In “Crepe” tra sperimentazione e hit estive, Irama svela se stesso

Con “Mediterranea” è stato il re dell’estate italiana, conquistando classifiche, dischi di platino e rimanendo in testa tra le hit italiane più suonate, cantate e ballate ovunque.

A fine agosto, Irama ha rilasciato “Crepe”, l’ep composto da sette canzoni compresi i singoli “Arrogante” e “Mediterranea” e la versione in spagnolo di “Mediterranea” in featuring con De La Ghetto, pensata per il mercato sudamericano.

In “Crepe” Irama è più se stesso che mai, come lo stesso cantante 24 enne ha confermato.

Il titolo dell’album è stato accuratamente scelto così come la copertina. “La copertina è stata realizzata da un artista belga che si è ispirato al Kintsugi. Si tratta di una tecnica giapponese che riempie le crepe con colate d’oro e d’argento. – ha raccontato Irama – Quando un vaso si rompe, invece di buttare i cocci, con la tecnica del Kintsugi, i giapponesi lo ricostruiscono con delle colate d’oro e il vaso acquista più valore. Questo per me è molto significativo e rappresenta appieno il senso del mio lavoro. Avere crepe significa avere sfumature e mancanze ed è un valore aggiunto della persona, un colore in più, significa avere più cose da raccontare e più sfaccettature da mostrare. Ogni crepa ha qualcosa di unico e ci rende diversi gli uni dagli altri”.

Alla base del progetto la voglia di sperimentare costante unita alla necessità di mostrarsi poliedrico musicalmente. Il disco, infatti, passa dal pop al latino fino al rock e l’urban.

Con “Crepe”, primo brano col titolo omonimo all’Ep, Irama racconta di una storia non ancora finita del tutto ache se lei sta adesso con un altro e ripete sulla base di un ritmo latino “hai lasciato delle crepe in me, dentro la parete”.

Il disco continua con canzoni come “Bazooka” e “Flow” nelle quali prevale il rock e in cui Irama si focalizza su sentimenti non corrisposti.

Le perle del disco però sono di certo “Eh mama eh” e “Dedicato a te”. Due ballad sotto non consueto genere musicale nelle quali Irama è particolarmente intimista e svela la parte più dolce, fragile e tenera di sé.

La novità è data però dal featuring con De La Ghetto nella versione spagnola di “Mediterranea”. L’intento di Irama è di aprirsi al mercato estero e questa collaborazione si rivela essere un’ottima scelta.

Al primo ascolto, si percepisce subito che il risultato di “Crepe” è un Irama maturato musicalmente che non vuole precludersi nulla e che ha voglia di mettersi alla prova senza mollare mai.

Le crepe che hanno attraversato la sua vita vi sono tutte, raccontate con giochi di parole che lasciano il segno a chi le ascolta. Non vi è un approccio pessimistico alle stesse, anzi. Le crepe hanno aiutato Irama a diventare chi è oggi, anche come artista.

Sette canzoni, quindi, che non lasciano alcun dubbio: Irama è nato per fare musica che conquista e appassiona, seppur controcorrente talvolta verso le mode, ma mai contro se stesso.

Pare però che “Crepe” sia solo un antipasto. Giusto per pregustare il disco su cui Irama sta già lavorando e con il quale conta di ritornare in tournèe nel 2021.

Buone “Crepe” a tutti!

Sandy Sciuto