Intervista a Danilo Bertazzi: “In Tonio Cartonio c’era il bambino che ero”

Di Marcello Mazzari e Sandy Sciuto

Danilo Bertazzi, meglio conosciuto da vent’anni come Tonio Cartonio, protagonista della Melevisione, è stato l’ospite che ha chiuso i Catania Book Days per dare appuntamente a maggio 2020 al Catania Book Festival.

Nella splendida location di una delle sale del Palazzo della Cultura di Catania, Danilo Bertazzi ha conversato con il Direttore artistico della manifestazione Simone Dei Pieri tra il passato da Tonio Cartonio ed il presente da autore del programma “La posta di Yoyo” in onda su Rai Ragazzi.

Al termine, si è intrattenuto con il pubblico presente che per l’occasione ha rispolverato i ricordi d’infanzia, cantando con lui la sigla della Melevisione, ripetendo “Accipigna!” e chiedendo autografi, foto e lasciandogli dei regali tra entusiasmo, goliardia e tanta tenerezza.

Noi di Social Up abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Danilo Bertazzi mentre il cielo di Catania era azzurro e la folla, intervenuta solo per rivivere dal vivo i momenti passati con Tonio Cartonio, scalpitava.

Danilo chiudi i Catania Book Days e allo stesso tempo con te ci si dà appuntamento al Catania Book Festival. Quanto è importante per te essere qui e qual è il valore che dai ai libri?

L’ha detto qualcuno sicuramente più importante, ma io lo ripeto spesso: i libri sono il cibo ed il pane per il nostro cervello. Non possiamo farne a meno. Io sono una grande lettore, lo sono sempre stato. Nel mio lavoro sono importantissimi i libri, i ricordi e le frasi. Lo noto adesso che faccio l’autore in un programma per bambini e spesso le idee mi arrivano ricordando la frase letta in un libro. I libri danno la possibilità di viaggiare e quindi di aprirsi al mondo, anche se non si ha la possibilità di farlo. Non potrei vivere senza libri. Ho tantissimi libri a casa e se dovessi abbandonare casa mia, porterei via soltanto i libri e nient’altro. Sono geloso dei miei libri, non li presto. Sono miei. Qunado leggi un libro, ci entri dentro quindi rimane anche una parte di te tra le pagine. Sono felicissimo di essere qua e ritengo sia una cosa molto importante soprattutto per i giovani. Bisogna tornare ad abituare i giovani a leggere e non soltanto a visionare dei tweet. Bisogna leggere per farsi una propria idea e confrontarsi.

Oggi ricevi l’Elefante di Carta per il tuo lavoro di formazione. Sono passati ben vent’anni dalla Melevisione. Qual è il ricordo o l’aneddoto di quegli anni che custodisci gelosamente?

Oh mamma mia! Ce ne sono tanti. Non ce n’è uno in particolare. Ho un ricordo di quegli anni e di quel lavoro bellissimo dove ho lavorato in un clima bello e divertente. Non ho mai avuto screzi con i miei colleghi di lavoro. Si lavorava bene. Credo che questo sia stato trasmesso nel risultato finale; proprio questa amicizia e complicità che avevamo tutti quanti tra noi.

Nella vita sei Danilo, ma noi ti abbiamo conosciuto come Tonio Cartonio. Quanto di Tonio c’è in te? Perché secondo te Tonio Cartonio è rimasto nei cuori di molti ancora adesso?

Tonio nasce con la mia voce e con le parole scritte da autori meravigliosi e bravisssimi. Sicuramente, c’era il bambino che c’è in me e l’ho portato nel personaggio Tonio. Tonio ha avuto la mia esperienza, la mia vita e ingenuità. Ho interpretato, ma sicuramente ho portato come sono.

Sei autore di programmi per bambini e ragazzi. Com’è cambiato il modo di pensare alla televisione per i piccoli spettatori? Cosa pensi dell’offerta televisiva per i bambini? Cosa cambieresti?

Noi di Rai Ragazzi abbiamo 30 competitors che non sono pochi. Diventa sempre più difficile raccontare perché questa generazione è abituata a cambiare continuamente, ad usare il touch screen e a fare swipe up. Questo dobbiamo tenerlo presente. La soglia dell’attenzione si è ridotta a dieci minuti massimo per i bambini. Non possiamo non tenere in considerazione tutta questa tecnologia che c’è, sarebbe sciocco rifiutarla. Dobbiamo utilizzarla bene e giocare con questo sempre cercando di portare dei contenuti in qualche modo educativi.

Hai un canale YouTube che è molto seguito. Quali sono per te gli aspetti positivi e negativi del raccontare attraverso mezzi simili? Come ti rapporti con gli haters?

L’apertura di questo canale è stata una sfida con me stesso anche perché io sono un tipo non tecnologico. Credo di utilizzarlo al 30% di quella che potrebbe essere la potenzialità di un canale su YouTube però mi piace molto e mi crea ansia. Sai che non ho haters!?!? Magari ora mi tiro gente contro, ma ricevo tutti commenti bellissimi. Mi faccio una scorpacciata di affetto ad ogni video.

Quali sono i prossimi progetti in agenda?

Io vorrei tornare di nuovo a Catania, in primavera, in occasione del Catania Book Festival. Continuare la nuova stagione de “La posta di Yoyo”, programma di cui sono autore, e poi chissà. Sono aperto al futuro.