Johnson & Johnson

Johnson e Johnson ”ha alimentato la dipendenza da oppiacei”: multa da 572 milioni

È una sentenza destinata a fare storia e sopratutto a dar vita ad un precedente che causerà una grande reazione a catena in tutti gli Stati Uniti. La multinazionale Johnson& Johnson è stata dichiarata responsabile di aver contribuito all’epidemia di dipendenza da oppioidi e condannata al pagamento di una multa da 572 milioni dollari.

Johnson & Johnson: la multinazionale statunitense già tristemente nota alla stampa per la produzione consapevole di talco cancerogeno

Johnson & Johnson è una società farmaceutica multinazionale statunitense fondata nel 1886; l’azienda produce farmaci, apparecchiature mediche ma anche prodotti per la cura personale per adulti e bambini. La multinazionale comprende numerosi marchi come Neutrogena (per prodotti di bellezza), Clean & Clear (per la cura del viso), Acuvue (lenti a contatto), Carefree e O.B. (assorbenti femminili), Piz Buin (creme solari protettive) e il conosciutissimo Johnson’s Baby (prodotti per l’infanzia e shampoo).

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Il marchio è già tristemente noto in quanto, dopo molte cause intentate da cittadini che avevano contratto il cancro a causa del talco rivelatosi cancerogeno, nel 2018 pubblicò dei documenti che fecero tremare gli Stati Uniti e non solo. La società dichiarò pubblicamente di essere a conoscenza della contaminazione da amianto del suddetto talco e di averlo nascosto al pubblico dal 1971: la multinazionale fu costretta a pagare 4,14 miliardi di dollari di danni punitivi e 550 milioni di danni compensativi.

La nuova sentenza del 26 agosto 2019 per la Johnson & Johnson: «ha alimentato crisi oppioidi», deve pagare 572 milioni di dollari

Lo ha stabilito il giudice dell’Oklahoma, Thad Balkman: Johnson & Johnson è colpevole di aver alimentato la crisi oppioidi.

Il procuratore generale Mike Hunter ha costruito la sua accusa sul fatto che la Johnson & Johnson avesse diffuso informazioni sui suoi prodotti incomplete e fuorvianti ai medici e cittadini. Le tecniche di marketing ingannevoli per vendere i potenti antidolorifici diffusissimi in tutto lo stato nascondevano gli alti rischi di dipendenza.

Gli oppioidi che sono stati prescritti negli ultimi 3 anni sono numeri da record; solo in Oklahoma sono state prescritte 18 milioni di ricette in tre anni per una popolazione di 3,9 milioni e solo nel 2015 si stima che siano state dispensate nello Stato oltre 326 milioni di pillole di oppioidi, pari a una media di 110 pillole per ogni adulto dell’Oklahoma. Dal 2000 circa 6.000 residenti sono morti per overdose di oppioidi.

L’azienda, dopo aver stipulato un contratto con i coltivatori di papavero in Tasmania, fornisce il 60 per cento degli ingredienti per la produzione di oppioidi attraverso la sua sussidiaria farmaceutica Janssen; è per questo motivo che è stata ritenuta la principale responsabile della crisi sanitaria americana.

Sotto accusa anche i distributori e i medici dalla ricetta troppo “facile” in quanto il capo della difesa di Johnson & Johnson’s, Larry Ottawa, ha ribattuto alle accuse additando anche i medici come altrettanto consapevoli di ciò che stavano prescrivendo.

Il procuratore la definisce come «la più grande crisi sanitaria mai affrontata dall’Oklahoma» e dal 2017 «emergenza nazionale» dal presidente Donald Trump

Nel 2017 il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dichiarò lo stato di «emergenza nazionale» per quella che oggi è nota come «la crisi degli oppioidi».

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Si tratta di un fenomeno di tossicodipendenza sempre più diffuso, legato a una categoria di sostanze derivanti dall’oppio. Le autorità sanitarie statunitensi dividono gli oppioidi in tre macro categorie: i farmaci da prescrizione, i derivati sintetici (alcuni legali altri illegali) e l’eroina. Sotto accusa la prima tipologia, in cui rientrano l’oxycodone (OxyContin), l’hydrocodone (Vicodin), la morfina e il metadone. Dal 1990 i medici americani, spinti dalle case farmaceutiche, hanno somministrato  per molti anni queste sostanze per alleviare il dolore dei loro pazienti dopo infortuni, dolori post operatori o dolori cronici. Gli oppiacei presenti negli antidolorifici generano nella popolazione una grave forma di dipendenza, di cui oggi ne soffrono più di 2 milioni di persone.

Una emergenza nazionale che coinvolge direttamente o indirettamente un cittadino su tre

Questi oppiodi dal 1999 a oggi hanno ucciso 400 mila americani, di cui circa 47 mila solo nel 2017, continuando ad aumentare di anno in anno, in particolare negli ultimi cinque. L’overdose da oppioidi negli Usa provoca 130 morti al giorno, uno ogni 11 minuti, ed è diventata una tra le principali cause di morte nel Paese. Secondo un recente report della del National Safety Council dimostra che l’overdose accidentale da oppioidi è al quinto posto nella classifica delle morti prevenibili, ancor prima della morte per incidente stradale.

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The Opioid Diaries: il Time ha curato un documentario dimostrando il dilagante problema della dipendenza da oppiacei e le sue conseguenze

Inoltre, oltre alla dipendenza compulsiva da farmaci, gli oppiodi in questione, se assunti ad alti dosaggi e con un uso continuato, provocano problemi rilevanti per la salute, per esempio respiratoria, specie se in combinazione con alcool e altri farmaci o droghe.

Oltre a migliaia di persone comuni, sono morte di overdose da oppioidi anche molti personaggi famosi come i cantanti Prince, Dolores O’Riordan, Tom Petty e l’attore Heath Ledger.

Una sentenza che scuote gli animi e allieta gli investitori

La richiesta iniziale del procuratore generale era di 17 miliardi di dollari: la cifra sarebbe servito per far fronte all’emergenza almeno nello stato dell’Oklahoma. La multa di 572 milioni di dollari è irrisoria di fronte allo stato d’emergenza in cui versa il paese; si stima infatti che la cifra coprirà la problematica solo in Oklahoma per un solo anno. La sentenza ha infatti quietato gli investitori che all’inizio del processo avevano temuto una sentenza molto più dura: incredibile a dirsi, l’ammenda più lieve del previsto ha messo le ali ai titoli della società dopo la sentenza.

Inoltre, nonostante la richiesta di risarcimento sia stata nettamente inferiore alla richiesta iniziale, la casa farmaceutica ha dichiarato che farà appello. Sabrina Strong, avvocato di Johnson & Johnson ha dichiarato: “Abbiamo molti validi motivi di appello e intendiamo perseguirli con forza”.

Allo stesso tempo, si tratta di un momento di svolta di enorme portata: si tratta infatti del primo processo a un produttore di farmaci per la distruzione provocata dagli antidolorifici oppiacei prescritti. La vittoria della causa incoraggia a perseguire le 2.500 sono azioni legali promosse da stati, contee e comuni che cercano a livello nazionale di portare i produttori di farmaci alla sbarra, ritenuti responsabili della morte di 400.000 persone negli Usa dal 1999.

Lucrezia Vardanega