Il più brutale serial killer di sempre: Jeffrey Dahmer

Il Cannibale di Milwaukee uccise la sua prima vittima quando aveva 18 anni. Era il 1978 e in quell’epoca, per un certo periodo di tempo, Jeffrey viveva da solo. I suoi aveva divorziato e il padre si era trasferito in una località, mentre la madre si era presa cura del figlio più piccolo. Invitò un ragazzo a casa sua. Bevvero qualche cosa, l’ospite poi disse che voleva andarsene. Jeffrey non voleva.

Desiderava che rimanesse lì con lui. Così lo uccise, smembrò il cadavere che in parte dissolse in acido e in parte invece seppellì in cantina. Era il preludio della sua “carriera” di serial killer. Partì per il servizio militare. E quando tornò venne assunto da una fabbrica di cioccolato di Milwaukee. Nove anni dopo il primo delitto, Dahmer ritornò a uccidere.

Era il 1987. Adescò una persona in una gay bar e lo portò a casa della nonna. Lui disse di non ricordare di averlo colpito la notte prima. Quando però si svegliò, trovò il ragazzo, a terra, morto. Ne smembro il cadavere e seppellì parti del corpo in cantina. Fece così con altre due vittime in quella casa. La nonna a un certo punto gli disse di andarsene.

A causa della sua abitudine di portare uomini a sera nella sua stanza e per quel forte odore che veniva dalla cantina. Jeffrey si trasferì, ma continuò a uccidere. Anzi, la sua nuova casa divenne un tempio dell’orrore.

Le vittime venivano strangolate, tagliate a pezzi, in parte mangiate; le teste conservate in frigorifero o in giro per l’appartamento, come altre membra. Altre invece veniva sciolte nell’acido.

Quando la polizia entrò in quella casa, dopo che un ragazzo adescato era riuscito a sfuggire alla morte, vide tutto questo. E un cuore umano nel freezer. Tra il 1987 e il 1991, Dahmer aveva ucciso 17 persone.

Condannato all’ergastolo, il Cannibale di Milwaukee è stato ucciso da un altro detenuto nel carcere del Wisconsin dove era rinchiuso. Era il 1994. Venne colpito con una barra di ferro in testa. Morì sull’ambulanza che lo trasportava in ospedale.

redazione