Bastardi Senza Gloria il film antistorico di Quentin Tarantino

A due anni di distanza dal suo ultimo lavoro (il bellissimo Grindhouse: A Prova di Morte) il regista “più pulp” del cinema contemporaneo realizza un film che, oltre ad essere espressamente ispirato al cult degli anni ’70 Quel Maledetto Treno Blindato di Enzo G. Castellari, potrebbe essere definito come una minestra di citazioni cinematografiche e guizzi di stupefacente originalità.

Nella Francia occupata dai Nazisti l’ebrea Shosanna Dreyfus (Mélanie Laurent) assiste all’uccisione di tutta la sua famiglia ad opera del nazista  Hans Landa (Christoph Waltz), noto ai più come “il cacciatore di ebrei”.  Shosanna è l’unica a salvarsi e si rifugia a Parigi dove, una volta assunta nuova identità, diventa proprietaria di un cinema.

In Europa intano un gruppo di soldati di varie nazionalità noto come “i bastardi” e comandati dal tenente Aldo Raine (Brad Pitt), semina il panico tra le fila tedesche uccidendo quanti più nazisti possibile. Il terribile gruppo, da cui il titolo del film, si troverà a collaborare con l’attrice tedesca Bridget Von Hammersmark (Diane Kruger)  in una missione che ha come fine l’uccisione di Hitler.  L’atto finale di questa azione contro il potere del Reich si terrà proprio nel cinema di Shosanna.

È un film antistorico il cui tema cardine non è la shoah ma bensì la vendetta. Poco conta infatti la storia classica studiata nei libri di scuola in quest’opera, essa fa solo da sfondo alle vicende dei personaggi, le cui sfumature sono definite da Tarantino come in un quadro espressionista. Le sequenze da antologia sono molte e il regista trova un perfetto equilibrio tra stabilità e movimento in un crescendo di raffinate immagini in cui gli attori sono come i soggetti di una pittura.

Le interpretazioni di spessore sono tante: in primo luogo è da segnalare la straordinaria prova di Brad Pitt, la cui mimica in questo film arriva a livelli incredibilmente straordinari in alcune scene (da citare quella in cui recita la parte di un attore italiano con un espressione molto simile a quella di Brando ne Il Padrino); sorprendente Christoph Waltz la cui interpretazione è valsa il premio come miglior interprete maschile al festival di Cannes. Ottime anche le performance attoriali di Eli RothDiane Kruger e Til Schweiger.

Alla fine del film Aldo Raine dice “Forse questo è il mio capolavoro” e forse è anche quello di Tarantino.

redazione