Eco-funerali a Seattle: in 30 giorni si diventa compost

Polvere siamo e polvere ritorneremo. Bene, allora vuol dire che sotto il mio letto c’è un morto.
Una battuta del celebre film dell’attore e regista toscano Leonardo Pieraccioni “Il Pesce Innamorato”. Durante la funzione d’addio ad uno dei personaggi, un carabiniere presente esordisce con questa frase. Una battuta che, a ripensarci, potrebbe quasi sembrare una “freddura”. Ma come dargli torto.
L’attenzione al green è sempre più importante nella vita di tutti i giorni, e non solo.
Adesso l’attenzione all’ecologico è anche rivolta al passaggio… a miglior vita.

Recompose

Nel 2021, negli U.S.A., e precisamente a Seattle aprirà Recompose. L’idea è quella di una società che al posto della cremazione e della sepoltura, ci trasforma in Compost. Se in questo momento la perplessità la sta facendo da padrona, sappiate che la nostra sensazione è stata la medesima.

Il centro, dedito a questa nuova sepoltura completamente eco-sostenibile, dovrebbe aprire a Seattle nella primavera del 2021. A disegnarlo è stato lo studio di architettura Olson Kundig, che ha svelato su Instagram e su Dazeen le prime immagini del progetto.
Il processo di compostaggio trasforma i nostri “resti umani” in terreno. Un terreno fertile, che può dare vita a qualcosa di nuovo. Un’idea anche piuttosto nobile. Qualcosa che oramai non ha più vita, la dona a qualcos’altro.

Come funziona

Nella pratica, i corpi vengono sistemati in navicelle esagonali, areate e riempite di trucioli di legno. Viene controllato il rapporto interno tra i gas che si formano: carbonio, azoto, ossigeno e umidità. In un ambiente di questo genere, perfetto per i microbi termofili (vivono e si riproducono a temperature elevate), che in trenta giorni – si legge sul sito – trasformano i resti mortali in terriccio.
Al termine dell’operazione di compostaggio i parenti possono chiedere di ritirare il risultato finale. Il sacco di terriccio, all’interno del quale c’è il nostro povero zio, potrà così essere utilizzato per piantare fiori e alberi. Il prezzo del servizio dovrebbe ammontare a circa 5.500 dollari (poco più di 4.900 euro).
Lo stato di Washington, in cui si trova Seattle, grazie ad una legge che dovrebbe entrare in vigore a maggio 2020 riconoscerà la riduzione organica naturale come alternativa alla cremazione o alla sepoltura. Da quel momento in poi tutto sarà possibile.
Un’idea che probabilmente può apparire un po’ strampalata, ma che ha certamente i suoi risvolti positivi.

Può piacere l’idea, dopo la morte di donare la vita a qualcos’altro. Inoltre, l’idea di sostenibilità ambientale non va certo messa da parte. Secondo Recompose la cremazione comporta un grande rilascio di CO2 nell’atmosfera. La sepoltura tradizionale rischia di inquinare (per esempio con sostanze usate per imbalsamare). “Convertendo i resti umani in terreno, riduciamo al minimo gli sprechi, evitiamo l’inquinamento delle acque sotterranee con fluido imbalsamante e preveniamo le emissioni di CO2 da cremazione e dalla produzione di cofanetti, lapidi e fodere gravi”, spiega ancora il sito.

Sharon Santarelli