Aleister Crowley, il profeta del nuovo millennio

Nel 1593, Roma diede il “calcio d’inizio” al lungo processo contro Giordano Bruno, colpevole di non credere alla Trinità, di ritenere che la verità della fede fosse subordinata a quella della filosofia ma, soprattutto, di aver ipotizzato l’esistenza di un universo infinito.

Sette anni impiegò la Chiesa per formulare l’accusa e decidere di ardere sul rogo il filosofo di Nola – ma una cosa è certa: se egli avesse “abiurato” (cioè, rinunciato pubblicamente alle proprie idee) si sarebbe salvato. Per Giordano Bruno, però, la finzione non era accettabile: egli non poteva venire meno a quello che riteneva essere il suo unico, vero compito – la testimonianza coerente del proprio pensiero.

Secoli dopo, nel 1889, a Roma, là dove fu arso vivo come eretico, venne eretta una statua in bronzo che lo ritrae mentre guarda fiero in direzione del Vaticano.  Oggi, Bruno è diventato un emblema universale della libertà di pensiero, ma come può avvenire che lo stesso uomo, un tempo denigrato, si trasformi poi, addirittura, in un’icona positiva? Nel simbolo vivente dei massimi valori espressi da una società?

Osservando la storia, si noterà come questo fenomeno sia tipico della vita di molti studiosi, scienziati, artisti o filosofi: essi anticiparono l’evoluzione della società, facendosi portatori di idee non ancora così diffuse per essere apprezzate.  Avviene così di riscoprirne il pensiero, e di amarlo, solo decenni o secoli dopo.

Fa’ ciò che vuoi, sarà tutta la legge

Come fu per Bruno, il “filosofo-esoterista”, così avviene oggi per la figura di Aleister Crowley, anch’egli filosofo ed esoterista, anch’egli denigrato prima e ora lentamente riscoperto come un anticipatore di molti aspetti del pensiero contemporaneo.

Il magista inglese nasce in Inghilterra nel 1875, in piena epoca vittoriana.  Dal clima inglese di fin de siècle, raccoglie un profondo desiderio di rinnovamento intellettuale e sociale, mentre dal contatto con gli ambienti più rigidamente borghesi e religiosi trae (proprio come Bruno) una profonda avversione per i dogmi religiosi.  Al pari del suo contemporaneo Friedrich Nietzsche, anche Crowley considera ormai finito il tempo dalla Chiesa e dalla Fede ed auspica un mondo laico, guidato dalla libertà di seguire ciascuno la propria e più autentica aspirazione personale.

Fa’ ciò che vuoi, sarà tutta la legge è il motto della sua visione filosofica: e ciò che vuoi indica la “vera volontà” – quella nascosta nel profondo di se stessi; quella che emerge dal coraggio di “essere se stessi”, al di là del giudizio e dei condizionamenti dei poteri forti.

Quando Aleister Crowley esprime, per la prima volta, l’idea che non esista UNA verità, ma che ciascuno debba seguire la propria Verità, la pressione morale e dogmatica della Chiesa e del “perbenismo” borghese era veramente soffocante.

Certo, persino alcuni religiosi avevano iniziato a condannare (blandamente) certi atteggiamenti, ma ancora si svolgevano processi per stregoneria; ancora disobbedire al marito significava violare le “leggi di Dio”; i membri delle comunità ebraiche erano spesso costretti a partecipare alla Messa; gli omosessuali rischiavano la furia di una massa accecata dalle predicazioni religiose più estremiste; le donne stuprate erano ritenute colpevoli ed allontanate dalla famiglia.

Profeti del pensiero libero

Già nel 1863, in Italia, il premio Nobel per la letteratura Giosuè Carducci aveva steso un inno al libero pensiero, intitolato in modo volutamente provocatorio, Inno a Satana.  L’intento del Carducci era scuotere, attraverso immagini scioccanti, la rigida opinione pubblica e lodare il diritto naturale alla libertà contro l’oscurantismo della religione e della morale.

“(A Satana)/ A te, de l’essere/ Principio immenso/ Ragione e senso” scrive, ma avverte: “Bisogna tornarci su, su questa poesia, e con molta attenzione”.  Certo, perché Carducci vede in tutto ciò che la Chiesa reputava il “Male”, solo emozioni umane, le quali anziché essere represse dando vita a mostri immaginari, dovevano essere esplorate e infine comprese.  Così farà in seguito anche Aleister Crowley, adottando la simbologia del numero 666, il quale oltre a rappresentare una ribellione al dogmatismo della Fede corrisponde, nella Mistica Ebraica, allo Spirito del Sole e del Rinnovamento.

