“Janis Joplin – Piece of my heart”: il fumetto sulla regina del blues

Era la fine degli anni ’60 e la musica come il cinema e la letteratura erano in una fase di grande sperimentazione e fermento. Nel mondo musicale in particolare, il momento era d’oro. Il rock impazzava alla radio, l’America sfornava talenti di continuo, il soul si arricchiva di nuovi suoni e armonie. Tra i pantaloni a zampa, riff di chitarra e droghe allucinogene si fa strada una giovane texana di nome Janis Joplin.

La cantante con la voce “nera” e roca, l’aspetto da figlia dei fiori e il blues nel sangue, trionfò come solista nel 1967, a soli 24 anni, al Festival Pop di Monterey, dove eseguì un’indimenticabile versione del brano “Ball and Chain”. Da lì la sua carriera fu tutta in ascesa. Si esibì nei maggiori palchi degli Stati Uniti dal Festival di Woodstock al concerto in memoria di Martin Luther King, sia da sola che accompagnata dalla band Big Brother and the Holding Company, sfornando pietre miliari della musica tra i quali la celeberrima Cry Baby, fino alla sua morte per overdose avvenuta nel 1970, all’età di 27 anni, entrando di diritto nel famoso club 27, che racchiude gli artisti maledetti morti tutti nel ventisettesimo anno di vita.

A quarantasette anni dalla sua scomparsa, la faenzina Giulia Argnani, fumettista e illustratrice, pubblica una graphic novel interamente dedicata alla regina del blues, chiamata “Janis Joplin – Piece of my heart” dal titolo di un suo grande successo. L’autrice, in otto mesi di documentazione, ha studiato i luoghi frequentati da Janis, i quartieri e le case, nonché la sua breve ma intensa carriera attraverso foto, interviste alla band, al manager e filmati vari. La vivacità dei disegni contrasta con la crudezza dei dialoghi, la maggior parte dei quali realmente accaduti. E poi arrivano gli amori contrastati, la ribellione contro il conformismo e infine la droga che ha probabilmente stroncato la sua giovane vita, il tutto in un classico e colorato stile fumettistico.

Alice Spoto