Occhio ai congiunti, il coronavirus è presente anche nello sperma

Notizie sconfortanti arrivano dalla Cina in merito ai congiunti, sembra infatti che il coronavirus potrebbe essere trasmesso anche con il sesso. La notizia, arriva dalla Cina dove un gruppo di scienziati dell’ospedale municipale di Shangqiu ha analizzato i campioni di sperma di 38 pazienti che erano risultati positivi al Covid-19. Tra di loro alcuni erano ancora positivi mentre altri erano guariti dall’infezione. Dei 38 uomini, 15 (39,5 per cento),  erano nella fase acuta dell’infezione. Gli altri si erano ripresi. Dai risultati dei test sul seme si è scoperto che sei pazienti (15,8 per cento) avevano tracce di SARS-CoV-2 nello sperma. Tra questi un quarto di coloro che erano ancora infetti aveva il virus nello seme, ma il risultato degno di nota per gli scienziati che hanno pubblicato la ricerca sulla rivista JAMA, era che l’8,7 per cento di coloro che erano guariti aveva tracce di Covid nel seme. I risultati non sono del tutto sorprendenti per i virologi, in quanto virus come Zika ed Ebola, risultano presenti nel liquido spermatico per molto tempo anche dopo la scomparsa della positività dei pazienti.

Al momento, non resta che ammettere, che esiste la possibilità di un contagio da coronavirus, anche attraverso dei rapporti sessuali non protetti, non basta quindi limitare baci ed indossare mascherina, anche attraverso il sesso, è possibile venire contagiati. Anche se il virus non può replicarsi nel sistema riproduttivo maschile, può persistere. L’astinenza o l’uso del preservativo potrebbero essere considerati mezzi preventivi per questi pazienti. Ma la domanda che spaventa di più è per quanto tempo il virus resista nell’apparato spermatico anche dopo la negatività dei pazienti al tampone, resta sempre più subdolo il percorso del coronavirus e sempre più incerto il protocollo sanitario per proteggersi dai contagi. Resta di certo che l’età dei contagiati è sempre più bassa, in Corea vengono colpiti i giovani dai 19 ai 29 anni, l’apertura di pub, discoteche e luoghi di ritrovi giovanili, ha esteso i contagi a coloro che frequentano la movida notturna, mentre gli anziani, fino a qualche tempo fa ritenuti soggetti più a rischio, escono di scena con l’adozione di sistemi di distanziamento sociale. Dato certo è che gli assembramenti sociali devono essere guardati con molta attenzione da qualsiasi età se non vogliamo correre il rischio di essere contagiati e di perdere l’occasione di ricominciare a vivere, per noi stessi e per tutto il nostro paese.

Alessandra Filippello