SF8: dalla Corea del sud la sferzante risposta a Black Mirror

Sf8,  da noi vista in anteprima nella sala web di MYmovies per la 20 edizione del  Trieste Science+Fiction Festival (dal 29 ottobre al 4 novembre) è una serie tv  che può essere definita sotto molti aspetti come la risposta coreana a Black Mirror: una risposta dalla potenza visiva e contenutistica sferzante, di grande attrattiva per la sua capacità di rappresentare il rapporto che un paese iper-tecnologico come la Corea ha con le tecnologie e con le intelligenze artificiali.

Sì, perché gli otto episodi di SF8, diretti da otto registi di spicco del panorama cinematografico coreano, evidenziano innanzitutto un dato estremamente interessante e cioé che la concezione che il popolo e la cultura coreana hanno della tech e della fantascienza è ben diversa dalla nostra occidentale.

Se Black Mirror, serie tv Netflix di grande qualità,  ha avuto il grande pregio di portare una sana e arricchente ventata di creatività, puntando tutto su un genere non sempre apprezzato, o comunque di nicchia, quale quello della distopia, con il grande merito di farlo  conoscere ad un bacino di utenza davvero vasto come quello di Netflix; la SF8 coreana, pur muovendosi a volte nel genere distopico, si spinge spesso al di là questo, andando a descrivere piuttosto le storie e i drammi personali dei suoi protagonisti, i quali si trovano in contesti nati da speculazioni fantascientifiche.TS+FF Facebook Cover

Se Black Mirror è spesso corale, o meglio, tende a porre l’accento sui sistemi, sulle dinamiche di mondi “nuovi”, ma verosimili, che sono il contrario dell’utopia (distopie per l’appunto), in cui l’uso della tecnologia ha un ruolo centrale e spesso persecutorio o negativo ; SF8 adotta un meccanismo diverso: dopo brevi introduzioni che descrivono le leggi dei mondi futuri in cui sono ambientate le storie, segue i personaggi principali entrando nella loro psicologia individuale, concentrandosi spesso sulla loro psiche, sul loro dolore e le loro emozioni nell’interfacciarsi con la tecnologia.

SF8 Teaser | Sci-Fi Anthology Series | Now on Viu - YouTube

Questa sfumatura rende questi otto racconti cinematografici (intorno ai 50 minuti ciascuno), di fantascienza spesso estremamente attenti ai dettagli, quasi delle microstorie in contesti futuribili, piuttosto che singole idee distopiche, in cui la relazione tra personaggi e IA riveste un ruolo essenziale e centrale. E’ proprio l‘interfacciarsi dell’uomo con l’intelligenza artificiale uno dei temi portanti dell’intera serie, il che rispecchia probabilmente i desideri, le ansie, le paure e il modo di concepire i cyborg (sono presenti solo robot dalle fattezze umane) da parte del popolo coreano.

Trieste Science + Fiction Festival (29 ottobre - 3 novembre 2020)

Già dal primo episodio SF8 lascia il segno e fa comprendere allo spettatore che l’obiettivo della serie è colpire i nervi scoperti del rapporto uomo-macchina, fantasticando verosimilmente su aspetti critici della società odierna, attraverso l’ esasperazione di queste problematiche, trasposte per l’appunto nel futuro, in pieno “spirito fantascientifico”.

Così nell’ambizioso, conturbante e a dir poco riuscito episodio d’apertura “The preyer”, il regista Min Kyu Dong si pone interrogativi davvero complessi, i quali, incredibilmente non appartengono a degli esseri umani; ma alla cyborg infermiera protagonista.  Il mini film è ambientato in un futuro in cui esistono robot umanoidi molto costosi (per i quali le persone sono disposte perfino ad indebitarsi) che assistono i malati con tutte le cure necessarie, prendendosi cura del Paziente,ma anche del Guardiano, cioè il familiare che sta insieme al malato oggetto delle cure.

Sf8, l'antologia della fantascienza coreana che evoca Black Mirror

La donna protagonista è proprio una di queste infermiere robotiche, la quale ha sviluppato un livello di intelligenza talmente elevato da risvegliare in lei una vera e propria emotività, che, artificiale, imita quella umana. Nel suo leggere i sentimenti umani, la macchina umanoide si ritroverà a dover compier una scelta estrema, se salvaguardare la vita della malata, una donna anziana in coma da più di sette anni, o quella della figlia di quest’ultima, la quale è prossima ad un profondo stato depressivo, anche autolesionistico. Nel non saper scegliere tra queste due alternative, la cyborg infermiera, scoperta la preghiera e la fede, interpellerà una suora, incontrata in ospedale, che come lei assiste i malati…

SF8: The Prayer: Episode 1 (Review) » Dramabeans Korean drama recaps

Davvero tante le tematiche affrontate in questa originale e forte sceneggiatura: dal tema della solitudine, a quello della depressione, da quello del suicidio a quello dell’eutanasia, per passare poi all’analizzare l‘emotività che può essere posseduta da una IA estremamente evoluta, addirittura, in grado di maturare una propria religiosità, un proprio senso del trascendente ed un bisogno di perdono per i peccati commessi…

