cose da fare post quarantena

Cose da fare post quarantena, perché ci sarà un lieto fine

E’ vero, la quarantena diventa ogni giorno più complicata. E’ un po’ come se fossimo stati catapultati in una casa del Grande Fratello in miniatura. Il rapporto con i familiari o quello con i coinquilini si fa pesante e il bagno si è trasformato in un confessionale improvvisato. Unico momento di vera privacy. Chissà che sensazione prova Tina Cipollari, ogni volta che a Uomini&Donne si alza e inizia a minacciare: “Maria, Basta! Io esco!”. Più le giornate sembrano scorrere lente, più i nostri capelli crescono senza forma e con loro anche sopracciglia e gli altri peli superflui. Improvvisamente sembra di vivere in un episodio interminabile di “The Orange is the New Black” con protagoniste le scimmie di Odissea nello spazio. Almeno alle ragazze del penitenziario di Litchfield era concessa un’ora d’aria e qualche rapporto saffico per stemprare l’agonia della reclusione. Loro potevano fare assembramento!

Il sogno del dolce far niente si è tramutato in un incubo. Dal divano in salotto potremmo ricavarne dei calchi perfetti dei nostri culi. Probabilmente a pesare è il fatto di non aver scelto questa condizione di clausura. Non eravamo pronti a recitare il ruolo di protagonista in Storia di una Capinera di Verga. Possiamo, però, tirare un sospiro di sollievo e ringraziare la nostra buona stella, perché la nostra agonia è nulla paragonata a quella di chi combatte ogni giorno per salvarsi o per salvare la vita di qualcuno.

 

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#quarantena#debby #iorestoacasa #

Un post condiviso da Marcella Silvestri (@marcisilvestri) in data:

E’ vero, appare tutto così tragicamente triste e una luce in fondo a questo tunnel proprio non si vede. Possiamo, però, immaginarla. Ecco perché dal mio profilo Instagram (se non mi segui fallo subito @lookonart) vi ho chiesto di rispondere ad una domanda. In molti, mi siete venuti in soccorso. Per me e per “Raccontalo a Zio Benny” il contatto umano è tutto. Mi nutro delle storie altrui, dei pettegolezzi, delle strane abitudini e ti tutto ciò che di inusuale mi capita a tiro. Per questo vi ringrazio per aver risposto in tanti.

La domanda era pressapoco questa: “Terminato il periodo di quarantena, qual è la prima cosa che farai?”

Mi sono giunte un bel po’ di risposte e ho stilato una lista di cose da fare post quarantena. Alcuni di voi sono stati di una sincerità viscerale e da bollino rosso. Ora le ipotesi sono due: o a rispondermi è arrivata una carovana di single sfigati o l’isolamento dal vostro partner è un toccasana per i vostri ormoni. Ho contato ben 42 risposte in cui compare la parola SESSO, in tutte le sue declinazioni e sfumature. Certo che di fantasia ne avete. Povera stella io, che vi sottovalutavo. Sporcaccioni!

Se ci pensate sarà un po’ come tornare vergini e illibati. Alla fine di questo lungo periodo ci ritroveremo tutti alle prime armi, vogliosi di donarci e di donare il nostro amore. Cade a pennello questo video di Andrea Danese. Lo adoro!

 

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Un post condiviso da Andrea Danese (@genny_ferlopez) in data:

Luca (nome di fantasia, in quanto ho promesso l’anonimato) ancora ringrazia per la soffiata su Porn Hub. Pare stia ottenendo grandi risultati dalla sua attività da smanettone al punto tale da aver attaccato la mascherina al chiodo e il suo cane ormai ha imparato a condividere la lettiera con il gatto. Altro che jogging.
Tanya non vede il suo compagno da più di un mese, da ancor prima che iniziassero le limitazioni sugli spostamenti. La sua risposta è emblematica, “Sesso a tutta forza“. Mandrilla, mi candido come fata madrina per la piccola che nascerà da questo incontro da mille in una notte.

Vorrei mettermi per un momento nei panni di un giovane ingenuo e sognatore e pensare che non è l’atto sessuale a mancarci, ma il contatto umano con gli altri, il calore, gli odori e talvolta le puzze, il sorriso, una parola sussurrata. No? Mica possiamo pensare sempre a quell’aggrovigliamento di carne e passione?

cose da fare post quarantena

Al secondo posto c’è il cibo, in particolare Sushi, McDonald’s e Pizza. Ciò mi induce a pensare che quando pubblicate le vostre story su IG e fate sfoggio della vostra bravura nelle arti culinarie, in realtà ci pigliate per il culo. Ho visto più pizze fatte in casa in questo periodo che nemmeno Antonio, il mio pizzaiolo di fiducia, ha impastato in 30 anni di carriera. Siete stati capaci di svuotare i supermercati d’Italia dal lievito di birra. Vi confesso che la pizza manca anche a me, una strepitosa 4 formaggi o una bufalina con pomodorini, me la sogno di notte. Quanto la desidero! C’è un’altra cosa che desidero fortemente, un buon caffè, uno di quelli nella tazza bollente, arabico, cremoso, che ti lascia in bocca quel sapore forte e subito seguito da un’irrefrenabile voglia di andare in bagno.

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Al terzo posto ci sono gli amici. No questa volta non sono gli amici di Maria. Si avverte proprio la mancanza di quelle belle serate di baldoria e spensieratezza in mezzo a volti familiari e complici. Le videochat che vi sparate tutte le sere sono un palliativo, ma prima o poi ci abbracceremo e avremo nuovamente modo di organizzare i nostri Geordie Shore tutti insieme. A colpirmi è stato questo messaggio. Il pensiero di Rosanna va ai genitori, che non può vedere e che si augura stiano bene e di poter rivedere presto.

Nessuno, invece, mi ha parlato di viaggi. Ho letto da qualche parte, che questi saranno l’ultima cosa che potremo riottenere. Fino a quando nel mondo non saranno debellati tutti i focolai, viaggiare sarà un rischio per noi e per i luoghi di destinazione. E’ triste ricevere in continuazioni email da EasyJet che mi propone il nuovo tariffario invernale, senza poterne usufruire. Condivido il malessere di tutti coloro che soffrono della sindrome di Wanderlust. Il desiderio di viaggiare e di scoprire il mondo non ci fermerà mai. Stay Strong!

Vuoi raccontarmi un tua esperienza, una qualsiasi, anche in questo periodo di quarantena, scrivimi a [email protected] o un direct su @lookonart o whatsapp 3319764913, non hai scuse!

Benito Dell'Aquila