I mille volti di Suicide Squad: fra brillanti idee ed errori evitabili

Di Luca Tognocchi per Social Up!

Suicide Squad, diretto da David Ayer, è probabilmente uno dei film più chiacchierati dell’anno, per l’incredibile campagna di marketing che lo ha accompagnato, per i nomi presenti e per una nuova ed attesa versione del Joker, quella di Jared Leto. Il risultato è un film veramente particolare che rende difficile parlarne con ordine.

Ma partiamo dalla trama: l’agente governativo Amanda Waller decide di mettere insieme una squadra di criminali, alcuni di essi con poteri, tutti manipolati e controllati da una bomba nel collo, per far fronte a pericoli di natura particolare. Questo si presenta immediatamente quando proprio un membro del gruppo, l’antica strega Enchantress, nel corpo della dr. Moon (Cara Delevingne), rivela il suo devastante potere; la squadra, guidata dal Capitano Rick Flag è chiamata a fermarla. Nella scelta della minaccia da sventare troviamo il primo errore: il classico dover salvare il mondo non si addice assolutamente a questa particolare formazione, molto più consona a missione segrete e di ambigua moralità. Lo sventare un simile pericolo offre ai personaggi un riscatto che non dovrebbe appartenergli, poiché sono e rimangono criminali. La stessa gestione della trama di Enchantress lascia a desiderare: ben preparata all’inizio, in pochi secondi esplode e resta sullo sfondo fino all’incontro finale con la squad. Avrebbe reso molto meglio se nascosta e sviluppata all’interno di tutto il film.

La gestione e presentazione del team è un’altra questione spinosa. La narrazione è troppo concentrata su alcuni personaggi, lasciandone altri a fare da figure sullo sfondo. Il già citato Flag, Harley Queen (interpretata da Margot Robbie) e Deadshot (Will Smith) sono il centro della storia, con i personaggi più interessanti e sviluppati a tutto tondo. Gli altri, Diablo, Killer Croc, Katana, Slipknot e Boomerang, hanno un trattamento di seconda mano e pochissime battute, alcuni di questi non hanno nemmeno una vera presentazione. Questo squilibrio causa la formazione di un team che non si sa esattamente perché stia in piedi e quando Diablo lo definisce la sua “seconda famiglia” fa un po’ ridere e suona veramente posticcio e fuori luogo.

A questo punto veniamo all’argomento più atteso: il Joker di Leto e Harley Queen. Promozione assoluta per la coppia, ma bisogna fare due discorsi ben distinti. Il Joker non è membro della squad ed appare pochissimo, alcuni flashback e poche altre scene, tutte eccessivamente sopra le righe anche per un film del genere, non dando quindi la possibilità di apprezzare un’interpretazione a tutto tondo da parte di Leto. Ma anche nel poco visto non ha proprio convinto: esagerato e troppo costruito. Non è certo però una completa delusione, le sue scene sono comunque belle da vedere per la loro follia così coinvolgente e per la messa in scena estremamente estetizzante. Al contrario l’interpretazione della bellissima Margot Robbie è veramente impeccabile, lavorata fin nei minimi dettagli, folle quanto basta, sensuale, che sfrutta, nega e conferma tutti gli stereotipi di genere, giocandoci liberamente. La loro trama è sicuramente uno dei punti di forza del film, anche grazie ai pochi flashback sulla precedente identità di lei, la dr. Harleen Quinzel, psichiatra del Joker che curandolo se ne è innamorata. La sapiente gestione della loro storia permette a questa di svilupparsi per tutta la durata della storia e di esplodere al momento giusto, al contrario invece di quella di Enchantress.

Il comparto tecnico merita solo menzioni positive. Efficace la fotografia, che si tiene in bilico fra noir e videogioco, un po’ come tutta la messa in scena e la scrittura stessa. Una menzione d’onore va alle musiche, particolarissime, prese da un repertorio infinito e ben adattato alle scene, sempre alla ricerca di raggiunti effetti di straniamento, che rendono il tutto ancora più sopra le righe ed eccentrico.

Nel complesso Suicide Squad è un buon film. Ha molti difetti, tutti evitabili, alternati ad altre buone, e a volte brillanti, idee e ad alcune ottime interpretazioni. Il film scorre bene e si guarda piacevolmente, stordisce con la sua follia ed affascina grazie a due dei più bei personaggi del repertorio DC. Nonostante ciò gli errori sono molti, dimostrando che David Ayer e compagnia stanno ancora cercando una precisa identità per i loro film.

redazione