“Vostra madre non ce l’ha fatta”, ma dopo mezz’ora si accorgono di aver sbagliato parenti

Si può morire e rinascere nella stessa giornata, dare la notizia della morte della madre deceduta in ospedale dove era ricoverata per dei controlli sanitari, senza una vera plausibile spiegazione, è un dolore immenso. Ti toglie le parole e ti porta nel più grande degli sconforti, mentre cerchi di fartene una ragione, lo stesso ospedale ti richiama per dirti che si sono sbagliati, che la madre è ancora in vita e sta bene, mentre ad essere deceduta è la vicina di letto, un misto di felicità gioia e rabbia nello stesso tempo per chi ti ha gettato nello sconforto dentro un burrone per niente.  Ne sanno qualcosa all’ospedale di Rivoli, nella città metropolitana di Torino: i dottori comunicano alla famiglia che una donna di 78 anni è morta per arresto cardiaco dopo due ricoveri per crisi respiratorie. Per i familiari prima l’angoscia, poi la seconda chiamata: “Sua madre sta bene, abbiamo sbagliato persona”.  Dal “vostra madre non ce l’ha fatta” allo “scusate, c’è stato uno scambio di pazienti” in meno di un’ora. Per questo clamoroso equivoco una famiglia di Giaveno è passata dalla disperazione di un lutto alla gioia per la madre “rediviva”, mista però alla rabbia per aver passato minuti di inferno. Tanto che adesso all’ospedale di Rivoli non bastano le scuse per rimediare al grave errore, perché le vittime dell’equivoco hanno presentato un reclamo alla direzione dell’Asl To3. La donna di 78 anni era stata confusa con la compagna di stanza, deceduta per un arresto cardiaco. Alla base dell’assurda svista, secondo la direzione, il fatto che la donna deceduta non avesse il braccialetto identificativo al polso. Un dettaglio fondamentale per minare alla base la fiducia in tutto il lavoro svolto dalla struttura: “Prima la notizia della tragedia, poi la rabbia questo punto mettiamo in dubbio tutto quel che è stato fatto”, ha commentato la figlia della donna ancora in vita. 

Alessandra Filippello