Imago Mortis, il film horror di Stefano Bessoni che non convince

C’è stato un tempo, non troppo lontano, in cui in Italia uscivano horror con una tale frequenza che a stento si riusciva a tenerne il conto. Film poveri, che hanno lasciato deboli solchi lungo la loro strada, profondi per alcuni estimatori (tra cui il sottoscritto) e più che altro rivalutati con il passare del tempo. Pellicole nate e morte quasi sempre in silenzio, facendo posto ai nuovi arrivati. Se oggi l’uscita di un film come Imago Mortis, produzione horror Italo/Spagnola, ha provocato tante aspettative è anche perché quei (bei) tempi sono ormai finiti.

La standardizzazione, la mancanza di coraggio e la ricerca di un colpo sicuro – le uniche cose che sembrano ormai muovere il nostro cinema – ci hanno portato a conseguenze tali che non appena si affaccia una mosca bianca sul nostro panorama la si aspetta con ansia e trepidazione, nella speranza di un ritorno alle origini.
La maggior parte delle volte si rimane delusi proprio perche, in un periodo così arido, non si è disposti ad accettare quello che passa il convento, pretendendo la perfezione.

Certo, con questo si potrebbe anche giustificare la frustrazione che un film come Imago Mortis provoca durante la sua visione, ma la verità è che l’esordio di Stefano Bessoni delude e non poco.
Delude principalmente perché, escluso un incipit che ricorda lievemente il cinema di Lucio Fulci, ha ben poco di Italiano, dimostrando numerosi punti di contatto con il recente cinema di genere Spagnolo, cosa che in realtà sarebbe un pregio se solo venissero ricordati – anche per qualche istante – i nomi di Del Toro o Amenábar.
Delude perché non si può credere che ci siano volute cinque teste per partorire un soggetto così macchinoso, raffazzonato e – cosa peggiore – già visto, supportato da una regia che a stento riesce ad azzeccarne i tempi.
Delude perché non spaventa e non interessa, neanche quando cerca di omaggiare o rievocare un indefinito trascorso cinematografico, profanandone le origini con la scusa della citazione.

Ma soprattutto delude perché anche questa volta si era sperato in qualcosa di buono.
E se questo è quello che ci tocca, dopo anni di attesa, tanto vale rispolverare qualche vecchia vhs e continuare a piangerci addosso.

redazione