Protopterus, i pesci che escono dai muri delle case

Le specie marine finora descritte dai tassonomi sono circa 274.000, ma si stima che nei mari esistano almeno di 1,5 milioni di specie diverse. Abbiamo scoperto pesci con caratteristiche davvero bizzarre: pesci con le ali, pesci trasparenti, pesci bioluminescenti, pesci che danno la scossa o pesci con le zampe. Ma ci sono pesci ancora piĆ¹ strani, che sembrano andare contro la loro natura: i pesci polmonati.

I pesci polmonati possono sopravvivere in acque scarsamente aerate e addirittura per alcuni minuti fuori dall’acqua, poichĆ© essi hanno polmoni che rendono possibile prelevare l’ossigeno direttamente dall’aria. In pratica hanno sia le branchie che i polmoni, ma questi sono scarsamente sviluppati e impediscono una vita duratura fuori dall’acqua. Si pensa che queste specie di pesci risalgano al Devoniano inferiore, quando avvenne il passaggio dallo stadio di pesce ad anfibio primitivo.

Tra i pesci polmonati ce ne sono alcuni davvero unici, al limite del credibile: si chiamano Protopterus e fanno parte dell’ordine dei Dipnoi. Questi pesci vivono nelle acque interne dell’Africa e dell’Amazzonia, sono dotati sia di branchie sia di un polmone bilobato, ma avendo perduto le prime due branchie sono obbligati a respirare aria: annegherebbero se fosse loro impedito di prendere una boccata d’aria.
I Protopterus sono in grado di sopravvivere a lunghi periodi di siccitĆ  seppellendosi nel fango del fondale e sigillandosi in una specie di tana circondata da muco protettivo. Sono stati studiati degli esemplari che sono sopravvissuti ad oltre 4 anni di siccitĆ .

Questi dipnoi respirano direttamente l’aria esterna e riducono fortemente il proprio metabolismo: in questo stato i pesci si limitano a consumare le proprie riserve di grasso entrando in una specie di letargo chiamato “estivazione” durante il quale sopravvivono in uno stato di “morte apparente” finchĆØ l’umiditĆ  del terreno attorno a loro non raggiunge un grado tale da risvegliarli.
GiĆ  questo comportamento estremo porrebbe questi pesci tra i piĆ¹ bizzarri al mondo, ma c’ĆØ spesso una coincidenza che li fa diventare protagonisti di un evento tanto inquietante quanto stupefacente.
Le tribĆ¹ indigene africane sono solite costruire le loro capanne con mattoni di fango, spesso prelevato in prossimitĆ  di stagni e fiumi e inconsapevolmente, assieme alla terra umida, prendono anche questi pesci che diventano parte integrante delle pareti.

Il fenomeno della “resurrezione” dei pesci avviene in quelle zone dove le piogge sono rare ma molto abbondanti: quando piove e il fango delle capanne assorbe la pioggia scrosciante questi pesci si destano dal loro letargo e di fanno strada nel fango ammorbidito uscendo dai muri delle capanne e gettandosi in strada alla ricerca delle canaline che li riporteranno alle pozze o ai fiumi dove riprenderanno a vivere, a cacciare e riprodursi, nella speranza che la stagione delle piogge duri piĆ¹ a lungo possibile e che, soprattutto, il loro corso d’acqua non si prosciughi velocemente.

Nelle pareti delle capanne restano dei profondi buchi a testimonianza dei viscidi inquilini che hanno deciso di lasciare casa.

redazione