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Internet Day 2020: riflessioni e celebrazioni nella festa della rete

Oggi è un giorno speciale per tutti noi, nessuno escluso (o quasi), in cui celebrare una delle più importanti invenzioni della storia dell’uomo, di fondamentale importanza quasi come la radio o il telefono: è l’Internet Day.

Il 29 Ottobre 1969, infatti, un giovane dottorando dell’Università della California di Los Angeles (UCLA), inviò un messaggio da un computer delle dimensioni di una stanza ad una macchina simile situata a ben 500 km di distanza, precisamente presso lo Stanford Research Institute.

Il dottorando, al secolo Chales Kline, voleva inviare la parola LOGIN, ma il sistema riuscì a consegnare subito solamente le prime due lettere, terminando il lavoro solo un’ora dopo. Questo invio faceva parte del progetto ARPANET, il fratello maggiore di internet, ricerca portata avanti da alcune università statunitensi su indicazione del dipartimento della Difesa Statunitense.

La rete Arpanet negli Stati Uniti nel 1974 Credits: Wikipedia

Quel tentativo di invio del messaggio è considerata la prima azione ufficiale eseguita sul precursore di Internet, che da quel momento in cui si sviluppò velocemente, arrivando a connettere non solo le due coste statunitensi, ma anche l’America con l’Europa.

Internet: da strumento esclusivo a strumento mondiale

ARPANET, che nel tempo divenne una sorta di rete riservata ai soli accademici, si trasformò “ufficialmente” in Internet nel 1983, quando adottò dei protocolli di standardizzazione che i contenuti web doveva assumere, protocolli conosciuti come Internet Protocol (IP) e Transmission Control Protocol (TCP).

L’ultima tappa dell’Internet come lo conosciamo oggi è rappresentata dalla nascita del World Wide Web (WWW) nel 1989, nato sempre su iniziativa di scienziati con l’obiettivo di “mettere ordine” tra i diversi contenuti pubblicati dagli accademici di tutto il mondo.

Internet Day: una presenza fissa nella vita quotidiana

Insomma, prima di vedere Internet come lo conosciamo oggi ne è passato di tempo. Internet non più solamente una fonte utile per lo studio e la ricerca, ma è diventato soprattutto uno strumento capace di creare lavoro e divertimento.

Ci permette sicuramente di avere molte informazioni a disposizione in tempistiche che fino a vent’anni fa ci sognavamo, per non parlare del quasi azzeramento dei tempi di comunicazione grazie alle e-mail e ai servizi di messaggistica.

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Con la nascita dei social media, Internet ci ha permesso anche di tenere sempre con noi i ricordi, non solo foto, ma anche i legami della nostra giovinezza, avvicinando persone distanti chilometri e chilometri.

Nell’ultimo anno, inoltre, Internet è stato fondamentale durante il lockdown, fornendo la base per restare connessi nonostante l’isolamento, creando ponti di forza e speranza anche nei momenti più difficili.

Internet Day: non solo cose positive

Ma ovviamente, non è tutto oro quel che luccica. I vantaggi, come abbiamo visto, sono tanti…ma a quale prezzo? Così come si sono azzerate le distanze, anche buona parte della nostra privacy è venuta meno, ceduta in cambio di indicazioni stradali gratuite o musica illimitata.

La vita reale spesso si sovrappone a quella “cibernetica”, provocando dei pericolosi fenomeni sociali che mettono a repentaglio la distinzione della finzione con la realtà, arrivando anche a sfociare in vere e proprie tragedie.

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Non dimentichiamoci poi, che Internet ha dato la possibilità di parlare a chiunque (ma proprio chiunque) davanti a tutti, portando le opinioni da bar online, come aveva ben intuito qualche anno fa l’immenso Umberto Eco.

L’Internet Day va celebrato, poiché rappresenta una delle più grandi rivoluzioni per l’umanità, capace di accelerare come mai prima qualsiasi tipo di processo in pochissimi anni. Allo stesso tempo, però, bisogna vigilare come si deve sui rischi che comporta, con uno sguardo in particolare ai suoi possibili utilizzi in termini di manipolazione, non solo elettorali, ma anche di formazione dei più piccoli, il nostro unico futuro.

Paride Rossi