Il Mistero del Moby Prince: La Tragedia della Marina Mercantile Italiana

Il 10 aprile 1991, la tragedia del traghetto Moby Prince segnò la più grave catastrofe della marina mercantile italiana dal secondo dopoguerra. Quella sera, il traghetto, in partenza da Livorno per Olbia, si scontrò con la petroliera Agip Abruzzo, dando origine a un incendio devastante che costò la vita a 140 dei 141 passeggeri a bordo. L’equipaggio della petroliera, per contro, riuscì a salvarsi. Oltre a rappresentare una tragedia umana, il disastro del Moby Prince è avvolto in un mistero che persiste dopo oltre vent’anni.

La Sequenza degli Eventi

Alle 22:03, il Moby Prince mollò gli ormeggi in una serata tranquilla, con mare calmo e cielo sereno. Poco dopo, a pochi metri dal porto, si manifestò una nebbia improvvisa che, secondo la versione ufficiale, impedì all’equipaggio di notare la presenza della petroliera Agip Abruzzo. Ignorando il radar, il traghetto colpì la petroliera, scatenando un incendio devastante. Mentre entrambe le navi chiamarono i soccorsi, solo le comunicazioni della petroliera furono ascoltate, e i soccorsi si concentrarono su di essa, trascurando il Moby.

L’Unico Superstite

Dopo un’ora dall’incidente, due ormeggiatori, Valter Mattei e Mauro Valli, riuscirono a trovare il Moby Prince. Appeso alla balaustra del traghetto, il mozzo Alessio Bertrand fu l’unico a sopravvivere. Il suo grido d’aiuto confermò che c’erano ancora persone a bordo, ma la risposta tardò ad arrivare. L’incendio non fu domato fino al mattino seguente, e la situazione appariva disperata.

Le Incongruenze della Versione Ufficiale

Le circostanze dell’incidente sollevano interrogativi. La teoria della nebbia non era sostenuta dalle testimonianze di chi si trovava a terra e dai video amatoriali che mostrano il traghetto in fiamme, visibile anche a distanza. La petroliera, inoltre, si trovava in un’area di divieto di ancoraggio, e la collisione avvenne in un contesto complesso. Perché il Moby virò improvvisamente a sinistra, colpendo l’Agip sulla fiancata? Diverse teorie suggeriscono che un’altra imbarcazione possa aver costretto il traghetto a una manovra disperata.

Un’ulteriore inquietudine deriva dalla presenza del peschereccio 21 Oktobar II, coinvolto in traffici illeciti e al centro delle indagini su Ilaria Alpi, assassinata poco prima. La sua assenza dai registri di ormeggio quella notte solleva domande sulla sua possibile implicazione nell’incidente.

I Soccorsi e le Ambiguità

La tempistica dei soccorsi è stata anch’essa oggetto di scrutinio. Perché il Moby fu trascurato per così tanto tempo? L’analisi delle comunicazioni radio suggerisce che, nonostante fosse evidente l’assenza del traghetto dai registri di partenza, le autorità non agirono prontamente. Testimonianze successive suggeriscono che alcuni passeggeri potessero essere ancora vivi quando i soccorsi arrivarono.

L’immagine di un cadavere visibile sul ponte del Moby, ripreso da un elicottero il giorno successivo, aggiunge ulteriore confusione. Com’era possibile che un corpo non fosse stato incenerito se le condizioni erano così critiche? Questa evidenza suggerisce che i soccorritori potrebbero aver sottovalutato la gravità della situazione.

Una Nuova Commissione d’Inchiesta

La commissione d’inchiesta parlamentare del 2018 ha sollevato interrogativi sulle incongruenze nella versione ufficiale degli eventi. La necessità di una seconda commissione d’inchiesta è attualmente in discussione, con l’obiettivo di far luce sui misteri del Moby Prince.

La tragedia del Moby Prince non è solo un capitolo doloroso della storia marittima italiana, ma anche un intricato enigma che continua a sfuggire alla comprensione. La ricerca della verità è fondamentale non solo per le famiglie delle vittime, ma anche per garantire che simili disastri non si ripetano in futuro. La memoria di quel traghetto e dei suoi passeggeri deve rimanere viva, nella speranza di trovare finalmente giustizia e chiarezza in un mistero che persiste nel tempo.

redazione