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Diabolik: la recensione del film sul più famoso criminale di Clerville

Immaginate di trovarvi a Clerville e di aver sentito parlare di un famoso criminale chiamato Diabolik. Un personaggio di cui non si conosce il volto, non si sa dove abiti, e soprattutto non si sa se esista davvero. Sono queste le prime impressioni che la Eva Kant di Miriam Leone prova nei confronti del misterioso criminale. Stiamo parlando ovviamente del film, diretto dai Manetti Bros, dedicato al più famoso ladro dei fumetti, Diabolik, interpretato da Luca Marinelli.

Il film è una messa in scena del terzo albo del fumetto, dal titolo “L’arresto di Diabolik”, dove avviene anche il primo incontro tra Diabolik ed Eva Kant in un lussuoso albergo della capitale.

Senza rivelare altri dettagli sulla trama, il film è convincente, seppur non perfetto. L’aspetto di maggior pregio di questo lavoro è l’assoluta fedeltà al fumetto, che parte in primis dall’accurata scelta delle ambientazioni. Clerville e tutte le altre città sono studiate nei minimi dettagli per ricreare le atmosfere di inizio anni ‘60. Una scelta che dà sicuramente valore al film e che è aiutata anche dall’ispirata regia dei Manetti. I registi hanno spesso scelto inquadrature veloci e zoom improvvisi sui volti dei protagonisti nei momenti di massima tensione. Queste, insieme a un montaggio ben fatto, hanno contribuito alla creazione del contesto più adatto per la narrazione.

Da un punto di vista tecnico, consideriamo dunque “Diabolik” come un film assolutamente riuscito. Per contro, la grande fedeltà all’opera originale, tuttavia, crea delle sequenze forse un po’ troppo esagerate per la messa in scena, che logicamente è diversa dal fumetto e presuppone un modo differente di approcciarsi all’opera. In certi momenti risulta straniante vedere all’opera le sofisticate e avanzate tecnologie di Diabolik, ma è un dettaglio su cui si può sorvolare tranquillamente.

Il film può contare poi sull’ottima interpretazione di Luca Marinelli, che dà vita a un Diabolik tanto geniale nelle sue idee quanto glaciale nel metterle in pratica. Preciso è anche l’uso delle famosissime maschere di cui si serve il criminale per impersonare chiunque voglia. Ma a dominare l’intera pellicola è sicuramente la splendida Miriam Leone nei panni di Eva Kant. A tratti sembra essere addirittura lei la vera protagonista del film, e non è esagerato dire che come minutaggio il lavoro di Miriam Leone supera con tutta probabilità quello di Luca Marinelli.

Eva Kant è un personaggio straordinario, una donna che fin da subito si mostra decisa a voler stare faccia a faccia con il misterioso ladro. Non ha paura, e questo è motivo di fascino per Diabolik, che gli permetterà di trovare in lei la complice ideale per i suoi piani. Miriam Leone regge sulle spalle un personaggio complesso e delicato, e lo fa con un’immedesimazione totale nel ruolo.

Diabolik ed Eva Kant. Da www.deejay.it

Questo film può apparire lento per com’è stato pensato. È innegabile che non sia un film frenetico, con le scene d’azione che non sono tante e sono sparse per il corso della narrazione. Ma è una lentezza che funziona ed è necessaria per la presentazione di due personaggi così sfaccettati come Diabolik ed Eva Kant.

Menzione d’onore anche per Valerio Mastandrea nei panni dell’ispettore Ginko. Il bravissimo attore romano ha fornito un’ottima interpretazione del “cattivo”, l’unico che possa davvero dare fastidio a Diabolik. Mastandrea ha dato vita a un personaggio che sa di essere sempre un passo indietro, e in virtù di questa sua consapevolezza cerca sempre di prevedere le mosse del suo nemico, arrivando anche ad avere la meglio in certe scene (che qui non sveliamo).

Citiamo anche la buona prestazione di Alessandro Roja nei panni di Giorgio Caron, altro personaggio interessante, e di Serena Rossi in quelli di Elisabeth Gay, la prima compagna di Diabolik e che avrebbe forse meritato un approfondimento maggiore.

Un punto dolente è, invece, la recitazione di (quasi) tutto il resto del cast. Gli altri attori hanno dato vita a delle prove non sufficienti per un film di questo livello. Questa differenza tra i protagonisti e i comprimari si è sentita parecchio nei 130 minuti di film, aspetto che a tratti ha dato quasi fastidio.

“Diabolik” è un film che sa intrattenere, che può piacere sia a chi conosca il fumetto sia a chi si approcci per la prima volta a questo misterioso personaggio.

Marco Nuzzo