Il drammatico incidente di Chichi-Jima

Il Giappone è stato, senza ombra di dubbio, uno dei luoghi dove si sono consumati alcuni degli atti più atroci della Seconda Guerra Mondiale. Nelle isole di questo arcipelago i combattimenti tra l’esercito nipponico e quello americano hanno raggiunto dei picchi di violenza altissimi, causando una quantità enorme di morti sia tra i militari che tra i civili. In questi luoghi gli orrori messi in atto da entrambi gli schieramenti furono molti ed estremamente violenti e brutali. Basti pensare alle atrocità compiute dall’Unità 731, lo squadrone della morte giapponese impegnato in terrificanti esperimenti sui prigionieri cinesi, oppure alle bombe atomiche americane che distrussero le città di Hiroshima e Nagasaki, ponendo fine al conflitto e causando centinaia di migliaia di vittime.

Però, tra le isole del Giappone, sono avvenuti anche altri atti raccapriccianti, atti che forse sono meno conosciuti e che hanno coinvolto molte meno persone, ma che certamente non possono essere battuti in quanto a brutalità e follia. A volte la guerra è in grado di far uscire il lato più oscuro e malato delle persone e l’inquietante avvenimento conosciuto come l’Incidente di Chichi-Jima ne è un esempio tanto reale quanto scioccante.

Giappone, 1944. Gli scontri tra americani e giapponesi erano al loro apice. Migliaia di soldati si affrontavano nei mari e sulle boscose isole dell’arcipelago. Alcuni dei più brutali combattimenti della Seconda Guerra Mondiale si stavano consumando in tutta la loro violenza. Ogni giorno centinaia di ragazzi morivano a causa dei proiettili e delle bombe nemiche.

In questo scenario agghiacciante un’aereo militare americano venne abbattuto dalla contraerea giapponese mentre sorvolava le acque nei pressi dell’isola di Chichi-Jima.

L’impatto con il mare fu tremendo, ma nove soldati riuscirono a salvarsi la vita, almeno per il momento. Uno di loro, un ragazzo di nome George Bush, venne salvato dal sottomarino USS Finback. Lo stesso George Bush che poi diverrà il quarantunesimo presidente degli Stati Uniti d’America.

Per gli altri otto ragazzi, invece, la sorte fu ben più tragica. Vennero catturati dai soldati giapponesi, e dopo essere stati torturati per diversi giorni vennero finalmente uccisi. Un avvenimento molto triste e violento ma, d’altro canto, questa era la quotidiana normalità in un conflitto come quello che si stava consumando in Giappone. Ma, furono i metodi di tortura e le motivazioni delle esecuzioni a rendere le cose veramente oscure ed inquietanti, stendendo un velo di follia e sadismo sull’isola di Chichi-Jima.

In una base giapponese dell’isola, si stava consumando un banchetto organizzato dal generale Yoshio Tachibana in onore dei suoi colleghi della marina militare.

Il banchetto stava andando molto bene, talmente bene che presto le vivande si esaurirono. E fu’ in questo momento, in un impeto di follia, che il generale Tachibana diede un ordine tanto strano quanto spaventoso. Ordinò ad un dei suoi sottoposti di recarsi ad una tomba il più recente possibile e di prelevare dal cadavere della carne. In particolare era interessato al fegato. Il sottoposto, senza battere ciglio, si recò alle tomba di uno dei militari appena catturati, morto da poche ore, e ne prelevò la carne come ordinato dal suo superiore. Il banchetto così potè proseguire. Gli invitati si stupirono molto di quanto fosse gustosa e prelibata la carne che gli era stata appena servita.

Iniziarono ad essere messe in atto una serie di esecuzioni ai danni dei prigionieri di guerra presenti sull’isola, con il solo scopo di prelevarne la carne per consumarla durante i pasti. Ma, incredibilmente, queste esecuzioni non furono la cosa peggiore che venne messa in atto da quei soldati.

Infatti, se dei prigionieri di guerra vennero giustiziati immediatamente, altri non furono così fortunati.
Alcuni di loro vennero mutilati ancora vivi e la loro carne venne consumata sul momento. Le loro membra vennero squarciata dai coltelli degli affamati soldati giapponesi, i loro arti furono amputati, cucinati e consumati davanti ai loro occhi. Era importante mantenere i prigionieri superstiti in vita il più a lungo possibile poichè il clima dell’isola era molto caldo ed umido, e non vi era la possibilità di conservare efficacemente la carne che finiva presto per decomporsi. Questa orrenda situazione andò avanti per diversi giorni, tra esecuzioni, mutilazioni e pasti a base di carne umana.

Non sappiamo perchè al generale Tachibana venne la spaventosa idea di nutrirsi con la carne dei prigionieri americani. Certo, durante il conflitto il cibo tra i soldati scarseggiava. La fame era uno dei problemi più gravi ma, a mio parere, non sufficiente a giustificare uno degli atti più scioccanti avvenuti nel’arcipelago giapponese. La guerra finì, come ben sappiamo, a causa delle bombe atomiche di Iroshima e Nagasaki, ed iniziarono una serie di investigazioni sui crimini di guerra commessi in quei luoghi. Trenta soldati giapponesi, tra cui il generale Yoshio Tachibana, vennero arrestati e condannati a morte per impiccagione.

Ad oggi, l’incidente di Chichi-Jima è stato quasi dimenticato, e se ne parla veramente poco, ma secondo me è un esempio lampante di tutto ciò di brutale e deviato, che una guerra può portare con se.

redazione