Corso Android: cos’è e come muovere i primi passi

I più recenti sviluppi dell’industria high-tech sono sempre più orientati alla portabilità, ossia a trasferire su dispositivi mobili gli applicativi per la gestione di una gamma crescente di funzionalità. Per questo motivo, la figura dello sviluppatore di applicazioni è diventata una figura professionale sempre più richiesta; va sottolineato come l’applicazione deve essere compatibile con il sistema operativo dal quale dovrà essere utilizzata. I sistemi operativi di riferimento sono iOs e Android; di seguito, vediamo come diventare uno sviluppatore di applicazioni per quest’ultimo.

I corsi per programmatori Android

Il metodo più diretto per acquisire le competenze necessarie per diventare uno sviluppatore di app per Android è quello di seguire un corso di formazione specializzato. A tale scopo, esistono portali specializzati, come ad esempio Puntonetformazione, che offrono la possibilità, a chiunque sia interessato, di informarsi sui contenuti di un corso Android: in genere, il percorso formativo prevede una parte teorica ed una pratica, con quest’ultima che rappresenta almeno i due terzi del corso. 

Anche se organizzati da siti specializzati, i percorsi di formazioni possono prevedere sia lezioni frontali sia in modalità e-learning, ferma restando la prevalenza delle esercitazioni pratiche rispetto alla semplice teoria. Frequentare un corso di questo tipo rappresenta un’ottima occasione – considerate anche le poche opzioni offerte dai corsi universitari – per incrementare le proprie possibilità di inserimento in un segmento del mercato lavorativo particolarmente florido ed in continua espansione. Una certificazione specializzata, ottenuta al termine di un percorso di formazione specificatamente indirizzato, arricchisce il proprio curriculum ed integra le competenze pregresse verso un ben definito indirizzo lavorativo.

I concetti fondamentali per lo sviluppo di un’app

Per quanto orientato alla pratica, un corso da programmazione prevede un minimo di preparazione teorica, specie per chi non ha familiarità con il lessico di questo particolare settore, non avendo provato mai, neanche da autodidatta (uno degli approcci più comuni alla materia) ad addentrarsi nel mondo delle applicazioni.

Una prima distinzione da fare è quella tra app “native” ed “ibride”. In termini molto semplici, le prime sono applicazioni pensate e sviluppate per essere compatibili con un determinato sistema operativo; il principale vantaggio offerto da questo tipo di applicazione è quello di offrire prestazioni complessivamente migliori all’utente.

Esistono poi le web app, ossia applicazioni che funzionano allo stesso modo a prescindere dal dispositivo sul quale sono installate e il sistema operativo utilizzato. Per questo vengono anche definite “multipiattaforma”. Hanno il grande vantaggio di essere scritte tramite codice HTML e di presentare tempi di sviluppo molto bassi. Le app ibride rappresentano una sorta di compromesso, nel senso che vengono sviluppate per essere compatibili solo con un certo sistema operativo e utilizzabili solo su determinate piattaforme.

Dal punto di vista pratico, per poter creare un’applicazione compatibile con Android è necessario essere in grado di utilizzare l’apposito editor. Il programmatore deve saper scegliere un’interfaccia accattivante, in grado di soddisfare le richieste del cliente senza sacrificare la funzionalità; quest’ultimo è un parametro fondamentale, che tiene conto della reattività dell’applicazione e della facilità di utilizzo da parte degli utenti (in particolare, l’app deve presentare finestre di dialogo funzionali e facilmente accessibili).

In alcuni casi, a seconda del tipo di applicazione e delle funzionalità da esse offerte, è necessario includere un location provider, oltre alla barra delle notifiche del sistema operativo (che a sua volta richiede una corretta modalità di gestione). 

Per quanto riguarda l’aspetto grafico ed estetico, i corsi di formazione prevedono l’utilizzo, oltre del già citato editor grafico, anche delle View messe a disposizione da Android, assieme ad altre risorse utili per lo sviluppo di un’applicazione che preveda, ad esempio, un impianto multilingua (se la possibile utenza dell’app è internazionale) e una barra degli strumenti.

redazione