Coronavirus: Heather Parisi e il probabile paziente zero

Ogni giorno, veniamo tempestati da valanghe di notizie sul coronavirus-covid 19, tutto il web insorge nella meticolosa incetta di notizie su campo mondiale, su quello che stravolge la nostra consueta vita quotidiana con tutti i numeri dei contaminati che ogni giorno aumenta e si diffonde, nel panico più totale. C’è poi chi spalma melassa su tutte le notizie, con giochi numerici dove si arriva anche ad esaltare il fatto che si è vero sono morti 55 infetti, ma erano anziani, quindi tutti contenti, perchè visto che erano anziani o debilitati, ci può anche stare, che uno stramaledetto virus si porti via un essere vivente, che nutriva sogni e speranze, aveva ancora tanto da dare, amava i suoi cari, adorava i suoi cani, ma va bene… era anziano, quindi poco male, aspettiamo la tombola di domani.

Purtroppo, il Covid 19, ha tirato fuori il peggio di ciascuno di noi. Scusandoci per questa amara considerazione, vogliamo raccontarvi come anche un gesto affettuoso e sincero, sotto l’effetto Covid 19, possa diventare e diventa un oltraggio alla persona con pericolo di alta contaminazione.
Heather Parisi, nota e brava ballerina, vive ad Hong Kong dal 2011 con il marito Umberto Maria Anzolin e i due figli, i gemelli Elizabeth e Dylan, e dal momento della diffusione del coronavirus ha voluto raccontare sui social, senza filtri e con verità da reportage, come il territorio autonomo ex colonia britannica a un passo dalla Cina, sta vivendo questi tragici ed incerti giorni.

“La gente esce pochissimo e in gran parte lavora da casa. Questo accade per tutti gli impiegati pubblici, per la quasi totalità delle società finanziarie, per gli studi legali, per i commercialisti e per gli uffici amministrativi, per coloro che sono costretti a lavorare in ufficio, è previsto il controllo della temperatura ogni volta che entrano dall’esterno”.

Gli studenti svolgono le loro lezioni da casa collegati via computer con gli insegnanti e i loro compagni in una sorta di classe virtuale”. E così, quando si esce, la maggior parte delle famiglie indossa le mascherine, i video dai supermercati, gli scatti in diretta dalla metro, il tutto condito dalle sue personali considerazioni “L’unica cura alla sindrome influenzale da Coronavirus è una enorme assunzione di responsabilità da parte di tutti, che significa il rispetto delle regole senza isteria, senza panico e soprattutto senza dannosissimi e ingiustificati allarmismi”, ha scritto giusto ieri su Instagram.

Pur vivendo da Hong Kong, Heather, non dimentica i suoi fans, lei stessa ammette di occuparsi personalmente della sua pagina web, di rispondere ai suoi ammiratori tanto da recarsi presso l’ufficio postale per spedire le cartoline da lei autografate. Questo gesto, che a mio parere fa di lei una persona sensibile e come sempre professionale, giorni fa, è stato duramente criticato sul suo profilo web, proprio con l’accusa da parte di un utente,di essere lei stessa,tramite le cartoline una contaminatrice scellerata, perchè vista la latenza del virus, 9 giorni circa, le sue cartoline possono infettare e far ammalare.
Giuseppe e Matteo, i destinatari delle sue cartoline autografate, da come si vede dal video che lei stessa ha postato su instagram, che potrebbero essere giovani o anziani, sono quindi da mettere in quarantena, e poi tutti coloro che hanno reso possibile la consegna delle cartoline, quindi da Hong Kong, a dovunque si trovino, ecco spiegato il probabile paziente zero. Chiaramente, tutto questo è pura follia da psicosi galoppante mista ad ignoranza e stupidità, la stessa Heather lo ha ribadito tra le righe del suo post all’utente psicotico. Non resta che scusarci con la dolce Heather ed augurarle augurandoci che questa follia passi presto.

Alessandra Filippello