Trieste Science + Fiction Festival (29 ottobre - 3 novembre 2020)

Il primo episodio di SF8 mostra così delle caratteristiche comuni a tutte le altre puntate, tra queste una concezione dell’IA estremamente lontana dalla nostra, occidentale: le intelligenze artificiali non sono mai opprimenti o semplici macchine volte a soggiogare l’uomo, secondo quello che ormai è un topos della letteratura fantascientifica; al contrario, per la società coreana esse sono parte integrante della vita di tutti i giorni; sono irrinunciabili e tendono ad imitare e a comprendere l’uomo, vogliono essere umane a tal punto da sacrificare parte di se stesse. Il dialogo con i cyborg è necessario. sembrano voler dire i registi di SF8 e ci sarà un momento in cui sarà l’uomo a dover comprendere le IA e adeguarsi ad esse… Questa prospettiva ribaltata è estremamente intrigante e si cavalca a briglie sciolte l’onda di un’opera fantascientifica di grande sostanza come è quella di Isaac Asimov, il Ciclo dei Robot.

SF8 - EPISODIO 5 - WHITE CROW (2020) - Trieste Science + Fiction

Se il grande scrittore di fantascienza poneva problemi di psicoanalisi robotica, riconducendoli spesso al mancato rispetto delle Tre Leggi, gli autori coreani di SF8 si pongono oltre tali limiti, immaginando IA talmente “umane” e progredite, da avere una coscienza e soprattutto delle emozioni artificiali, in grado di far violare loro le leggi della robotica. Ed essi come si diceva sono trattati dagli umani come umani, non come macchine. Ciò che emerge è un vero e proprio dialogo-legame (anche sentimentale) con la IA, spesso in grado di far comprendere agli esseri umani i propri errori e le proprie imperfezioni, i propri crimini e i propri sbagli.

Così in un altro episodio particolarmente riuscito, White Crow di  Min Kyu Dong, un videogioco in VR estremamente coinvolgente, che mostra a chi lo gioca le sue paure più profonde connettendosi alle sue sinapsi e al suo inconscio, diventa una dimensione altra di redenzione e accettazione per la protagonista, la quale è costretta ad affrontare i suoi demoni e il suo senso di colpa. Un vero e proprio horror psicologico e videoludico, in questo episodio diretto con grande creatività e senso scenico.

SF8: WHITE CROW Trailer | Ahn Hee Yeon (Hani) | Coming to Viu - YouTube

Si apre con un processo ad una IA, invece, il superbo episodio conclusivo Empty Body diretto da Kim Eui Seok, in cui vengono affrontate tematiche altissime con una razionalità, un gusto per l’immagine (che ricorda il giapponese Ozu) e una capacità espressiva cinematografica e attoriale davvero notevoli.

In un futuro in cui è possibile riportare in vita i morti, attraverso un’operazione che comporta l’innesto nel cervello del defunto di una IA che, facendo da supporto, riporta “alla luce” la mente di quest’ultimo, ridandogli a tutti gli effetti in vita, nonostante il suo corpo abbia cessato di vivere, ristabilendo ogni funzionalità intellettiva e corporea; accade che l’IA “spenga” del tutto la coscienza del “rinato”, un figlio, riportato in vita dalla madre, subito dopo la sua morte.

Considerata una persona a tutti gli effetti, l’intelligenza artificiale viene processata e interrogata per comprendere cosa sia realmente successo. Niente è come sembra. La madre protagonista dovrà affrontare le sue colpe, tra tutte quella di aver “resuscitato” un morto, il quale forse non aveva intenzione di tornare in vita.

Trieste Science + Fiction Festival (29 ottobre - 3 novembre 2020)

Dramma dirompente, preparato con una regia che punta su una fotografia simmetrica e una macchina da presa indagatrice dei volti e delle espressioni dei protagonisti, Empty body è al contempo un pugno nello stomaco e una riflessione pungente sul senso di colpa e sui limiti oltre i quali può spingersi l’uomo. Ancora una volta l’IA sembra esistere per riflettere assieme agli uomini,  addirittura, per rimproverarli delle loro azioni e ricordare che essi non sono divinità, che non possono riportare davvero in vita i morti, che anche essi hanno dei limiti. Sceneggiatura e recitazione ottime per questo mini-film dall’impianto teatrale, che è il migliore dell’intera serie.

Video - SF8 (에스 에프 에잇) - Drama - Love Virtually Preview @ HanCinema :: The Korean Movie and Drama Database

Quelli di cui vi abbiamo parlato non sono che tre degli otto episodi di SF8, una risposta a Black Mirror, che è originale, dirompente e estremamente connessa alle esigenze narrative della società coreana. Otto film di elevata fattura narrativa e cinematografica, che mostrano ancora una volta (come ha fatto Parasite) quanto sia alto il livello del cinema coreano contemporaneo. Sono visionabili on line fino al 4 novembre sul portale my movies dedicato al ricco programma del Trieste Science+Fiction Festival, importantissima vetrina italiana del cinema di fantascienza internazionale.

Francesco Bellia