Civita di Bagnoregio, la città che (non) muore

In provincia di Viterbo, nell’Alto Lazio, si trova uno dei borghi più belli d’Italia. Soprannominata la città che muore, ad oggi non è più così.

Civita di Bagnoregio infatti è vivissima. Quella di Civita è una storia intrisa a leggenda. Fondata oltre 2500 anni fa dagli Etruschi, è stata definita «la città che muore» da uno dei suoi figli più illustri, Bonaventura Tecchi. Il nome deriva dal colle tufaceo su cui poggia l’intera cittadina, che è eroso alla base da due torrentelli sottostanti, oltre che pioggia, vento e soprattutto dal passare incessante del tempo. In realtà il destino di Civita di Bagnoregio non è ancora scritto, e questa città, come i suoi abitanti, si ribellano al soprannome: infatti,  nonostante tutti provino a farla morire, lei è lì, sul suo colle che continua a vivere, non a sopravvivere.

La metà del paese è franato durante il terremoto del 1695, inclusa la strada che consentiva l’accesso. Oggi si può raggiungere Civita grazie ad un ponte di cemento pedonabile, lungo 300 metri e costruito dopo la seconda Guerra Mondiale, in quanto il precedente era stato bombardato dai tedeschi.

 

Ad oggi i visitatori sono numerosissimi (oltre 800mila nel 2017), ed è grazie alle loro visite che vengono finanziati i servizi comunali, come l’accompagnamento dei disabili o il pronto soccorso. Questo perché per visitare uno dei borghi più belli d’Italia si paga il biglietto. 5 euro nei giorni festivi e 3 euro in quelli feriali. Potrà sembrarvi assurdo dover pagare una somma di denaro per far visita ad un paesino, ma è grazie a queste entrate che si riesce a mantenere lo stato del borgo, ed è con questi flussi che l’economia è ripartita, spronando anche ad un turismo di qualità. Inoltre il Paese è conosciuti in tutti il Mondo per aver prestato le sue vie a molti film famosi:  I due colonnelli del 1962 con TotòContestazione generale del 1971 con Alberto Sordi, lo sceneggiato tv Pinocchio del 2009 ed alcune scene di Questione di karma, film del 2017 con Fabio De Luigi. Inoltre, Civita di Bagnoregio compare nelle scene iniziali della soap brasiliana Terra Nostra, del 2002. Compare anche nel film d’animazione “La città incantata” di Hayao Miyazaki.

Dal 2001, da quando cioè è stato realizzato il celebre film, il numero di giapponesi in visita a Civita di Bagnoregio si è moltiplicato del 20%. Le vie di questo borgo sono infatti particolarissime e si attraversano tutte con una camminata di mezz’ora. Ricche di enoteche e ristoranti, le vie sono abbellite da fiori e da giardini tenuti a regola d’arte. Secondo una consuetudine locale, i portali importanti sono sormontati da stemmi araldici in pietra, stemmi degli antichi signori che dimoravano in quelle stanze.

La piazzetta centrale dove si affacciano i palazzi aristocratici e l’antico Duomo è  priva di pavimentazione: sono presenti solo sabbia e sassi. Passeggiando per le viuzze si nota come i danni degli smottamenti siano vasti e l’ erosione ancora presente: guardare da un balcone dà ancora oggi  la sensazione di un terreno “in movimento”. Il paese è ricco di monumenti, che offrono al visitatore un elemento culturale da non sottovalutare. La cattedrale di San Donato è la principale Chiesa del borgo, costruita nel VII secolo. All’interno è custodito un meraviglioso Crocifisso ligneo del ‘400. La Porta di Santa Maria, attribuita al Vignola, è uno dei simboli di Civita: due bassorilievi raffiguranti un leone che tiene ben saldo un uomo con i suoi artigli. Meritano indubbiamente una visita il Palazzo vescovile, la casa natale di Giovanni Fidenza, passato alla storia come Bonaventura da Bagnoregio e l’antico mulino seicentesco.

Oltre a far parte dei borghi più belli d’Italia, nel 2017, il governatore della regione Lazione Zingaretti, ha deciso di promuovere l’iter per la nomina a patrimonio Mondiale dell’Umanità (Unesco). Molto felici sono stati i 16 cittadini, sì avete capito bene, solo 16 persone sono residenti in questo paradiso non proprio dimenticato, che sta cercando di portare la sua bandiera  per tutto il Mondo.

Sharon Santarelli