoni affermano, la spiacevole e terribile sensazione svanisce. L’illusione ipnagogica è un fenomeno noto anche come “dormiveglia”, una condizione fisiologica nella quale una persona non riesce a discernere tra il sonno e la veglia, e può anche essere una spiegazione plausibile di tali percezioni “paranormali”. Esistono moltissimi casi in cui si racconta di persone che si svegliano nel bel mezzo della notte, convinte che una figura malvagia sia in agguato nel buio, e nonostante i soggetti nel letto tentino di muoversi, il loro corpo in realtà non si muove.
    A quel punto cercano di urlare, ma dalle loro bocche non esce alcun suono. E intanto la creatura malevola si avvicina. Sembra la scena di un film horror, ma in realtà queste sono una tipologia di visioni da paralisi del sonno. La ragione per cui la paralisi del sonno è così spaventosa non è solamente per le immagini, ma per l’impotenza al muoversi e per non riuscire ad emettere alcun suono. Questo stato di “blocco” può portare ad allucinazioni intrusive d’individui malevoli e minacciosi.Un’altra tipologia di allucinazione è di sentire un peso sul petto o sull’addome, come se cercasse di soffocare il soggetto. Infine ci sono le allucinazioni vestibolari-motorie, nelle quali il soggetto è convinto di fluttuare o addirittura di volare, muovendosi al di fuori quindi del proprio corpo, spesso associato alle OOBE (Out Of Body Experiences, esperienze fuori dal corpo).
  • Spiegazione 3: la Pareidolia e la visione periferica dell’occhio
    Alcuni testimoni affermano di non essere stati sul letto durante gli avvistamenti, bensì in casa o in altri ambienti, e di aver visto dei movimenti con la coda dell’occhio.
    Il campo visivo dell’uomo si avvale di una doppia visione monoculare (due occhi). Il campo visivo monoculare si estende sul piano orizzontale in un angolo di 90° temporalmente e di 60° nasalmente, mentre sul piano verticale si estende di 60° nella visione superiore e di 70° in quella inferiore. Sommando per cui tutte le parti visibili si forma una sorta di visione ovoidale. I due campi visivi monoculari (occhio destro e sinistro) si sovrappongono parzialmente nella zona binoculare e il campo visivo binoculare amplia l’estensione laterale fino a circa 200°. All’interno di questo campo visivo, la visione distinta è più concentrata nella parte centrale della retina chiamata fovea. La visione foveale permette di riconoscere gli oggetti. Il resto del campo visivo invece è la visione periferica, caratterizzata da una bassa acuità visiva e da una maggiore sensibilità al colore. Nella visione periferica avvistiamo gli oggetti ma non riusciamo a riconoscerli perfettamente, percepiamo i movimenti ed è utile per segnali di avviso. Nella parte posteriore dell’occhio si trovano le cellule dei foto-ricettori: quelli chiamati bastoncelli e quelli detti conici, entrambi appartenenti alla retina. La nostra visione centrale, utilizzata per la visualizzazione dettagliata, fa affidamento sui coni, mentre quella periferica dipende dai bastoncini. Quando si osserva in ambienti un po’ bui, la nostra visione centrale è debole a causa della dipendenza dalla luce intensa, perché la visione periferica è molto più forte. La visione periferia allora funziona molto meglio in condizioni di scarsa illuminazione rispetto a quella centrale. Sebbene la visione periferica non sia utilizzata per distinguere i colori, sfrutta maggiormente la rilevazione del movimento. La combinazione di non vedere il colore e di avere un’eccellente abilità nel rilevare il movimento, potrebbe essere una spiegazione della visione di ombre viste con la coda dell’occhio. In alcuni addestramenti militari in notturna è spesso insegnato di orientare la visione ai lati, destro e poi sinistro, piuttosto che concentrarsi sugli oggetti scarsamente visibili dalla visione centrale. L’ombra poi prenderebbe una forma umanoide a causa della Pareidolia, un tipo d’illusione, o errata percezione, in cui il nostro cervello crea erroneamente un’immagine con caratteristiche umane o animali.
  • Spiegazione 4: Le diverse frequenze e lunghezze d’onda della luce
    Gli esseri umani vedono la gamma di luce conosciuta come lo spettro della luce visibile. I nostri occhi, infatti, possono vedere una gamma di lunghezze d’onda di 380-750 nanometri (nm). Nella nostra visione centrale, le varie lunghezze d’onda nello spettro della luce visibile, sono viste come colori diversi da tre tipi di coni appartenenti ai foto-ricettori, che vanno a coprire l’intera gamma di tonalità. Con un picco vicino al centro dello spettro visibile a circa 500 nm, la visione dei nostri bastoncini foto-ricettori, è sensibilizzata alle lunghezze d’onda del viola, del blu, del verde e del giallo. Non vedremo questi colori però come tali, bensì come varie sfumature di grigio. Le lunghezze d’onda più lunghe, quelle di colore arancio e quelle del rosso, saranno completamente eliminate dalla parte periferica della nostra vista. Potremmo per cui tranquillamente dire che la nostra visione periferica è in realtà più focalizzata alla gamma media della luce visibile e non interferisce con le lunghezze d’onda più alte. Sarà per questo che riusciamo a vedere cose che non vedremmo con la visione centrale? Sono dunque fantasmi o ombre-entità?

