Intervista a Andrea Gandini, il ragazzo che ridà nuova vita agli alberi

Andrea Gandini, classe 1997, apparentemente può sembrare un comune ragazzo diciottenne che frequenta l’ultimo anno del liceo artistico “Via di Ripetta” a Roma. Nel tempo libero però si è inventato una particolare attività che lo ha ben presto reso celebre sul web suscitando anche l’interesse della stampa e delle tv nazionali. Andrea infatti il pomeriggio dopo la scuola, gira le vie di Roma in cerca di tronchi morti per donargli una seconda vita attraverso scalpello e mazzuolo. I suoi volti di legno affiorano tra le venature e i colori di quello che un tempo era un’albero, suscitando lo stupore e l’interesse di molti passanti con i quali intrattiene lunghe chiacchierate. Il concetto veramente innovativo parte dall’idea del recupero di un materiale così pregiato, lasciato in stato di degrado cittadino. Queste opere quindi non hanno solo un’alto valore artistico ma assumono anche un’impronta ecologica conseguenziale. Il messaggio è pure quello che l’arte urbana possa essere un mezzo per riqualificare il territorio e dargli nuova bellezza.

Quando hai cominciato a scolpire? Come ti è venuta in mente l’idea di intagliare tronchi recisi sulle strade di Roma?

Ho iniziato a scolpire in giro per Roma a settembre dell’anno scorso. Prima lavoravo con materiale trovato per strada in garage, che può essere in qualche modo considerato l’estensione di me stesso. Ho imparato quest’arte a scuola e successivamente ho continuato da autodidatta. Poi un giorno in mancanza di materiale, ho avuto l’idea di incidere un tronco fuori casa mia. Da quel momento in poi non ho più smesso.

Perché hai scelto come forma di espressione artistica proprio la scultura? Se pensiamo all’attuale panorama artistico non è molto presa in considerazione

Innanzitutto mi piace a livello manuale, e trovo molto interessante anche la parte tecnica della lavorazione. Poi credo che la pittura murale e di strada siano ormai un po abusate e poco utili.

Hai dichiarato di aver utilizzato vari materiali di recupero come il das e l’argilla, ma preferisci di gran lunga lavorare il legno. Perché?

Perché il legno, se pensiamo che deriva dagli alberi, è un materiale assolutamente vivo e credo che attraverso il mio lavoro possa vivere per sempre.

Dopo il liceo, cosa pensi di fare? Pensi in futuro di continuare il tuo lavoro?

Si, penso proprio di continuare a portare avanti la mia passione e non smettere di andare in giro per strada con i mie attrezzi, alla ricerca dell’albero più idoneo.

Quante sculture sugli alberi hai fatto finora?

Fino ad oggi ho intagliato diciannove alberi in varie zone di Roma. Il primo è stato quello di Monteverde, poi mi sono spostato a Testacoda, Trastevere, Aventino, Ostiense e Garbatella. Sono stupito e contento delle molte richieste che mi sono arrivate.

Cosa ne pensi della Street art? Ti senti rappresentato da questo particolare genere artistico?

Sinceramente non conosco molto il contesto della Street Art. Mi sento inoltre più vicino ai generi artistici tradizionali. Io sinceramente non credo di appartenere a nessuna etichetta ben precisa. Faccio solo quello che mi piace e che mi interessa.

Quali sono le tue influenze artistiche?

Trovo lo studio di tutta la storia dell’arte fondamentale per la mia attività. Come gusto personale comunque, apprezzo le avanguardie, e mi piace anche l’aspetto puramente tecnico quindi studio con piacere i classici dell’arte. Come non apprezzare poi Michelangelo?

Che soggetti scolpisci maggiormente?

Principalmente prediligo i volti ma comunque scolpisco soggetti umani in generale perché la considero la cosa meno disturbante più riconoscibile. Il volto inoltre rappresenta in qualche modo il subconscio frustato dell’albero, che ormai morto ricerca una nuova vita.

Cosa pensano i passanti che ti vedono accovacciato vicino un’albero intento a lavorare il legno? Racconta un’episodio che ti ha  colpito maggiormente.

Il responso è ampio, e in generale positivo. I passanti spesso mi osservano con curiosità, ponendomi molte domande e pure complimenti. Chiacchiero molto con loro. Un’ episodio curioso che ricordo con piacere, mi capitò all’inizio della mia attività, a Testaccio. Mentre ero intento a scolpire il mio tronco, si avvicinò un autore del programma televisivo “La Domenica Sportiva” e colpito dai mie lavori mi invitò a Milano nella suddetta trasmissione.

Quant’è per te importante l’utilizzo di materiali riciclati?

Personalmente mi interessa l’aspetto ecologico ma non n’è ho voluto fare il mio cavallo di battaglia. Credo nell’importanza del recupero dei materiali, però il riciclo alla fine è solo una conseguenza del mio lavoro. Il mio obiettivo è quello di togliere qualcosa e non aggiungere.

Come scegli il tronco da lavorare?

Giro per Roma cercando alberi non ancora marci e nelle migliori condizioni, con l’intenzione di poter trasformarli come per magia.

Alice Spoto