Carducci e Crowley non furono i soli intellettuali ad adottare simboli e atti provocatori per gridare al mondo che i tempi stavano cambiando: lo aveva fatto Nietzsche nel suo AnticristoCelso definendo “barbara” l’arroganza della religione; Ipazia di Alessandria; il citato Giordano Bruno.

E tutti costoro furono accusati tramite le stesse accuse che la Chiesa riservava, fin dal Medioevo, a tutti i suoi avversari politici o ideologici: venerare il demonio, essere immorali o “pericolosi”, meritare infamia e morte.

Crowley precursore dei tempi

Come il filosofo ateniese Socrate, anche Aleister Crowley venne perciò accusato di “corrompere” la morale; di Satanismo come molti saggi medievali; di “empietà”, come Ipazia; di eresia, come Bruno.  Fortemente ostacolato dalla Chiesa era stato lo stesso neurologo e psichiatra Sigmund Freud, il padre della psicanalisi che aveva rintracciato proprio nella repressione morale e religiosa delle pulsioni la fonte della nevrosi.

Ma già Aleister Crowley aveva dichiarato l’importanza della libera sessualità, in un’epoca in cui solo il matrimonio e la procreazione potevano giustificare l’unione carnale.  Non solo: influenzato tanto dall’estremo oriente, quanto da alcune idee nate proprio in ambiente cristiano verso la fine dell’Ottocento, Crowley teorizzò la sacralità dell’Unione Sessuale, e la mise in pratica recuperando i canoni dell’antica formula tantrica indiana e della mistica iniziatica greca della “ierogamia”.

Egli poteva ritenere che l’Unione fra uomo e donna fosse un veicolo di evoluzione “magica e spirituale” anche perché era un convinto sostenitore dell’assoluta parità di genere e, conseguentemente, della necessità di superare i tradizionali ruoli per costruire una società più libera ed inclusiva.  Si trattava dell’avvento di una nuova epoca (il nuovo “Eone”), simboleggiata nella figura del giovane dio egizio Horus, e della sua controparte “inconscia” Arpocrate.

Un mistico laico

Crowley, mago e mistico, dichiarò di aver vissuto esperienze personali di grande intensità collegate all’avvento di questo tempo nuovo e dei nuovi canoni attraverso i quali vivere un momento storico di rinnovamento e – al di là del valore effettivo o simbolico di queste dichiarazioni –  nella complessa teorizzazione di Crowley è obiettivamente rintracciabile una quantità ragguardevole di materiale che offre concreti spunti di ispirazione per leggere i tempi moderni.

Questo Nuovo Eone, che iniziava proprio all’alba del XX secolo, sarebbe stato caratterizzato dal crollo del dogmatismo e delle religioni; dall’incontro fra molte culture; dalla libertà sessuale; dall’emancipazione della donna e dalla spontanea ricerca della “vera volontà” da parte dei singoli individui.  La storia gli ha dato ragione sotto svariati spetti, ma la società in cui egli visse era ancora troppo legata a quei meccanismi mentali che solo l’avvento della Seconda Guerra mondiale avrebbe definitivamente spezzato, per lasciar posto – addirittura – alle rivendicazioni dei famosi movimenti del Sessantotto.

Aleister Crowley, però, non fu solo un pensatore: egli fu innanzitutto un Esoterista, cioè un cultore di quella particolare forma di filosofia che – dal tempo di Pitagora – si tramandava da Maestro a Discepolo, di generazione in generazione, ponendosi a lato (o, addirittura in contrasto) rispetto alla  politica ed alla religione.  Al pari di diversi intellettuali poliedricamente versati (il citato Bruno; Pico della Mirandola; Leonardo da Vinci; Botticelli; Galileo; lo stesso Newton e molti altri), si interessò dunque all’antica arte dell’Evocazione (che rilesse in chiave psicologica e scientifica); all’alchimia; all’astrologia ed alla tradizione divinatoria dell’ I-Ching, la cui struttura era stata già apprezzata dal filosofo e matematico Gottfried Leibniz e, infine, tradotta e importata in Europa dall’orientalista Richard Wilhelm.