Conclusioni

Non essendoci la possibilità di raccogliere dati e prove tangibili per studiare il fenomeno delle Shadow People, e non essendoci alcuna prevedibilità e continuità delle apparizioni, non c’è modo di provare la loro esistenza. Una cosa però è certa a livello storico, visto che si parla di Shadow People nella storia: non c’è alcuna traccia pubblica della loro esistenza che risalga al 2001. In quell’anno, esattamente il 12 aprile, proprio il conduttore radiofonico Art Bell (nome d’arte di Arthur William Bell III, scomparso il 13 aprile 2018) che ho citato in precedenza in questo articolo, intervistò Thunder Strikes, uno dei tanti pseudonimi di Claude Harley “Swiftdeer” Reagan, un’insegnante definitosi guaritore, fondatore della DTMMS (Deer Tribe Metis Medicine Society, un’organizzazione no profit, che fornisce attività fisiche e spirituali, nonché metodi di guarigione). Durante quell’episodio, i due hanno parlato a lungo delle Shadow People, incoraggiando gli ascoltatori a inviare i propri disegni delle proprie terrificanti esperienze. Ovviamente ricevettero molte telefonate con testimonianze diverse.

Ma perché una puntata sulle Shadow People? Perché l’autrice di libri sul paranormale, Heidi Hollis, aveva presentato nello stesso talk show radiofonico e poco tempo prima, il suo libro dedicato alle Shadow People: The Secret War, affermando di aver dato questo nome alle oscure figure nel 1997.
Prima di quell’anno però non c’è alcuna traccia delle Shadow People!
Durante le telefonate da parte degli ascoltatori però, Bell li aiutava, appunto, a reinterpretare le esperienze personali, soprattutto quelle legate alle paralisi del sonno, riconducendole alle Shadow People. La Hollis divenne così un’ospite fissa del talk show, perché aveva portato centinaia di persone a seguire l’argomento delle Shadow People. Una volta che la leggenda si era diffusa, sono nate derivazioni di queste entità, viste come extraterrestri malevoli di origine rettiliana o, se più bassi, appartenenti agli alieni grigi, che potevano soffocare le persone dormienti.

Dagli alieni si passò ai viaggiatori spazio-temporali, in quanto proprio in quel periodo esplose la leggenda di John Titor, un fantomatico viaggiatore del tempo che intrattenne molti utenti di un forum ad accesso libero, raccontando di essere un soldato statunitense che era stato reclutato per compiere viaggi nel tempo per un progetto governativo del 2036, in cerca di un vecchio computer IBM 5100. Dai viaggiatori temporali si iniziò a parlare di quelli astrali, per poi approdare ai classici demoni. Quest’ultima idea deriva sicuramente dalla battaglia descritta nel libro della Hollis, in cui le Shadow People starebbero lottando contro Dio (come fu per gli angeli ribelli biblici capitanati da Lucifero). Per giustificare le diverse descrizioni dei testimoni, i credenti sono convinti che le Shadow People siano dotate di abilità “magiche” che li fanno apparire nella forma che più ci spaventa, e che sono capaci di svanire prima che qualcuno identifichi la loro vera forma.

redazione