La Calabria sfida il Governo e da oggi riapre tutto: bar, ristoranti, pasticcerie e pizzerie

La governatrice della regione Calabria, Jole Santelli, sfida il governo e crea in totale autonomia una propria fase 2 di ripresa del territorio.  Dal tutto chiuso al tutto aperto, pensate che in Calabriada oggi, bar, ristoranti, pasticcerie, pizzerie, agriturismo potranno riaprire i battenti con tavoli all’aperto, oltre che da asporto. Così ha deciso, con ordinanza pubblicata poco prima delle 22 di mercoledì 29 aprile, la governatrice sfidando senza mezzi termini il GOVERNO. Se un paio di giorni fa minacciava di blindare i confini della regione contro un nuovo esodo verso Sud, in serata ha decretato una sorta di “liberi tutti”.

Ma la decisione non ha convinto né gli amministratori locali né i titolari delle attività, sorpresi in tarda serata da un provvedimento per i più inimmaginabile. E contro cui anche il governo annuncia battaglia. Quindi, riaprono in Calabria bar, pasticcerie, agriturismi, ristoranti e pizzerie  che non solo potranno aprire per l’asporto, ma anche fare servizio ai tavoli, come in tutta Italia previsto non prima di giugno, purché all’aperto e nel rispetto di una serie di misure “anti-contagio”, dalle distanze di sicurezza alla sanificazione. Tornano i mercati all’aperto e la vendita ambulante e saranno consentiti gli spostamenti “all’interno del proprio Comune o verso altro Comune per lo svolgimento di sport individuali” e quelli per “raggiungere le imbarcazioni di proprietà”. Insomma, regna un caos totale.

Certo che la conferenza stampa del premier Conte del 26 aprile, sembra abbia scatenato caos e confusione, alimentando malumori e risposte ad oltranza dalle Alpi alla Sicilia.
Così molte regioni hanno risposto senza mezzi termini che dal 4 maggio si organizeranno in autonomia , nel rispetto di quello che a loro parere, deve essere interpretato come una premialità per i comportamenti assunti dai cittadini di regione in regione nel periodo del contenimento del contagio.
In un Italia contagiata dal coronavirus e spaccata dalla diffidenza, emergono pure i sostenitori del decreto di Conte che ovviamente mal tollerano le iniziative prese dalle regioni in rivolta. Il Ministro degli Affari regionali, Boccia ha detto“se ci sono ordinanze non coerenti invio una diffida, una lettera con la scheda indicando le parti incoerenti e la richiesta di rimuoverle (solo in caso di allentamento delle misure). Se non avviene sarò costretto a ricorrere all’impugnativa al Tar o alla Consulta“. Insomma, viene ipotizzato anche il ricorso alla Corte Costituzionale.  
Per fortuna il fattore R che indica l’indice di contagio sul territorio sembra abbassarsi a quota inferiore ad 1, questo che dovrebbe darci una marcia in più per la speranza di una ripresa, sembra invece alimentare la voglia di contestare di tutto e di più, dimostrando ancora una volta la coesione e coerenza di chi amministra il nostro paese.
Alessandra Filippello