La magia secondo thelema

Si interessò inoltre alla riscoperta del valore del rito “magico” in formula teatrale – intendendo, con il termine Magia, non la credenza superstiziosa nel fenomeno “paranormale” (che, anzi, egli aborriva sostenendo fosse un fenomeno ottuso, fanatico e tipicamente religioso) bensì proprio la capacità originaria dell’Uomo di agire con la propria Coscienza e Consapevolezza sul mondo.

Come molti letterati e filosofi inglesi del suo tempo, Crowley si formò a Cambridge, frequentò diversi “salotti” e fece parte di “club” ed “ordini” quali la Golden Dawn, fondata nel 1888 da alcuni esponenti della Massoneria e della Tradizione della Rosa e della Croce.  Infine, nel 1907, i suoi insegnamenti mistici e filosofici confluirono nella fondazione di un Ordine Iniziatico, una Scuola Filosofica sul modello tradizionale europeo: la Stella d’Argento.

Fu inoltre fra i primi a propendere per l’esistenza di altre vite nell’universo e per la loro potenziale interazione con gli esseri umani; conobbe e approfondì svariate tradizioni culturali e fu uno strenuo assertore della necessità di liberarsi da una morale assoluta attraverso un sistema “scientifico di etiche”.  Spesso, cercò di sintetizzare gli aspetti eminenti delle tradizioni culturali con le quali fu a contatto, ponendole a confronto con gli elementi chiave della cultura europea.

Sosteneva che la segretezza fosse nemica della verità, per questo fu fra i primi ad aprire molti elementi usualmente segreti delle tradizioni magico-mistiche occidentali. In collaborazione con la pittrice Frieda Harris, diede inoltre vita, negli anni Quaranta, ad un nuovo mazzo di Tarocchi – il  “Libro di Thoth” – reinterpretato secondo le istanze del nuovo tempo e del “nuovo uomo”.

Il complesso e vastissimo pensiero di Crowley può incontrare approvazione o critica, ma la più diffusa problematica che emerge (soprattutto in Italia) dall’analisi della sua figura è quella dell’estrema semplificazione delle sue idee.

Si tratta, in realtà, di un problema che riguarda la quasi totalità degli esponenti delle tradizioni esoteriche, assai poco noti e certamente o mal interpretati o frettolosamente reinterpretati.  La ragione di questo si trova tanto nella difficoltà del reperimento dei testi originari, quanto nella necessità di decifrarne il linguaggio simbolico e allusivo, che richiede – spesso – un solido background culturale in materia esoterica.

Tuttavia, scavando nell’humus delle tradizioni esoteriche ed iniziatiche dell’Europa, è possibile mettere in luce tesori veramente preziosi, che ad oggi non possono più essere ignorati in quanto parte integrante di una più ampia storia del pensiero e della filosofia occidentale e, certamente, portatori di spunti, idee, suggestioni che potrebbero rivelarsi straordinariamente utili per leggere, comprendere e vivere questo nostro tempo, tanto caotico e destabilizzante.

Un centro dedicato al pensiero e al misticismo di Crowley

Si chiama Centro Studi e Ricerche C.T.A. 102 si affianca in qualità di organizzazione esterna al Sovrano Ordine del Tempio della Via della Luce, e si occupa sul piano pratico e materiale della diffusione della Legge del Thelema. In particolare si assume il compito dell’organizzazione di conferenze e seminari dedicati ad argomenti di carattere storico, archeologico, antropologico, filosofico e, naturalmente, esoterico. Inoltre cura la stampa e la diffusione dei Libri editi per ordine del S...O...T...V...L..Si trova Bellinzago Novarese in Via Don Minzoni, 39.

“IL SERPENTE ALL’OMBRA DELL’AQUILA: Fondamenti di Filosofia, Etica e Magia in Thelema”

Il libro attraversa la rivoluzione operata da Aleister Crowley nella storia dell’esoterismo europeo. “Esoterismo” è tale in quanto mondo fatto di segreti e riservatezza, elitarismo ed iniziazioni. Gli insegnamenti di Aleister Crowley affondano le loro radici nelle millenarie e riservatissime pratiche dell’estremo Oriente, ma anche e, forse, soprattutto, nei misteri della tradizione sciamanica mesoamericana.

redazione