Hanna: una lotta per la verità nell’ultima produzione Amazon

Hanna è una serie televisiva statunitense prodotta da Amazon Prime, ideata da David Farr e basata sull’omonimo film, diretto da Joe Wright nel 2011 con Saoirse Ronan e Eric Bana. Il primo episodio è stato pubblicato durante il 53esimo Super Bowl il 3 febbraio 2019 e, nello stesso giorno, la serie è stata distribuita in Italia. Il 12 aprile il colosso statunitente l’ha rinnovata per una seconda stagione.

La serie segue le vicende di Hanna (Esme Creed-Miles), una ragazzina di quindici anni che vive nelle foreste polacche insieme al padre Erik Heller (Joel Kinnaman) e che ha passato la sua intera adolescenza a imparare sofisticate tecniche di autodifesa con l’obiettivo di uccidere Marissa Wiegler (Mireille Enos), donna fredda e cinica che lavora per la CIA e che dà loro la caccia.

La nuova produzione di casa Amazon parte subito forte con un bellissimo pilot che ci proietta nella vita della protagonista, fatta di caccia e addestramento. Il ritmo, tuttavia, rallenta nelle puntate successive per poi riprendersi molto bene nel finale. Il motivo di tale incostanza narrativa è imputabile a una sceneggiatura non sempre all’altezza e a episodi un po’ troppo incentrati sulle avventure adolescenziali della protagonista con Sophie, la sua unica amica. Nonostante questa discontinuità la serie, comunque, non annoia praticamente mai.

da cinematographe.it

Un punto di forza è l’ottima recitazione degli attori principali; in particolare, lodevole è la performance di Mireille Enos che, nei panni del villain, offre una grande interpretazione che rende il suo personaggio estremamente complesso e calcolatore nel suo modo d’agire. I personaggi protagonisti, infatti, sono tutti ottimamente caratterizzati, e subiscono un’evoluzione psicologica notevole nel corso degli episodi, il che permette loro di saper agire sempre a proprio vantaggio anche nelle situazioni di grande difficoltà. Un valore aggiunto al risultato finale è dato sicuramente dalla splendida colonna sonora che accompagna la narrazione, sempre ben inserita e mai fuori luogo.

La serie non è però esente da difetti, soprattutto in fatto di scrittura. In alcuni momenti la sceneggiatura lascia un po’ a desiderare, con situazioni al limite della realtà e molto forzate (che qui non diremo per non fare alcun tipo di spoiler). L’aspetto che più fa storcere il naso, tra gli altri, è il completo annullamento delle distanze geografiche: le vicende, infatti, si snodano per tutta l’Europa, e i personaggi si spostano da un Paese all’altro del continente in maniera troppo veloce e poco verosimile.

Hanna, al di là dei suoi alti e bassi, risulta un buonissimo prodotto di intrattenimento, che mescola azione e thriller a una disperata ricerca di risposte alle mille domande di una ragazzina che lotterà con tutte le sue forze per scoprire, fino in fondo, la verità.

Marco Nuzzo