Sanremo 2020: i Pinguini Tattici Nucleari tra genuinità, semplicità ed ironia

La quarta serata del festival di Sanremo è in arrivo ed è già tempo di bilanci. Delusione, stupore, ritornelli che già sono entrati in circolo ed altri no, anche questo è Sanremo.

Chi ha sicuramente stupito è un gruppo di ragazzi della provincia bergamasca, amici di parrocchia, che passo dopo passo sono arrivati col sudore a Sanremo. Stiamo parlando dei Pinguini Tattici Nucleari.

I Pinguini si sono presentati a Sanremo come “band indie italiana”, tra l’indifferenza della maggior parte del pubblico del festival, abituato a ben altre commercialate.

Con coraggio hanno deciso di preparare un pezzo fuori dagli schemi sanremesi, lontano dai brani mosci e ammazza serate in cui lamentarsi di storie andate male o di amori non corrisposti.

Ringo Starr è un inno a chi non vuole mostrare a tutti i propri pregi, un inno a chi preferisce rimanere nell’ombra a tenere su la baracca, a chi preferisce essere il gregario che prepara lo sprint finale per il proprio caposquadra.

Ringo Starr, d’altronde, rappresenta a pieno l’essenza dei Pinguini: umiltà, genuinità, ironia e tanta riflessione.

Da Fuori dall’Hype a Sanremo: il successo dei Pinguini

Sembra ieri aprile, quando usciva “Fuori dall’hype”, il primo disco della band bergamasca prodotto con una major del calibro di Sony, evento che vi avevamo raccontato in un’esclusiva intervista nella sede milanese dell’etichetta musicale.

Il mondo indie, tuttavia, non è nuovo a Sanremo. Due anni fa, infatti, era stata la volta de Lo Stato Sociale, band bolognese vicina ai Pinguini. Ma c’è qualcosa di diverso nei bergamaschi.

Negli occhi dei Pinguini, infatti, sembra quasi di vedere e percepire la loro incredulità, la loro felicità di vedere un sogno concretizzato. Amici, persone normali di colpo a Sanremo, dai club all’Ariston.

La loro impronta si è vista anche ieri sera, nella scelta delle cover dedicate alla storia dei 69 anni del festival. Andando controcorrente, i Pinguini hanno messo in scena un medley con alcune delle canzoni che hanno lasciato il segno nella storia della musica italiana.

E così, nella stessa canzone, si sono ritrovati insieme “Papaveri e Papare” e “Nessuno Mi Può Giudicare”, ma anche “Rolls Royce” o “Salirò”, passando per “Sarà Perché Ti Amo” e “Gianna”.

Solamente una band energica e fuori dagli schemi come i Pinguini poteva riuscire a mettere insieme alla perfezione canzoni così diverse tra loro e rendere unica l’esperienza d’ascolto.

I ragazzi si sono sempre distinti nei suoi live per la grande interazione con il pubblico ed anche a Sanremo non potevano mancare dei momenti intimi con i fan.

E così Riccardo Zanotti, frontman della band, prima decide di accarezzare con una mimosa un violinista dell’orchestra e poi decide di regalare il fiore dell’8 marzo a sua maestà Cristiano Ronaldo presente in sala per supportare la compagna Georgina.

I Pinguini, comunque andrà, hanno già vinto, perché hanno dimostrato a tutti che con umiltà e sudore i sogni possono realizzarsi e chissà che non possa succedere l’impossibile domani!

Paride Rossi