Spot il cane robotico e gli altri robot in corsia nella lotta contro il Covid-19

Anche la tecnologia scende in campo per dare una mano a combattere il coronavirus, a Singapore arriva Spot, un robot dalle sembianze di un cane, che si aggira nel parco Bishan-Ang Mo Kio.
Spot, è un cane guardia programmato per fronteggiare l’emergemza Covid-19, mentre passeggia tranquillo all’interno del parco, raccomanda ai visitatori di mantenere le distanze, tramite delle telecamere capaci di orientarsi perfettamente, segnala eventuali assembramenti sociali, tramite dei sensori fornisce dettagliatamente il numero di persone presenti ed il luogo esatto, e se tutto ciò potrebbe creare un problema di privacy, il National Parks Board (NParks) di Singapore afferma che non saranno raccolti dati né saranno utilizzate le immagini per identificare le persone. Le modalità d’impiego del robot sono esplicitate nei cartelli alloggiati agli ingressi del parco. Tra le varie informazioni si richiede ai frequentatori dell’area verde di non disturbare Spot durante il suo lavoro. La scelta hi-tech potrebbe a breve sostituire gli addetti al pattugliamento dei parchi, con la conseguenza di “ridurre il rischio di esposizione al virus”. Per questo l’amministrazione locale sta valutando la possibilità di ampliare il progetto agli altri parchi di Singapore.
Anche l’Italia mette in campo un robot di telepresenza, Lhf-Connect, un progetto a disposizione delle strutture sanitarie. Si tratta di un robot avatar, guidato grazie al software open source sviluppato dal team di ricerca dell’IIT in collaborazione con l’Università di Pisa, disponibile anche sulla piattaforma TechForCare dell’Istituto per la Robotica e le Macchine Intelligenti (I-Rim) e Maker Faire Rome.
Gli avatar robotici in telepresenza sono dispositivi che possono aiutare i pazienti, magari in isolamento da settimane, a contattare i loro parenti senza esporre a rischio lo staff sanitario e i propri cari: può spostarsi tra le stanze senza contatto diretto tra il paziente e il personale. Per assemblarlo, in autonomia ed in pochi giorni, sono stati usati dispositivi commercialmente disponibili, un aspirapolvere robotico, un’asta ed un Ipad, ad un costo che si aggira sui mille euro. I primi tre robot  sono già al lavoro presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, la Azienda USL Toscana Nordovest di Massa-Carrara e il Centro Polivalente Anziani Asfarm di Induno Olona, a Varese.
Alessandra Filippello