La storia di Bunny Man

La leggenda del Bunny Man esiste da qualche decennio, ma è apparsa sul web alla fine degli anni ’90. A pubblicarla è “Timothy C. Forbes”, che la racconta nel seguente modo:

Nel 1904 nella città di Clifton in Virginia, Stati Uniti, i cittadini firmano una petizione per far chiudere un manicomio criminale che si trova vicino alla città. La petizione viene accolta e i detenuti vengono trasferiti per poter permettere l’abbattimento della struttura. Durante il trasporto, uno dei mezzi ha un incidente. Il conducente e alcuni pazienti muoiono, mentre altri riescono a scappare. In poco tempo tutti i fuggitivi vengono catturati dalla polizia, tranne uno.

Nei giorni seguenti i cittadini di Clifton fanno strani ritrovamenti. Su alcuni alberi vicino al sottopassaggio di una ferrovia, cominciano infatti a comparire carcasse di conigli. Il nome del paziente mai ritrovato dalla polizia è Douglas J. Grifon ed è dopo i ritrovamenti che viene soprannominato “The Bunny Man“, “L’uomo coniglio”. 

In questa prima versione della leggenda il Bunny Man viene ritrovato dalla polizia, ma riesce a scappare. Durante l’inseguimento viene però colpito in pieno da un treno. Dopo la sua morte viene rivelato il motivo per cui si trovava in un manicomio criminale. Grifon aveva ucciso la sua famiglia e alcuni bambini il giorno di Pasqua.

Nonostante questa storia sia inventata (non c’è mai stato un manicomio criminale a Clifton, solo una prigione istituita nel 1910. In quella prigione nessun condannato si chiamava Douglas J. Grifon), la leggenda del Bunny Man è diventata famosa anche fuori dagli Stati Uniti.

Ma da dove ha origine questa bizzarra storia?

Nel 1970 si sono verificati alcuni avvistamenti di un uomo in un costume da coniglio che minacciava i passanti.

Il primo avvistamento risale al 19 ottobre del 1970, quando Bob Bennet e la sua ragazza stanno andando a visitare alcuni parenti. Stanno per parcheggiare la macchina vicino alla strada che li porterà a casa di uno zio, quando Bob vede qualcosa nello specchietto retrovisore.

Un attimo dopo un uomo in un costume da coniglio si avvicina al finestrino del passeggero, colpendolo e mandandolo in frantumi. Bob fa inversione di marcia e si allontana dal posto, ma fa in tempo a sentire l’uomo che urla:

Questa è proprietà privata! Ho il tuo numero di targa!

Mentre i due si recano dalla polizia, scoprono un’ascia sul pavimento dell’auto, probabilmente era quella usata dall’uomo per spaccare il finestrino.

Bob e la fidanzata fanno la denuncia alla polizia e al momento di descrivere l’aggressore, Bob ricorda un uomo in un costume bianco, con due lunghe orecchie da coniglio. La fidanzata ricorda invece un cappuccio bianco a punta, come quello usato dai membri del Ku Klux Klan.

Il secondo avvistamento

Solo 10 giorni dopo avviene il secondo avvistamento. Una guardia di sicurezza notturna che si trovava in un cantiere dove erano in costruzione delle case, vede un uomo in un costume da coniglio colpire con un’accetta il portico di una casa. 

La polizia apre due casi dopo le segnalazioni ricevute, ma poi li chiude per mancanza di prove. Nelle settimane dopo queste prime segnalazioni, molte altre vengono fatte alla polizia. Circa 50 persone affermano infatti di avere visto il Bunny Man.

Il Bunny Man oggi

Oggi la leggenda metropolitana narra di un pazzoide vestito da coniglio che uccide i passanti con un’ascia vicino a un ponte (il sottopassaggio della leggenda metropolitana degli anni ’90).

Questa leggenda metropolitana è diventata così famosa che nel 2011 ne è stato tratto il film “Bunnyman” (e il suo sequel “Bunnyman 2” nel 2014)

redazione